orfeo maggioni montanari

LI PAGHIAMO PER NON FARE NIENTE - LA RAI E’ UN PARCHEGGIO D' ORO PER GLI EX DIRETTORI E DIRIGENTI IN ATTESA DI ESSERE RICOLLOCATI - MARIO ORFEO, NEL LIMBO DA LUGLIO 2018, INCASSA 240 MILA EURO ANNUI - MONICA MAGGIONI E’ “DISOCCUPATA” A 17 MILA EURO AL MESE - DA MONTANARI AD ANDREA VIANELLO, ECCO TUTTI I “NABABBI” CON RETRIBUZIONE SOPRA I 200 MILA EURO IN ATTESA DI POLTRONA (CONTRO QUESTO "SUPER REDDITO DI CITTADINANZA" NESSUNO FIATA?)

Giorgio Arnaboldi per “la Verità”

mario orfeo

 

Rai parking. Non è certamente il canale più di tendenza, ma ha un suo antico appeal. Non fa i numeri delle dirette della Nazionale di calcio perché ha il tetto di 240.000 euro, ma è una garanzia. Vorrebbe essere invisibile come Rai 5, ma è sempre sulla bocca di tutti. Rai parking è l' acquario variopinto dove nuotano i vip caduti in disgrazia.

Direttori silurati, dirigenti sorpresi in mezzo al guado dalle elezioni, anchormen legati a vecchie maggioranze e mal tollerati da quelle nuove. È il balletto delle stagioni, in viale Mazzini a Roma la musica non si ferma mai.

 

L'esempio più eclatante è quello di Mario Orfeo, nome stellare della galassia televisiva, già direttore del Tg2, del Tg1 con il pallino delle riforme grafiche e direttore generale della Rai, finito nel limbo di Rai parking dopo la stagione renziana e l' arrivo a Palazzo Chigi del premier Giuseppe Conte. Inviso soprattutto al Movimento 5 stelle, dall' insediamento del suo successore Fabrizio Salini (luglio 2018) ha vagato senza meta e senza un ruolo nell' iperuranio televisivo come il mai dimenticato comandante Raimundo Navarro inventato da Mario Marenco.

 

MONICA MAGGIONI

Otto mesi senza una poltrona, ma con uno stipendio di 240.000 euro che continuava a correre, il massimo consentito dalla legge per gli amministratori pubblici. Oggi la fine del limbo e dell' indennità senza incarico sta per arrivare: il 18 aprile sarà nominato presidente di Rai way, la consociata quotata in borsa che ha il compito di gestire, mantenere in efficienza e modernizzare gli impianti di diffusione del segnale televisivo. Niente a che vedere con le competenze giornalistiche di Orfeo, ma almeno la casella sarà riempita.

 

SENZA POLTRONA

ANDREA MONTANARI TG1

Analoga vicenda per Monica Maggioni, ex presidente dell' azienda, ritrovatasi senza un ruolo dopo la nomina di Marcello Foa a capo dell' ufficio di presidenza. Di norma, nelle aziende private si passa in amministrazione per l' eventuale buonuscita, si stringono un po' di mani per poi tornare a casa e sul mercato. Ma la Rai è innanzitutto mamma, simili shock ai suoi figli non li impone, anche perché i 2,7 miliardi annui di fatturato grazie soprattutto al canone in bolletta le consentono di mantenere gagliardamente in vita il canale Parking.

 

Dal settembre 2018 senza una poltrona, la Maggioni è rimasta nel limbo per 7 mesi prima di diventare a marzo amministratore delegato di Rai Com (ex Rai World), compagnia che gestisce la distribuzione e la commercializzazione dei programmi Rai all' estero.

angelo teodoli (2)

Anche per lei lo stipendio è sempre stato di 17.000 euro al mese, come quello dell' ad Salini che però ha sulle spalle l' amministrazione del moloch da 13.000 dipendenti storicamente rappresentato (dal 1966) dal cavallo morente di Francesco Messina.

 

Le storie sono esemplari della stratificazione geologica della tv di Stato e indicano una stortura: l'anima profondamente statalista di quegli uomini e di quei muri. La colpa di tutto ciò non è certo nelle persone e nei loro destini, ma nel sistema che concede privilegi inattaccabili una volta ottenuti. Oggi i dirigenti ancora in cerca d' autore in questa tornata politica non sono pochi e vengono classificati con la definizione omnibus: «Alle dirette dipendenze dell' amministratore delegato». Traduzione: senza un lavoro.

 

andrea fabiano

Come un altro big, Andrea Montanari, ex direttore del Tg1, molto legato a Orfeo e scalzato da Giuseppe Carboni. Montanari è in Rai dal 1997, entrò con Romano Prodi al governo e diventò quirinalista quando il capo dello Stato era Giorgio Napolitano. Arrivò alla guida della corazzata dei tg nel 2017, epoca tardorenziana, quando l' impero stava crollando. Un minimo di biografia è utile per spiegare lo scenario: dopo lo showdown è rimasto in parcheggio per tutto questo tempo in vista di una nuova destinazione. L' azienda propone l'ufficio di corrispondenza a Parigi, non certo un ripiego, ma Montanari vorrebbe coordinare Rai Quirinale, la struttura che organizza le trasmissioni televisive con il presidente della Repubblica.

NICOLETTA MANZIONE

 

VECCHIE CONOSCENZE

Nel frattempo lo stipendio corre, come quello di Angelo Teodoli (ex direttore di Rai 1), Ida Colucci (ex direttrice del Tg2), Andrea Fabiano (ex direttore di Rai 2, il più giovane della storia, predecessore di Carlo Freccero), Nicoletta Manzione (ex direttrice di Rai Parlamento), Andrea Vianello (ex direttore di Rai 3 e di Rai 1). Tutti dirigenti, tutti oltre i 200.000 euro (dato del 2017) di retribuzione fra parte fissa e parte variabile come sta scritto nel sito rai.it alla voce Organizzazione e risorse umane. Tutti senza un incarico.

andrea vianello rabona

 

Anche nello sport c'è una vecchia conoscenza in stand by, Fabrizio Maffei, ex conduttore della Domenica Sportiva, poi presidente di Rai corporation e direttore delle Relazioni esterne della massima azienda culturale del paese. Adesso che fa? È distaccato a Rai academy, la scuola di formazione, e dovrebbe occuparsi della «mappatura delle risorse giornalistiche». Rai parking non difetta mai di fantasia.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?