michieletto animal farm orwell

ORWELL ALL’OPERA – DAMIANO MICHIELETTO, DOPO AVER INNOVATO IL MESTIERE DI REGISTA LIRICO E TEATRALE, SI METTE ALLA PROVA CON “LA FATTORIA DEGLI ANIMALI” DI ORWELL MESSA IN MUSICA DA ALEXANDER RASKATOV – “DA TEMPO VOLEVO CONFRONTARMI CON QUESTO TESTO. HA UN SUO ASPETTO SURREALE E MAGICO. PARLA DI TEMI ATTUALI: I MECCANISMI DI CONTROLLO, L’ANNULLAMENTO DELL’INDIVIDUALITÀ - IL POLITICAMENTE CORRETTO? HA PRODOTTO UNA SERIE DI DISTORSIONI ED ESAGERAZIONI…”

Gian Luca Bauzano per https://www.corriere.it/sette/

 

la fattoria degli animali michieletto

Cosa significa oggi parlare di regia, creatività o sfida? Ri-pensare un testo classico, musicale o di prosa, magari sconvolgendolo, oppure cimentarsi ex novo con un testo inedito? «Di sfida ce n’è una sola. Chiariamolo subito. Ed è la sfida con te stesso. Non è il materiale che ti trovi davanti a essere la discriminante del tuo lavoro, piuttosto come tu ti poni davanti a questo materiale. Grande classico, o novità assoluta sono sullo stesso piano. Deve cambiare invece il tuo punto di vista nell’approcciarli».

 

Esitazioni poche nella voce di Damiano Michieletto, veneziano, classe 1975, regista lirico, ma anche di prosa e cinematografico tra i più acclamati sui palcoscenici internazionali: a ottobre 2022 a Firenze la ripresa di Alcina di Handel ideata e trionfalmente presentata a Salisburgo con Cecilia Bartoli nel ruolo del titolo; a seguire quella di Béatrice et Bénédict, prima italiana dell’opera di Berlioz con cui si apre la stagione del Carlo Felice di Genova.

damiano michieletto

 

Altra attesissima ripresa, ma nel gennaio 2023 alla Scala, dove andrà in scena con il pubblico in sala Salome di Strauss, spettacolo proposto nel 2021 durante il lockdown solo con la messa in onda televisiva. L’espressione con cui si possono identificare il successo e l’attività di Michieletto sono la ricerca e l’utilizzo di quello che il regista definisce «linguaggio potente».

 

Potente sta per...

«Novità. I teatri chiedono sempre nuove produzioni. Al regista viene offerto solo quel territorio franco, la possibilità di inserirsi o nel solco della tradizione e offrire un nuovo punto di vista. Il proprio punto di vista».

 

1984 di orwell

Oppure?

«Lavorare su un testo inedito. In questo caso, forse ancor più complesso perché si parte da zero. Su tutti i piani. Nel caso di un’opera lirica, la musica, ma anche libretto e allestimento. Senza precedenti manca la possibilità di un confronto. Proprio questo è ulteriormente stimolante. Senza termini di paragone tutti, dai cantanti a chi lavora in scena, cercano soluzioni in cui la percentuale di novità sia alta. Tutto si fa, potremmo dire, più croccante».

 

Nel 2023 Michieletto dovrà viaggiare proprio su questo doppio binario. Affrontare un grande classico come Aida di Verdi (a maggio alla Staatsoper di Monaco), prepararsi alla prima mondiale di Animal Farm, le celebre Fattoria degli animali messa in musica da Alexander Raskatov.

 

Anteprima il 4 marzo 2023 ad Amsterdam alla Dutch National Opera, poi la prima avrà luogo il 28 febbraio 2024 a Vienna che ha prodotto il progetto.

«Da tempo volevo confrontarmi con questo testo. Ha un suo aspetto surreale e magico, protagonisti sono appunto gli animali. Questo permette a un regista di dare sfogo alla sua immaginazione. In Raskatov ho trovato il partner ideale»: il musicista, moscovita, nato nel 1954 ha già suscitato scalpore in passato quando nel 2010 ha firmato un’altra trasposizione, Cuore di cane di Bulgakov

damiano michieletto a caracalla ph fabrizio sansoni opera di roma 2022

 

Delle due strade, rilettura o novità, quale la più semplice?

«Approcci registici differenti. Personalmente poter portare in scena opere inedite, proporre e usare linguaggi musicali e registici nuovi, posso dire mi entusiasma moltissimo. Ma aiuta anche a creare un nuovo rapporto con il pubblico. Arricchire il Dna del teatro».

 

Anche a livello politico e sociale?

«Questo dovrebbe essere oggi il compito del teatro. Rispetto al passato abbiamo molte più occasioni di svago e intrattenimento. Ritrovarsi a teatro è l’unico momento in cui il rapporto tra scena e spettatori può giocare sull’empatia e quindi essere raggiunti da messaggi molto potenti. La comunanza, la ritualità dell’andare a teatro, spinge un regista a trovare codici, temi e linguaggi attraverso i quali parlare di temi di attualità.

michieletto

 

Di quei contrasti umani che sono dentro quella Polis oggi sparpagliata e globalizzata che corrisponde al nostro modo di vivere. Ma anche di comunicare. La scelta di portare in scena proprio un testo come Animal farm nasce anche questo. Parla di temi attuali: i meccanismi di controllo, l’annullamento dell’individualità».

 

Temi di oggi, a volte raccontati solo per il gusto registico di stupire

«Piuttosto un regista, come dicevo, punta alla percentuale di novità nel proprio linguaggio. La trasgressione fine a sé stessa non è quella che interessa a un regista. Ma riuscire a comunicare»

 

george orwell

Sempre più difficile con il politicamente corretto. Non trova?

«Il politicamente corretto ha prodotto purtroppo una serie di distorsioni ed esagerazioni. Così anche il teatro lirico ne è stato coinvolto. Le vicende di eroine come Aida, Butterfly e Carmen nascono da compositori come Verdi, Puccini e Bizet in realtà mai stati in Egitto, Giappone o Spagna. A loro non interessava ricostruire a livello documentaristico un luogo o un mondo. Ma avere una trama. A loro non interessavano problemi di colore o di razza».

 

Allora proprio un’Aida o un Otello?

«Raccontare la vicenda di Aida, dal mio punto di vista, non necessita di dover camuffare con trucco o altro il personaggio che va in scena. Fondamentale è quello che quel personaggio deve trasmettere e raccontare attraverso la sua vicenda. Così come non è necessario che Butterfly sia una cantante asiatica per rendere la vicenda credibile oppure Otello un cantante nero.

ANIMAL FARM ORWELL 6

 

Otello se si legge attentamente è un musulmano mediorientale, la sua è una figura di rottura perché la sua diversità non sta nel colore della pelle ma in come mette in discussione gli equilibri dell’aristocrazia veneziana. Dai codici secolari. L’elemento dirompente è la diversità: la posso mettere in scena o raccontare nei modi più diversi. Il regista ha questo dovere: trovare il linguaggio nuovo per comunicare i cambiamenti».

MICHIELETTO GIULIO CESARE 1ANIMAL FARM ORWELL 45michieletto mass

 

damiano michielettomichieletto salomè

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...