hollywood netflix

NATALIA ASPESI IN SOLLUCCHERO PER LA SERIE “HOLLYWOOD”: “SETTE PUNTATE DI UNA CERTA VIVACITÀ SESSUALE CHE, CON LA SCUSA DI RACCONTARCI COME LA CITTÀ DEI SOGNI AVREBBE POTUTO ALLORA RIVOLUZIONARE IL MONDO (MA NON LO FECE) SPOGLIA E INTRECCIA ALLEGRAMENTE I CORPI NUDI DEI SUOI PERSONAGGI SENZA PREOCCUPARSI DI CLASSIFICAZIONI NOIOSE, TIPO ETERO O OMO, PER AMORE O PER DENARO, O SEMPLICEMENTE PERCHÉ (ALLORA?) ACCETTARE LE MOLESTIE ERA UN PASSAPORTO VERSO LA CELEBRITÀ” – VIDEO

 

 

 

Natalia Aspesi per “la Repubblica”

 

NATALIA ASPESI

Cosa legava negli anni luminosi del ritorno alla pace gli Studios di Hollywood a un distributore di benzina in Hollywood Boulevard? Che cosa condividevano le dive e i divi più famosi e i giovani e aitanti benzinai appena ritornati dalla guerra? Il sesso, ovvio, ed è da questo ricordo che parte la miniserie Hollywood, sette puntate di una certa vivacità sessuale che, con la scusa di raccontarci come la città dei sogni avrebbe potuto allora rivoluzionare il mondo (ma non lo fece), spoglia e intreccia allegramente i corpi nudi dei suoi personaggi senza preoccuparsi di classificazioni noiose, tipo etero o omo, per amore o per denaro, o semplicemente perché (allora?) accettare le molestie era un passaporto verso la celebrità.

serie netflix 'hollywood' 14

 

Brividi su brividi certamente da parte degli incolpevoli reclusi che da domani potranno vederlo su Netflix, massimo conforto all’attuale eccesso di castità per chi ancora pensa a quelle cose lì. L’autore è Ryan Murphy, 55 anni, un marito e due figli, già adorato dagli spettatori di ogni appartenenza LGBTQIA più i tradizionalisti, per le celebri serie Pose, Glee e altre in bilico tra musical e transessualità.

 

NATALIA ASPESI

Hollywood racconta la storia di un gruppo di giovani che arrivando dall’America profonda sognano di entrare a Tinseltown, la città delle favole, e diventare ricchi e famosi: come i divi del momento, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, come Ava Gardner e Burt Lancaster. La fortuna, per quegli intrepidi, almeno per i maschi, non parte dai cancelli degli Studios dove ogni mattina una folla di sconosciuti aspetta di essere scelto come comparsa e poi chissà, ma da quella stazione di servizio dove si fermano i macchinoni dei potenti per fare benzina e pronunciare la parola chiave, “Dreamland”, e subito un bel ragazzo salirà accanto alla matura signora e soprattutto a signori di ogni età.

 

serie netflix 'hollywood' 10

E questo è storico, c’è un documentario recente tratto dalle memorie di Scotty Bowers (morto l’ottobre scorso a 96 anni) a suo tempo bellissimo ex marine che intraprese la fruttuosa carriera come benzinaio in Hollywood Boulevard, contrattando le sue cortesie con ospiti che mai avrebbero potuto rivelare la loro omosessualità, in California un reato, per l’industria del cinema la morte: da Gore Vidal a Cole Porter, da Edgar Hoover a Alfred Kinsey, a “Wally e Eddie” i duchi di Windsor sempre in coppia.

 

Scotty Bowers con Valerie Vernon e Constance Dowlingrandoplh scott

Più naturalmente i grandi del cinema, George Cukor e le sue feste scatenate, certi uomini fascinosissimi tipo Tyrone Power e purtroppo il nostro adorato Cary Grant, i cui baci a Ingrid Bergman ci avevano tramortito (Notorius), in realtà per anni compagno di un altro maschio maschilissimo, Randolph Scott, e costretto a sposarsi (cinque volte); come del resto, ma per fortuna sua una sola volta con la sua segretaria lesbica, chi sarebbe diventato una clandestina icona omo, Rock Hudson, che solo morendo di Aids nel 1985 si rivelò. Lo ritroviamo un po’ tontolone, unico nome reale, tra i giovani benzinai aspiranti alla fama della miniserie, tutti legati a un progetto, raccontare la storia (vera), di Peg Entwistle, una biondina inglese che non riuscendo a far carriera a 24 anni si suicidò gettandosi dalla H della enorme insegna “Hollywood”.

 

Natalia Aspesi scotty bowers 6

Ma come potevano i grandi Studios finanziare un film scritto da un nero omosessuale, diretto da un mezzo filippino che pare bianco e vorrebbe come protagonista la bellissima ragazza che vive criminalmente con lui, in quanto afroamericana, ma allora si diceva nigger? Un film così allora non poteva essere fatto, nessun cinema del Sud l’avrebbe proiettato, ci sarebbero stati tumulti, e pure qualche linciaggio. Dal 1934 vigeva per il cinema il codice Hays, che oltre a impedire letti matrimoniali nei film anche per coppie coniugate, proibiva accenni a “perversioni” come l’omosessualità e l’integrazione razziale. I neri potevano apparire solo come servitù anche un po’ ridicola e le potentissime, ricchissime case di produzione ubbidivano.

 

serie netflix 'hollywood' 11

Murphy mostra altri razzismi accaduti, come quando la cinoamericana Anna May Wong, dopo un provino commovente, fu sostituita da Luisa Rainer, una tedesca truccata da cinese nel lacrimoso La buona terra. O ricorda Hattie McDaniel, la nera cicciona Mami, cameriera di Rossella in Via col vento, la prima persona di colore a vincere un Oscar (1939) come attrice non protagonista, a cui alla premiazione fu impedito di sedersi con gli altri vincitori. Quante volte abbiamo visto quel film arrivato da noi nel dopoguerra? L’abbiamo sempre adorato, lo rivedremmo anche adesso, non accorgendoci mai del suo razzismo, Mami che parla come una deficiente almeno nel doppiaggio italiano, i neri cattivi che vogliono far male alla povera Rossella, il Ku Klux Klan buono che la salva.

serie netflix 'hollywood' 2serie netflix 'hollywood' 13

 

Ma Murphy e i suoi collaboratori sono davvero geniali, perché se denunciano l’ipocrisia di quella Hollywood (che era anche di tutta l’America), poi si inventano una serie di happy ending allora obbligatori per melensaggine, rendendoli del massimo ardimento: signore anziane con le loro pessime pettinature di legno che si prendono il potere, potenti produttori razzisti che vogliono darsi ai diritti civili, omosessuali clandestini che si fidanzano apertamente con i loro innamorati. Ma non si poteva esagerare, e infatti il film trasgressivo, che finalmente gli ex benzinai hanno potuto fare, non finisce col suicidio della protagonista, ma con gli innamorati che si baciano, in dissolvenza.

serie netflix 'hollywood' 9serie netflix 'hollywood' 1serie netflix 'hollywood' 12serie netflix 'hollywood' 5serie netflix 'hollywood' 4serie netflix 'hollywood' 6serie netflix 'hollywood' 16serie netflix 'hollywood' 7serie netflix 'hollywood' 3scotty bowers 2scotty bowers 5scotty bowers 4serie netflix 'hollywood' 8

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...