gianluca serino michela murgia

“SAVIANO A PROCESSO PER AVER DATO DELLA BASTARDA ALLA MELONI? SINGOLARE CHE SAVIANO USI IL TERMINE “BASTARDO” ENTRATO NEL LINGUAGGIO COMUNE DURANTE IL FASCISMO” - SERINO SFONDA IL "GOMORROIDE" – "LUI DICE DI ESSERE STATO ATTACCATO PER LE SUE IDEE? QUALI IDEE?" – L’IRONIA SU MICHELA MURGIA: INVENTARSI UNA FRASE COME “IL CONFINE NON CI CIRCONDA, MA CI ATTRAVERSA”, CI VUOLE PER FORZA UN DIO. LEI DIMOSTRA L’ESISTENZA DI DIO

Riccardo Canaletti per mowmag.com

 

 

GIAN PAOLO SERINO

Gian Paolo Serino ci dice la sua sulle ultime novità e i grandi nomi che intasano le riviste e gli inserti culturali dei grandi giornali italiani, da Concita De Gregorio a Michela Murgia e Chiara Valerio, da Gianrico Carofiglio che pubblica con la figlia al premio Strega Mario Desiati, passando ovviamente per Roberto Saviano. E sui consigli di lettura per le feste...

 

Gian Paolo Serino è il tagliagole della critica letteraria, fa a pezzi l'ipocrisia e si smarca dai libri di bassa qualità. Un lettore intransigente in un costante testa a testa con la cultura prodotta nel suo tempo. Un critico che ha sempre un inedito, un testo ritrovato, un capolavoro di qualche grande nel cassetto, come dimostra il recente Un volto nella folla di Budd Shulberg e pubblicato da Mattioli1885 a sua cura.

 

ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA

Gli abbiamo chiesto dei grandi nomi del panorama letterario, tra vincitori di Strega e Campiello e giornalisti che fanno i romanzieri. Grazie a Michela Murgia si finisce a parlare di prove ontologiche e di Dio, con Roberto Saviano si va alla ricerca dell'idea perduta e per Natale consiglia di pensare a fare l'albero: «Chi legge non è normale». Un'intervista senza retorica dell'irregolare della critica italiana.

 

Gian Paolo qual è l’ultimo libro che hai letto?

Di italiani ho molto apprezzato Una piccola pace di Mattia Signorini (Feltrinelli) e L’inganno di Veronica Tomassini (La nave di Teseo): ci credo molto perché rappresentano la voce che manca in Italia: una scrittura non ombelicale, non semplici romanzi ma un solfeggio dell’anima.

serino

 

[...]

 

È uscito anche il nuovo romanzo di Giovanni Floris, Il gioco. I giornalisti stanno diventando romanzieri, ma ne hanno la stoffa?

I giornalisti scrivono perché non hanno niente da dire e hanno qualcosa da dire perché scrivono. Il giornalista è stimolato dalla scadenza. Scrive peggio se ha tempo.

 

Arriva il Natale. Cosa ci consigli?

Di non leggere. Chi legge non è normale. Se sei normale fai l’albero, vai al cinema e aspetti quelli che vogliono tutti: Natale con la neve.

 

Hai curato l’edizione italiana di Un volto nella folla di Budd Shulberg e la prima tiratura è già esaurita. Allora i lettori non leggono solo i premi Strega in Italia.

Credo proprio di no. Un volto nella folla è un miracolo: un libro che ho ritrovato dall’autore di Fronte del Porto: racconta, erano gli anni ’50 quando Shulberg lo scrisse, di un saltimbanco che da clown diventa così potente da poter condizionare la politica americana. In poche pagine Shulberg racconta il nostro oggi dove la politica è ridotta a vaudeville. Incredibile che sia il libro preferito di artisti diversissimi: Bob Dylan, Tom Wolfe, Spike Lee, Francois Truffaut, Kurt Vonnegut, Elia Kazan. Incredibile.

ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA

 

Cosa pensi dell’ultimo di Mario Desiati, Spatriati?

Che abbia meritato il Premio Strega. È da quando scrive romanzi che scrive sullo stesso argomento. Quindi andava premiato.

