stefano feltri ospite di russia today

“SEI LIBERO DI DIRE QUELLO CHE VUOI, MA CI SONO DUE SOLDATI PRONTI AD AMMAZZARCI. SCHERZIAMO, UMORISMO RUSSO” - IL DIRETTORE DI “DOMANI”, STEFANO FELTRI, È ANDATO OSPITE DI UN TALK SHOW DI “RUSSIA TODAY”: “MAGARI QUALCHE SPETTATORE HA DAVVERO SENTITO PARLARE DI PUTIN COME UN CRIMINALE INTERNAZIONALE” - “AVRÒ FATTO LA MIA PARTE NEL PERMETTERE ALLA PROPAGANDA DELLA RUSSIA DI PRESENTARSI COME PIÙ LIBERALE DI QUANTO LA CONSIDERIAMO, O FORSE ERA UNA COMPLESSA OPERAZIONE PER CONVINCERE ME DI POTER DIRE TUTTO QUELLO CHE VOLEVO IN RUSSIA…”

Stefano Feltri per www.editorialedomani.it

 

STEFANO FELTRI OSPITE DI RUSSIA TODAY

«Sei libero di dire quello che vuoi, ma tieni presente che qui ci sono due soldati pronti ad ammazzarci se diciamo qualcosa di sbagliato». Pausa.

 

«Scherziamo, umorismo russo». Inizia così la registrazione di un talk show di Russia Today dove mi sono trovato ospite, per parlare della guerra direttamente dai microfoni dell’emittente usata per la propaganda del Cremlino. Per testarne i limiti e capirne le parole d’ordine.

 

I CONDUTTORI DI RUSSIA TODAY

In una puntata di Otto e mezzo, il talk show italiano condotto da Lilli Gruber su La7, qualche giorno fa mi sono trovato a dibattere con Nadana Fridrikhson, giornalista russa di RT e della radio del ministero della Difesa, che negava ogni censura in Russia e vantava le virtù del dibattito libero nel paese impegnato nella “operazione speciale” ucraina che, assicurava Nadana, si può chiamare anche “guerra” in televisione senza rischiare il carcere. Benissimo, le ho scritto dopo la trasmissione, vediamo se è davvero così: se mi inviti, io ci vengo alla tua trasmissione.

VLADIMIR PUTIN

 

Lei mi ha invitato e io ho partecipato, a due talk diversi: uno di RT (Letuchka), la televisione russa che diffonde la visione del mondo del Cremlino in varie lingue, pensata soprattutto per il pubblico estero e che infatti la Commissione europea ha oscurato dopo l’invasione dell’Ucraina, e l’altra a una trasmissione radio dell’emittente del ministero della Difesa russo (mandata anche in video online).

 

SI PUÒ DIRE TUTTO?

magliette con la z vendute da russia today

 

 

 

Le regole di ingaggio sembrano chiare: nessun filtro, posso dire quello che voglio, loro fanno le domande, io rispondo come credo. Ovviamente c’è qualche precauzione da parte russa: la trasmissione tv è registrata, in studio ci sono Georgy Babayan e Nadana Fridrikhson, le domande sono in russo, io devo rispondere in italiano, un interprete traduce in entrambi i sensi (non posso quindi sapere cosa viene detto esattamente).

 

Dopo la registrazione, si prendono quasi una settimana prima di mettere online la trasmissione, con un po’ di montaggio, un po’ di campi e contro-campi, qualche immagine aggiunta a vivacizzare.

 

le foto satellitari di bucha

Stesso formato alla radio, che però è in diretta, deduco anche venga trasmessa la versione video sul web, perché gran parte del format è il commento a video mostrati dalla redazione: atrocità commesse non si sa bene da chi e dove, ma i russi dicono si tratti di ucraini, e poi interviste a passanti senza nome o ombre senza volto che raccontano i crimini commessi dagli ucraini: «Prego, commenta queste immagini».

