la scala

MUTAZIONI IN SCALA - DA QUANDO VENNE INAUGURATA 240 ANNI FA, LA ‘MAGNIFICA FABBRICA’ DEL PIERMARINI A MILANO HA CAMBIATO, COME UN CAMALEONTE, SPESSO PELLE – PER STENDHAL ERA "IL PRIMO TEATRO DEL MONDO" - UNA MOSTRA, CURATA DA PIERLUIGI PANZA E FULVIO IRACE, RACCONTA TUTTI I CAMBIAMENTI DI QUESTA “MACCHINA PER INCANTESIMI” FINO ALLA TORRE DI MARIO BOTTA

la scala

Fulvio Irace per Domenica – Il Sole 24 Ore

 

Il 3 agosto 1778 si inaugurava a Milano il Teatro La Scala. L' aveva disegnato in poco meno di due anni Giuseppe Piermarini, il promettente allievo di Luigi Vanvitelli, autore dell' ambiziosa reggia dei Borbone a Caserta. In scena L' Europa riconosciuta di Antonio Salieri, non a caso ripresentata nel 2004 per la riapertura del teatro dopo due anni di lavori di rinnovamento (quanti ne aveva impiegati lo stesso Piermarini) per mano dell' architetto ticinese Mario Botta.

 

Ora una mostra allestita ai piani superiori del Museo della Scala racconta i primi 240 anni della storia dell' edificio, che - pur essendo sotto gli occhi di tutti - è paradossalmente meno conosciuta della storia delle imprese canore (e mondane) dei tantissimi artisti e direttori d' orchestra che ne hanno costruito il prestigio musicale nel mondo.

 

Basta dire Scala e, ad esempio, il pensiero va subito a Maria Callas.

Pochi sanno però che «il primo Teatro del Mondo», come lo definì in un impeto di entusiasmo lo scrittore francese Stendhal, doveva il suo nome a un' altra "Maria", ovvero la chiesa di Santa Maria della Scala, di cui prese il posto dopo una rapida demolizione.

la scala

Quando occupò il suo posto nel centro della città, l' impressione fu grande e non solo per i milanesi.

Colpita dalla magia della sala con la caratteristica corona di palchi, la pittrice francese Élisabeth-Louise Vigée Le Brun esclamò: «È immensa, non credo ne esista una più grande». Nasceva così il mito della "magnifica fabbrica", divulgato anche dal moltiplicarsi delle incisioni dell' esterno e della sala: un prestigioso "fardello" che ha pesato per due secoli sulle sue sorti costringendo il teatro a rincorre la costante ambizione di rimanere «il primo teatro del mondo».

la scala mostra

 

Perché La Scala è un grande camaleonte, che in 240 anni ha cambiato spesso la sua pelle: sia quella con cui si presenta alla città, sia quella interna che offre agli spettatori. Nell' immaginario della città, rimane sempre il Teatro del Piermarini, l' austera espressione neoclassica di una società di nobili e imperatori che credeva nella "magnificenza civile" delle sue istituzioni collettive. Eppure oggi la "magnifica fabbrica" non è più solo quella esaltata da Stendhal, anche se rimane la sua ambizione di rimanere "il primo teatro del mondo".

 

Ma per far questo ha avuto bisogno di crescere, di stare al passo dei tempi, di aggiornare le sue strutture ai cambiamenti delle tecniche, anche a costo di nascondere dietro la continuità del ricordo una serie continua e infinita di piccoli, grandi e anche radicali rimaneggiamenti, quasi fosse essa stessa una scenografia collettiva alla quale ogni generazione ha dato il proprio contributo per adeguarsi alle mutazioni dei costumi, delle sensibilità e del gusto di un pubblico ormai globale.

