ennio morricone

IL MORRICONE SEGRETO: LE COLONNE SONORE NASCOSTE DI ENNIO - ESCONO DOPO 47 ANNI SU VINILE I BRANI ORIGINALI DEL FILM “L’ULTIMO TRENO DELLA NOTTE” MUSICATO DAL GRANDE COMPOSITORE CHE ALL’INIZIO NON FIRMÒ ALCUNI SUOI WESTERN, TRA CUI “PER UN PUGNO DI DOLLARI”. LO PSEUDONIMO DI DAN SAVIO E LA ROTTURA CON I FRATELLI TAVIANI: I DUE REGISTI SI INTROMETTEVANO TROPPO – ENNIO NON STRAVEDEVA PER IL TEMA DEL "DIABOLIK" DI MARIO BAVA CHE STAVA PER TORNARE NEL REMAKE DELL'ANNO SCORSO DEI MANETTI BROS MA… - VIDEO

Massimo Iondini per “Avvenire”

 

MORRICONE

È arrivato anche L'ultimo treno della notte, con quasi mezzo secolo di ritardo. Un film del 1975 ad alto tasso di violenza impreziosito però dalle musiche di Ennio Morricone che escono ora per la prima volta in vinile con tutte le tracce finalmente presenti.

 

Un'autentica chicca, per morriconiani e non, questo long playing che riemerge dalle polveri del passato proprio mentre il ricordo del Maestro sta rivivendo più che mai sul grande schermo grazie al meraviglioso film documentario Ennio di Giuseppe Tornatore. Il vecchio thriller di Aldo Lado, tra i film più cruenti mai prodotti in Italia, vantava comunque un notevole cast con attori del calibro di Flavio Bucci, Enrico Maria Salerno e Franco Fabrizi, oltre alla debuttante statunitense Irene Miracle poi protagonista di Inferno di Dario Argento e vincitrice di un Gloden Globe per Fuga di mezzanotte di Alan Parker.

ennio morricone l'ultimo treno della notte

 

Se in La corta notte delle bambole di vetro, il primo film diretto da Aldo Lado nel 1971, Morricone aveva usato il suono di un battito cardiaco per sottolineare lo stato catatonico del protagonista creduto morto in obitorio, ne L'ultimo treno della notte si ode incalzante lo sferragliare del treno a simboleggiare le violenza commesse sul treno da giovani delinquenti. In sintonia con gli intenti del regista, che vorrebbe attaccare la società borghese e la violenza del potere, Morricone utilizza anche la canzone pop pacifista A flower' s all you need, interpretata da Demis Roussos, all'epoca stampata soltanto su un raro 45 giri giapponese e ora presente nell'inedito vinile.

 

MORRICONE PER UN PUGNO DI DOLLARI 6

Ma il Morricone "segreto" nasconde molti altri tesori rari o sconosciuti, come per esempio alcuni film da lui musicati sotto pseudonimo, escamotage utilizzato però soltanto per alcuni western. A partire dal primo, Duello nel Texas (1963) che è anche in assoluto il primo western italiano, con la regia dello spagnolo Ricardo Blasco. Qui Morricone firma le musiche con lo pseudonimo di Dan Savio.

 

Alle riprese aveva partecipato anche l'italiano Mario Caiano, regista l'anno dopo del secondo western italiano, Le pistole non discutono. E stavolta Morricone firma le musiche con il proprio nome, cosa che invece non farà subito dopo per il successivo Per un pugno di dollari, celeberrimo film che segna il debutto del sodalizio con l'amico regista Sergio Leone.

 

Mistero, bizzarria o semplice intreccio di singolari circostanze? «Le pistole non discutono e Per un pugno di dollari sono stati entrambi prodotti dalla Jolly Film, così per consentire a Leone di debuttare nel genere western limitando i costi di produzione furono utilizzati il set spagnolo e gli stessi costumi di Le pistole non discutono » spiega il musicista e compositore milanese Claudio Balletti, profondo conoscitore dell'opera di Morricone e autore tra l'altro della colonna sonora del docufilm sulla pandemia Milano 2020 trasmesso lo scorso maggio in prima serata da Rete 4.

ennio morricone

 

Tra i due, il film di punta è ovviamente quello di Caiano, così sia Leone sia Morricone (Dan Savio) si firmano con pseudonimi, anche per spacciarlo per un film americano. Ma solo all'inizio. «La Rca stava aspettando di pubblicare la colonna sonora di Per un pugno di dollari, il cui titolo provvisorio era Il magnifico straniero- racconta Balletti -. Qualcuno della produzione aveva frattanto cambiato il titolo e nelle sale il film era uscito appunto come Per un pugno di dollari. La Rca però non lo sapeva, così il disco uscì molto dopo ma a quel punto, visto il successo al botteghino, con i crediti giusti sul disco e nei titoli di testa e di coda della pellicola, musica di Morricone e regia di Leone». Ma Dan Savio non è stato l'unico pseudonimo utilizzato da Morricone.