 

Le didascalie scelte dalla redazione per presentare l’intervista su RT sono queste: “Sull’operazione speciale, i nazisti in Ucraina, il genocidio del Donbass. I nostri contro l’Europa”.

stefano feltri

 

E ancora: “Il mondo occidentale ha una sua visione sulle ragioni e gli scopi dell’operazione speciale russa. Perché per 8 anni l’Europa non ha visto quello che succedeva nell’Ucraina orientale? Cosa sanno degli accordi di Minsk i giornalisti che fanno luce sugli eventi odierni? Come si parla dei neonazisti in Ucraina nei media stranieri?”.

 

PIÙ DOMANDE

RT è una tv di propaganda, il suo motto “Question more”, cioè “fai più domande”, indica la leva su cui agiscono i media voluti dal Cremlino per interagire con l’opinione pubblica internazionale: se l’Occidente dice di essere pluralista e democratico, allora deve includere anche il punto di vista russo e legittimarlo, a prescindere dalla fondatezza delle tesi sostenute.

Russia Today

 

Nel dibattito su RT, pero, le domande le fanno solo i conduttori, è un interrogatorio allo scopo, si suppone, di dimostrare che chi dall’Occidente contesta l’aggressione di Putin è soltanto mal informato o impreparato.

 

«Lo sai cosa è successo il 2 maggio del 2014?», è la tipica domanda a freddo.  Si tratta degli scontri a Odessa, che hanno causato 48 morti, in uno dei momenti più drammatici della tensione seguita al movimento di piazza Maidan, cioè la rivolta contro l’esecutivo filorusso di Viktor Yanukovich.

STEFANO FELTRI E CARLO DE BENEDETTI A DOGLIANI 2020

 

Secondo l’Onu, che ha ricostruito i fatti, la violenza c’è stata da entrambi i lati, filorussi e anti-russi (“pro-unitari”), non è neppure ben chiaro chi abbia le maggiori responsabilità, gli osservatori dell’Onu sostengono addirittura che siano stati i filo-russi a lanciare le Molotov che poi hanno causato la strage.

 

ADDESTRAMENTO DEL BATTAGLIONE AZOV

Ma poiché le autorità ucraine poi hanno condotto indagini molto superficiali, che di fatto hanno lasciato la violenza senza colpevoli, gli scontri di Odessa sono assurti nella propaganda filo-russa a simbolo delle violenze ucraine.

 

In questa e altre occasioni, durante la trasmissione, rivolto ai miei interlocutori la stessa domanda: «Anche ammesso che le violenza si siano consumate del modo che voi dite ai danni dei russi, in che modo questo legittimerebbe l’esercito russo a macchiarsi di crimini analoghi oggi in Ucraina?». Nessuna risposta, ma almeno mi lasciano parlare.

vladimir putin alla veglia di pasqua a mosca 2

 

UCCIDERE TUTTI I NAZISTI

Poi c’è l’ossessione del battaglione Azov: i giornalisti russi non provano a difendere le azioni del proprio esercito in terra ucraina, neppure un accenno alle operazioni sul campo, tutta la propaganda è volta a dimostrare che gli ucraini se lo meritano, che vanno effettivamente de-nazificati.

 

E quindi lunga lista dei crimini dei nazionalisti di Azov, che hanno svastiche tatuate, e tutto il resto: poiché sono stati integrati nell’esercito regolare ucraino, l’Occidente rifornisce di armi anche i nazisti di Azov, questa l’accusa.

 

stefano feltri

Le accuse ai nazionalisti ucraini, tutti equiparati a nazisti, sono cruciali nel messaggio russo perché permettono ai giornalisti di RT di difendere l’unica argomentazione rimasta a sostegno di una “operazione militare speciale” che sta andando peggio del previsto: l’esercito russo deve de-nazificare l’Ucraina e proteggere i russofoni (che, per la verità, non hanno accolto festanti i liberatori, anzi).

 

I giornalisti spiegano che “non ci saranno più nazisti in Ucraina”. Visto che per i loro standard sono sospettabili di nazismo tutti coloro che non si schierano con Putin, chiedo: «Cosa vuol dire? Che li ucciderete tutti?».