Pierluigi Panza

Sì, perché, da subito, molti furono i cambiamenti adottati dal teatro, sia all' interno che all' esterno, a partire da quando nel 1813 Innocenzo Domenico Giusti e Luigi Canonica costruirono il fronte del teatro lungo via Verdi, e ampliarono di 16 metri la profondità del palcoscenico. Ma soprattutto quando nel 1856 l' imperatore Francesco Giuseppe decretò l' abbattimento degli edifici per dare vita a una piazza che, con le demolizioni del quartiere addossato a Palazzo Marino, e la costruzione nel 1911 della Banca Commerciale, sarebbe diventata l' attuale piazza della Scala.

fulvio irace

Come scrisse Luigi Lorenzo Secchi, ingegnere capo della Scala per metà del XX secolo, «nel periodo di tempo che corre tra il 1821 ed il 1830, per opera diretta e per ideazione o ispirazione di Alessandro Sanquirico, architetto e scenografo, la grande sala del Piermarini subì consistenti rinnovamenti tanto che fu cambiato lo stile e l' aspetto di tutta la sala [che da azzurra divenne rossa], anche nell' illuminazione, che si era basata dapprima sull' uso di candele e poi di lampade ad olio». Dal 1932 il Secchi rinnovò tutti gli interni: ideò la distribuzione verticale del teatro realizzando le scale degli specchi, il primo palcoscenico a pannelli mobili, il foyer di ingresso e i ridotti dei palchi e delle gallerie, che fecero assumere alla Scala quell' ambientazione stile Nuovo Impero che ancor oggi rimane il suo carattere distintivo.

 

Ma già prima di lui, un altro ingegnere, Cesare Albertini, in occasione della trasformazione del teatro in Ente autonomo, aveva rivoluzionato il palcoscenico - il vero cuore di tutta la macchina scenica - al punto di poter dire: «del vecchio edificio può dirsi che non sia sopravvissuta che la sala».

ALEXANDRE PEREIRA

È stato più rispettoso Mario Botta quando nel 2000 si è applicato con l' ingegner Franco Malgrande a ripensare ancora una volta la macchina delle scene, realizzando quella torre di 38 metri che assieme al volume ovale della sala con i camerini proiettava per la prima volta all' esterno il continuo lavorìo di modifiche sino ad allora mantenuto nel "segreto" dell' interno. Per quanto paradossale, bisogna infatti immaginare il teatro come un iceberg di cui solo un terzo - la parte emergente - è visibile da tutti, mentre il resto della sua massa oscura "galleggia" sotto il livello dell' acqua passando inosservata.

Ma è proprio qui, in questa parte misteriosa e celata dietro la cortina del sipario che le modifiche sono state più radicali, per rendere più esteso il palcoscenico, più performanti macchine e attrezzature, più sicuri gli spazi di lavoro e più confortevoli le sale di prova.

 

la scala

Come ogni boîte à merveilles, La Scala è una macchina per incantesimi che ha bisogno di adeguare e potenziare i suoi meccanismi per poter perpetuare l' incanto e lo stupore dello spettacolo. Dunque la sfida non è finita, anzi è stata rilanciata come vuole annunciare questa mostra, il cui scopo è proprio raccontare le trasformazioni passate e future. Con le immagini e i testi che scorrono sulle pareti del Museo teatrale, e con un video curato da Francesca Molteni dove i fili della storia e delle cronache si intrecciano in una pièce di grande effetto.

 

la scala

La mostra si chiude sul futuro e la storia si fa scommessa perché oggi, sul fianco di via Verdi, si è aperto un nuovo cantiere: anche in questo caso si tratta di dare una risposta architettonica al potenziamento ingegneristico dei servizi e delle attrezzature sceniche. Anche in questo caso, Mario Botta ha sviluppato il tema della torre, evocativo di un' erta immagine di Milano medievale e moderna al tempo stesso, come ricorda quell' autentico monumento alla contemporaneità che è la Torre Velasca. Come per la Torre scenica del 2004, si scaverà diciotto metri al di sotto del suolo per raggiungere poi un' altezza complessiva di circa 36 metri fuori terra. Mentre il palcoscenico diventerà ancora più profondo raggiungendo la misura record di 70 metri, la Torre ospiterà la sala prove alta 14 metri per la musica, gli spogliatoi e gli uffici, in modo da far rientrare in sede le funzioni attualmente dislocate altrove. Sulla sommità ci sarà la sala prova per il balletto: questa sarà la turbo-Scala del 2020.

la scala progetto botta

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…