aurelia alberto sordi

LI ''SORDI'' DI SORDI - L'AUTISTA DI AURELIA, L'ULTRANOVANTENNE SORELLA DI ALBERTONE? ''PER LEI ERA UN PRINCIPE'', SCRIVE IL GIUDICE NELLE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA, E PER QUESTO IL FATTO DI AVERLO NOMINATO GESTORE DELL'IMMENSO PATRIMONIO EREDITATO DAL FRATELLO NON ERA CIRCONVENZIONE DI INCAPACE. LUI, UN NOTAIO, DUE AVVOCATI E SEI DOMESTICI SONO STATI ASSOLTI IN PRIMO GRADO. E ORA IL PM…

 

Adelaide Pierucci per “il Messaggero

 

Non c'è alcuna prova che si sia trattato di circonvenzione. E nessuna certezza che Aurelia Sordi fosse incapace di intendere. Agli occhi della sorella allora ultranovantenne dell'Albertone nazionale Arturo Artadi, il peruviano factotum di casa, divenuto gestore dell'immenso patrimonio di famiglia, era un Principe, così come lei lo chiamava. In cinquanta pagine di motivazioni il giudice monocratico di Roma Maria Elena Mastrojanni ha così spiegato perché secondo lei Artadi, insieme a un notaio, a due avvocati e al resto dei domestici, dieci imputati in tutto, dovessero essere tutti assolti.

ARTURO ARTADI L AUTISTA DI ALBERTO SORDI

 

Le accuse, a secondo dei casi, andavano dalla circonvenzione di incapace alla ricettazione per aver intascato lauti regali per oltre due milioni di euro. La Procura aveva chiesto condanne fino a 4 anni.

 

LE PERIZIE

«Si ritiene conclusivamente - ha scritto il giudice - di non poter affermare con certezza la condizione di circonvenibilità della parte offesa all'epoca dei fatti, non provato peraltro in relazione al singolo atto», ossia alla singola donazione. E ciò «tenuto conto dei numerosi dati probatori di segno contrario alle conclusioni a cui sono giunti i periti che visitarono la parte offesa, in un momento in cui come si è chiarito il contesto affettivo di Aurelia Sordi era profondamente mutato per via dell'allontanamento di Arturo Artadi (il Principe, come lei stessa lo chiamava)».

 

alberto sordi con le sorelle aurelia e savina

Una vicenda, quella dell'allontanamento, stabilito per fini di giustizia, come ha chiarito il giudice, «dall'impatto emotivo importante. E a cui va aggiunto un accidente vascolare, sì da potersi anche ipotizzare che i periti abbiano avuto a che fare con una persona profondamente diversa da quella che aveva compiuto gli atti dispositivi». Smantellate le conclusioni dei periti della procura che avevano attestato l'incapacità della signorina Sordi (Alla domanda: Papa Wojtyla era polacco? rispose con un: «Ammappalo». E non ricordava nemmeno la professione del fratello), il giudice ha aggiunto ulteriormente che nemmeno il presupposto dell'improvviso cambiamento dello stile di vita e delle vacanze da modeste a cinque stelle proverebbero il raggiro.

 

LA PROCURA

«Se è pur vero che nell'estate precedente le donazioni la parte offesa ebbe a trascorrere lunghe vacanze in alberghi italiani di lusso, in compagnia anche della Artadi e di Pierina Parenti, la cameriera, diversamente da quanto accaduto nelle estati precedenti, purtuttavia ha evidenziato le ragioni per le quali la Sordi aveva manifestato la volontà di non tornare a Scanno, dove una famiglia di Sora era arrivata a chiedere due milioni per l'apertura di una farmacia». Ma il giudice è partito da un altro presupposto per smantellare il lavoro della procura.

 

L'ACCORDO

AURELIA SORDI

L'autista factotum, il notaio e l'avvocato non si sarebbero messi d'accordo nell'avallare le donazioni e l'atto che dava ad Artadi la procura speciale della gestione del patrimonio dei Sordi, quantificato sui trenta milioni di euro, considerato che come proverebbero le intercettazioni (in realtà successive, ndr) non «sono mai entrati in contatto sincronico tra loro».

 

Artadi, insomma, dopo la morte «dell'adorato fratello» era per la signorina Sordi il suo riferimento affettivo. Le motivazioni sono ora alla valutazione del pm Eugenio Albamonte, titolare dell'inchiesta.

aurelia sordiSTEFANIA BINETTI CON AURELIA SORDI carlo e luca verdone con aurelia sordi

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