 

E del giovanissimo premio Campiello, Bernardo Zannoni, con il suo esordio letterario, I miei stupidi intenti?

Non l’ho letto: mi accontento del titolo I miei stupidi intenti? Dice già tutto su chi vuole fare lo scrittore.

 

Qual è il libro italiano uscito in questi anni che ti ha più spiazzato?

Quindici riprese di Walter Siti.

 

GIAN PAOLO SERINO

Hai letto l’ultimo libro di Michela Murgia, God save the queer? Se non lo hai fatto lo leggerai?

Più che leggerlo l’ho sorvegliato. Conoscevo la canzone, cantata in tutte le lingue, ma il libro no. Mi è bastato leggere una frase come «il confine non ci circonda, ma ci attraversa, e che quel che avvertiamo come contraddizione è in realtà uno spazio fecondo di cui non abbiamo ancora compreso il potenziale vitale». Ecco mi è bastato non solo per valutare il libro della Murgia ma per confermarmi che Dio esiste. Ed è in questi particolari che tutti lo possono trovare. Avendo la possibilità di essere Dio, facile inventare il cielo e i mari il Paradiso e Adamo, Picasso o Einstein: voglio dire, sono capolavori non è difficile. Ma inventarsi Michela Murgia e una frase come questa; ci vuole per forza un Dio. Michela Murgia dimostra l’esistenza di Dio.

 

ROBERTO SAVIANO GIORGIA MELONI

Chiara Valerio, secondo Luigi Mascheroni, ha fatto più cose di Ernst Jünger, che è morto a 102 anni. Scrive per i maggiori quotidiani nazionali, per Vanity Fair, ha una rubrica su Rai3, cura una collana per Marsilio e così via. Desiati l’ha definita «la mente più brillante della cultura italiana». Sei d’accordo?

La rispetto perché non so chi sia.

 

Anche lei viene dal mondo progressista e femminista, insieme a tutti quelli che abbiamo citato. C’è il rischio che il mondo della letteratura si uniformi tutto a sinistra?

Io credo che cultura è entrare nel tempo senza vendersi ai Poteri del tempo. Io non credo a destra e sinistra, non ci ho mai creduto. Almeno in letteratura. Il resto è narrativa a (s)comparsa.

 

Il Nobel è stato vinto da Annie Ernaux. Che ne pensi?

 

premio strega desiati

Classico esempio di autrice che mette tutti d’accordo. Femminista, sinistrata, fustigatrice del maschilismo, incapace di scrivere un libro che più che un’ombra lasci almeno una traccia.  Radical chic dai romanzetti scritti in punta di penna che li chiudi e sei soddisfatto di averlo letto ma intanto prepari le borse e vai al centro commerciale. Leggerla è come leggere niente. Non ti cambia: è un leccalecca sociale, una caramella letteraria che non serve a nulla, non cambia nulla. Come tutto oggi.

 

Tu a chi lo avresti dato?

A Don DeLillo

 

Ci sono scrittori italiani che avrebbero potuto vincere il Nobel?

L’hanno già dato a Dario Fo, che a livello letterario ha il fascino più corto del cognome.

 

 

Roberto Saviano è sotto processo per aver dato della bastarda a Giorgia Meloni a Piazza pulita. Saviano dichiara: «Io sono uno scrittore e il mio strumento è la parola» e dice che difenderà, a processo, la libertà di espressione attaccata da questo governo.

È singolare che Saviano usi il termine “bastardo” entrato nel linguaggio comune proprio durante il fascismo.

 

Secondo te si tratta di uno scrittore attaccato per le sue idee, come accade in altri Paesi dove vige la censura?

Quali idee?

 

giovanni floris

Gianrico Carofiglio firma un libro con la figlia, Giorgia, L’ora del caffè (Einaudi). Lo leggerai?

Il dialogo tra genitori e figli è sempre importante: ancor più se si leggono frasi come «I giovani che protestano perché si agisca in fretta contro il cambiamento climatico non sono idealisti: sono profondamente realisti. Lottano per un futuro abitabile». Sono concetti nuovi e importanti…

 

Murgia Dandini Ciabatti Chiara Valerio

 

michela murgia chiara valerio

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…