ORSON POLARE - UN LIBRO RACCONTA GLI ESORDI CINEMATOGRAFICI DEL GRANDE ORSON WELLES - IL SUO PRIMO FILM, “TOO MUCH JOHNSON”, E’ STATO RITROVATO A PORDENONE NEL 2008 - GORE VIDAL DICEVA DI LUI: “SI VESTIVA CON TENDE RIADATTATE, A CUI ATTACCAVA IL BAVERO, LE TASCHE E I BOTTONI PER DARE L'ILLUSIONE DI UN ABITO NORMALE…”

-

Condividi questo articolo


Pedro Armocida per “il Giornale”

 

MASSIMILIANO STUDER - ALLE ORIGINI DI QUARTO POTERE MASSIMILIANO STUDER - ALLE ORIGINI DI QUARTO POTERE

C'è l'Orson Welles edito, il mostro sacro che si trova a soli 25 anni a firmare il suo primo film, Quarto potere (1941), universalmente considerato il più importante della storia del cinema, e c'è quello inedito che continua a sorprendere tutti, i suoi studiosi in primis.

 

Quando pensi di aver visto tutto, come per esempio nella prima grande retrospettiva dei suoi film nel 1977 al mitico Obraz Cinestudio di Milano (grazie a Paolo Mereghetti con Sandro Studer e Enrico Livraghi), ecco che nel 2008 per caso a Pordenone viene ritrovata la pellicola considerata perduta del suo vero primo film, Too Much Johnson, concepito come spiegazione dell' intricata trama dell'omonima pièce di William Gillette portata a teatro da Welles. Mentre da poco è terminato il montaggio del film incompleto girato nel 1972 The Other Side Of The Wind.

orson welles in quarto potere orson welles in quarto potere

 

L'alfa e l'omega di una delle carriere più bulimiche nella storia del cinema che ha visto il regista, nato il 6 maggio del 1915 vicino Chicago, passare con naturalezza estrema dal teatro alla radio (memorabile la trasmissione La guerra dei mondi ispirata all'omonimo romanzo di H. G. Wells che nel 1938 gettò gli Stati Uniti nel caos facendo credere allo sbarco dei marziani), alla tv, alla pubblicità e al cinema anche come interprete aiutato dal suo strabordante physique du rôle (Gore Vidal diceva che «si vestiva con tende riadattate, a cui attaccava il bavero, le tasche e i bottoni per dare l'illusione di un abito normale»).

 

ORSON WELLES ORSON WELLES

Ma i due film raccontano molto del modus operandi di Orson Welles e, in definitiva, dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, il genio quasi innato del regista. In questo senso la storia del suo primo film è esemplare così come viene egregiamente raccontata da un libro appena uscito per Mimesis, Alle origini di Quarto potere. Too Much Johnson: il film perduto di Orson Welles di Massimiliano Studer, che ripercorre, quasi come se fosse una spy story, il ritrovamento del film muto con Joseph Cotten, tre anni prima di essere il protagonista di Quarto potere.

ORSON WELLES ORSON WELLES

 

Lo stesso regista ha sviato tutti dicendo sempre che i materiali erano andati distrutti nell'incendio della sua tenuta alle porte Madrid. Studer dimostra come la scusa dell'incendio fosse l'ennesimo «colpo di cinema» di Welles per mantenere il mito di Quarto potere, il capolavoro della storia del cinema girato da un giovane fuoriclasse che non conosceva bene il mezzo cinematografico.

 

D'altro canto uno dei suoi ultimi film non si intitola proprio F For Fake/Verites et Mensoges (F come Falso/Verità e menzogne)? Tutto viene contraddetto - scrive lo studioso - «dalle insolite inquadrature, le profondità di campo, il montaggio in stile avanguardistico».

 

ORSON WELLES ORSON WELLES

Dal primo film si arriva ora al suo ultimo, The Other Side Of The Wind, che, dopo decenni, è stato completato e restaurato grazie a Netflix con il montaggio di Bob Murawski, la musica di Michel Legrand e la supervisione del produttore dell' epoca Frank Marshall insieme a Filip Jan Rymsza e a Peter Bogdanovich a cui Welles lasciò il compito di portarlo a termine.

 

ORSON WELLES ORSON WELLES

Certo suona tutto un po' paradossale: il colosso dello streaming che salva una pellicola e ne consentirà per la prima volta la visione dopo il festival di Cannes dove probabilmente sarà mostrato (nelle scorse settimane c' è stata una proiezione speciale per pochi fortunati come i registi Paul Thomas Anderson e Quentin Tarantino).

 

E si tratterà del film testamento di Welles perché, come ha spiegato Paolo Mereghetti, studioso da sempre del regista, il film, che inizia con un flashback come Quarto Potere e ha numerose scene di nudo, ruota attorno a un party a casa del protagonista J. J. Jake Hannaford.

 

ORSON WELLES THE OTHER SIDE OF THE WIND ORSON WELLES THE OTHER SIDE OF THE WIND

Leggendario e stravagante regista invaghitosi del suo attore, nell'ultimo giorno di vita è impegnato a pianificare il suo ritorno: è praticamente il ritratto di Welles stesso, «l' atto finale di un regista che vedeva Hollywood cambiare rapidamente (ed emarginarlo), cancellando troppo in fretta il ricordo del passato». L'alter ego registico, interpretato da John Huston, era per Welles «un vagabondo, la maggior parte delle volte che girò un film lo fece il più possibile lontano dagli studi della California». Che è quello che ha fatto esattamente per tutta la vita il grande regista morto nel 1985.

paola mori e orson welles paola mori e orson welles ORSON WELLES ORSON WELLES

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY


ultimi Dagoreport

VANNACCI, MA LI MORTACCI! - È BUFERA NELLA LEGA PER LE CONTINUE MINCHIATE DEL GENERALE AL CONTRARIO, CHE LA DISPERAZIONE DI SALVINI HA CANDIDATO ALLE EUROPEE. OGGI L’INCURSORE PARACADUTATO È ARRIVATO A PROPORRE LE CLASSI SEPARATI PER I DISABILI (FREGANDOSENE CHE IL MINISTRO DELLA DISABILITÀ È LEGHISTA). UNA PROPOSTA TALMENTE ALLUCINANTE DA FAR SBIANCARE PURE CEI E FDI. MA IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE: I LEGHISTI SONO INFATTI CONVINTI CHE UNA VOLTA ELETTO… - ANCHE QUEL SEMOLINO DI GIANCARLO GIORGETTI PRENDE POSIZIONE: "VANNACCI NON È DELLA LEGA. NON CONDIVIDO LE SUE AFFERMAZIONI"

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...