STEPAN BANDERA

 

Parlano in russo, l’interprete non traduce, poi: «Bella domanda». E spiegano: «Noi offriamo corridoi umanitari, anche per i nazisti di Azov, hanno la vita garantita. Per il momento questa offerta è attiva e non vogliamo uccidere tutti». Per il momento.

 

LA PAROLA CHIAVE

«Tu lo sai chi era Stepan Bandera, eh?». Bandera è la parola chiave: chi lo nomina, sta seguendo la scaletta della propaganda putiniana. Non può essere questione di attualità, Bandera è morto nel 1959, ricordato come combattente nazionalista, contro i russi, antisemita, complice dei nazisti. «Lo sapevi che gli hanno intitolato strade di recente in Ucraina?».

 

bucha 1

No, non lo sapevo, ma la toponomastica non mi pare un valido argomento per spiegare l’intervento dei tank russi in Donbass. «E se in Italia intitolassero una strada a Benito Mussolini? A Roma ce l’avete?». Lo sanno anche loro che non c’è, ma spiego che abbiamo interi quartieri costruiti ai tempi del fascismo e che sono pure considerati belli, visto quello che è venuto dopo (correttamente montano in sovrimpressione immagini dell’Eur). E nessuno pensa di fare stragi per questo.

 

«E il viale degli angeli a Donetsk lo conosci? Con le vittime dei nazisti? E lo sapevi che l’ex presidente Petro Poroshenko ha detto che i bambini ucraini dovevano andare a scuola e quelli russi nelle cantine?». Si continua così per un po’.

vladimir putin alla veglia di pasqua a mosca

 

L’interrogatorio poi, sia in radio sia in tv, si concentra sugli accordi di Minsk del 2015: qui il messaggio russo è più sofisticato. La Russia, con la propaganda del Cremlino, sostiene di essere soltanto un garante di quell’intesa diplomatica, non una delle parti in causa: Mosca, sullo stesso piano di Parigi e Berlino, ha imposto una tregua agli scontri nel Donbass in Ucraina, quindi ogni violazione del cessate il fuoco è imputabile soltanto a Kiev e alla violenza dei non filo-russi contro i russofoni.

stefano feltri

 

Il resto del mondo sa che dietro l’escamotage diplomatico di presentare la Russia come garante, lo scopo degli accordi di Minsk era proprio di vincolare l’azione di Vladimir Putin e spingerlo ad abbandonare i propositi di annessione del Donbass che poi, sette anni dopo Minsk, hanno portato alla guerra attuale.

 

Le violenze da parte ucraina sono continuare anche perché la Russia non ha mai rimosso i suoi apparati militari sostegno dei separatisti filo-russi sostenuti da Mosca. «La Russia non c’entra niente, era solo osservatore, doveva essere l’Ucraina a rispettare questi accordi», ripetono  Georgy Babayan e Nadana Fridrikhson in studio a RT.

 

A un certo punto l’interrogatorio finisce, nessuno ha cambiato idea, ma sempre meglio parlarsi che spararsi, anche nel pieno di una guerra. E comunque, al netto di qualche possibile aggiustamento nelle traduzioni (tocca fidarsi), magari qualche spettatore di RT ha davvero sentito parlare di “guerra” e di Putin come un criminale internazionale.

il battaglione azov distrugge carri armati russi

 

Avrò fatto la mia parte nel permettere alla propaganda della Russia di presentarsi come più liberale di quanto la consideriamo, o forse nessuno ha visto e sentito le lunghe trasmissioni a cui ho partecipato. Forse era tutta una complessa operazione per convincere me, in quanto giornalista occidentale, di poter dire tutto quello che volevo in Russia. Chissà, l’Unione europea ha bloccato RT in Europa, YouTube impedisce l’accesso ai contenuti di propaganda, ma il video si trova su RuTube.ru. O almeno io lo trovo, chissà.

MEME SU ORSINI E PUTIN

rutube 7bucha 2 stepan banderaBATTAGLIONE AZOVVOLONTARI DEL BATTAGLIONE AZOV

meme putin shoigu evgenij prigozhin e vladimir putin 4meme putin shoigu

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…