 

Anche a Leo Nichols ha fatto ricorso un paio di volte il compositore romano. Successe per Un fiume di dollari del '66, primo western del regista Carlo Lizzani che si firmò con lo pseudonimo Lee W.Beaver. In quel caso Morricone non aveva nessun particolare motivo per nasconedere il proprio nome nei crediti del film, ma lo fece solo per allinearsi alla scelta di Lizzani che preferiva non rendere riconducibile a lui quell'intromissione in un genere in cui debuttava subito dopo aver girato due film impegnativi e di tutt' altro valore come Il processo di Verona e La vita agra.

morricone leone 1

 

Stesso anno e ancora musiche a firma Leo Nichols per il film western Navajo Joe di Sergio Corbucci. Certo, alla base della scelta di usare pseudonimi c'era anche il fatto di prendere in qualche modo, idealmente, le distanze da un genere e da un'attività, quella di autore di colonne sonore per il cinema (e prima di arrangiatore di musica leggera alla Rca), invisa all'ambiente accademico dal quale proveniva. In fondo, Morricone era stato l'allievo prediletto di Goffredo Petrassi che si era in parte sentito tradito da quel talento che alla musica d'avanguardia e alla composizione colta stava preferendo il genere popolare. Questo fu per Morricone motivo di grande sofferenza interiore, come viene ben sottolineato anche nel docufilm Ennio.

 

FRATELLI TAVIANI MORRICONE

Così ci sono anche alcuni film di cui il Maestro non ha mai voluto parlare volentieri, ritenendo forse di essersi prestato con la sua musica alla realizzazione di un prodotto d'arte non all'altezza. Tra questi c'è Vergogna schifosi (1969) di Mauro Severino, con Lino Capolicchio. Ambientato a Milano, racconta di un omicidio e di un gioco ricattatorio di tre giovani.

 

A elevarsi è la musica di Morricone che tocca vertici di bellezza accompagnando con un ammaliante "girotondo", una ossessionante nenia basata su una scala nel modo frigio (molto usata nel jazz), le scene di una sorta di gioco dell'oca. I rapporti con i registi non sono sempre stati idiliaci nemmeno per uno come Morricone, che comunque ha normalmente trovato il giusto connubio tra le sue idee e quelle dei cineasti.

 

Oggi come oggi al compositore di colonne sonore viene dato il tempo della sequenza da musicare, così può comporre una frase ad hoc sia nella durata che nel suono da legare all'immagine. In passato però poteva succedere, anche in film importanti, che partisse la musica in una determinata sequenza e che venisse di colpo silenziata. Il montaggio veniva talvolta fatto a prescindere dalla colonna sonora e c'erano registi a cui andava bene qualsiasi cosa.

fratelli taviani

 

Un esempio? Uno dei più bei brani scritti da Morricone per la sua musa canora Edda Dell'Orso, In un sogno il sogno, presente nel film La donna invisibile (1969) del regista Paolo Spinola. Il brano parte in sordina, sotto a un dialogo, poi si sviluppa e cresce ma all'improvviso viene troncato brutalmente. Dell'Orso lo considerava uno dei migliori mai cantati, al livello di Scion Scion di Giù la testa.

 

«Contro certi maltrattamenti dell'arte musicale nel cinema non si poteva fare nulla - dice Balletti -. Si scoprivano certi misfatti quando ormai il montaggio era già stato concluso. Quando capitava, Morricone ovviamente evitava di collaborare ancora con questi registi».

 

Tra questi, i fratelli Taviani, con cui chiuse dopo aver composto le musiche di Allonsanfàn( 1974) e Il prato (1978): i due registi infatti si intromettevano troppo intervenendo persino sull'opportunità o meno di certi passaggi musicali e influenzandone la creatività. Ma c'è un film in particolare di cui il Maestro non amava parlare, Diabolik, uscito nel 1968, per la regia di Mario Bava.

 

DIABOLIK MORRICONE

«Di quel Diabolik non esiste una colonna sonora ufficiale su disco, forse sono andati persi i nastri - racconta Balletti -. Per sentirne la musica bisogna andare a rivedersi il film, da cui era stato tratto un pessimo bootleg, con un monofonico suono scadente e ovattato. Ennio non stravedeva per quel lavoro, eppure il tema principale è molto bello. Era cantato da Christy, una delle voci dei Cantori Moderni di Alessandroni». Il tema di quel lontano Diabolik stava per tornare nel remake dell'anno scorso dei Manetti Bros. I compositori Pivio e De Scalzi volevano infatti ripescarlo per la loro colonna sonora, ma alla fine non se n'è fatto nulla perché non funzionava abbastanza.

ennio morricone walk of famejohn philip law marisa mell diabolik mario bava ennio morricone e sergio leonelocandina di diabolik dei manetti bros diabolik tavole grafiche originali film bava 6ennio morricone 1morricone tarantinoennio morriconemorricone tornatore

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…