paolo calabresi

PAOLO CALABRESI, UNO DALLE MILLE FACCE - E’ STATO NICOLAS CAGE A SAN SIRO, CON TUTTA LA DIRIGENZA DEL MILAN SCHIERATA ("GRANDE PROVA ATTORIALE"), MA IN REALTÀ VOLEVA SOLO SCROCCARE UN BIGLIETTO PER VEDERE LA ROMA; È DIVENTATO UN MINISTRO AFRICANO DAVANTI A VELTRONI (“NON FELICISSIMO DELLA PERFORMANCE”). ERA JOHN TURTURRO ALLA NOTTE DEI DAVID (“SCORSESE MI HA BECCATO”) – “LA POLITICA? DA RAGAZZO PENSAVO SOLO ALLE FEMMINE - INVIDIA? TANTISSIMA, VEDO TANTI CANI CHE POSSONO SCEGLIERE COSA GIRARE” – LE BOTTE DELLA MOGLIE E LA RISSA SUL SET CON RAVELLO-VIDEO STRACULT

 

Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano - Estratti

paolo calabresi

Uno, a volte nessuno, in alcune occasioni qualcun altro, in altre ancora una maschera di se stesso. Al centro c’è Paolo Calabresi, un’esistenza contro ogni regola dell’attore moderno, che “recita”: mai portare il personaggio a casa, il professionista si scherma. Lui per alcuni anni non ne portava uno, ma vari.

 

Lui era “vari”. Quindi Nicolas Cage a San Siro, tutta la dirigenza del Milan schierata, ma in realtà voleva solo scroccare un biglietto per vedere la Roma; lui era il ministro africano davanti a Walter Veltroni (“non felicissimo della performance”). Lui era Tarantino alla notte dei David (“Scorsese mi ha beccato”).

 

E avanti così, per sette anni.

Eppure lui era, ed è, uno degli ultimi (reali) attori strehleriani (“il mio maestro”): cinque anni al Piccolo e proprio dopo una prova al Piccolo “è nata la goliardata di San Siro”.

paolo calabresi sosia di nicolas cage

Lui era ed è Biascica, uno dei personaggi più amati della serie cult Boris.

 

Lui oggi è Ugo Pecchioli, dirigente comunista, nel film di Segre dedicato a Berlinguer. Ed è bravissimo nel grigiore, nella serietà, nei colletti ben chiusi, nella solennità della liturgia comunista. “È un gran bel film, tecnicamente straordinario tra inserti di repertorio, musica, fotografia; alla fine della proiezione le lacrime di Bianca (Berlinguer) credo siano legate sia alla figura del padre, sia alla dolcezza di tutta la pellicola”.

Scatta l’effetto di “come eravamo”.

C’è il dolore lancinante per un’epoca definitivamente scomparsa, dove la politica era vicina alle persone, gli avversari si confrontavano, esistevano rapporti diretti; (pausa) fa impressione il rapporto tra popolo e politica, le feste dell’Unità ne erano la celebrazione.

 

Da ragazzo si occupava di politica?

Vengo da una famiglia di democristiani: mio zio è stato sottosegretario al ministero dell’Industria o degli Interni, non ricordo bene.

(…)

paolo calabresi (2)

Ha frequentato il Massimo, l’istituto privato dove sono cresciuti Montezemolo, Draghi...

(Sornione) Lo ha immaginato o ha studiato?

Il Massimo non è una colpa.

No, ci mancherebbe. Ma all’inizio di questo lavoro mi sentivo una pecora nera proprio per il Massimo: gli altri arrivavano da un altro tipo di estrazione, così avevo i complessi al contrario.

 

Per la ricchezza?

Ma quale? Mia mamma era una Rebecchini, il padre (Salvatore Rebecchini) è stato sindaco di Roma nel secondo dopoguerra, quindi una famiglia molto ricca; eppure a casa mia quella ricchezza non è arrivata, papà non era adatto a quell’ambiente.

 

Cioè?

Non ha mai potuto esprimere il suo talento da archeologo, è sempre stato fermato dal pragmatismo della necessità: quindi prima assicuratore, poi siccome tutti gli zii erano costruttori, anche lui si è lanciato. Un disastro. Ha costruito quindici case, ma senza compromessi né pelo sullo stomaco: ha perso tutto.

Eravate i cugini poveri.

Un po’ sì, ma in casa eravamo tanti, stavamo tra di noi.

nicolas cage e paolo calabresi

 

Si occupava di politica?

Sono nato nel 1964, ho perso il ’77, sono rimasto tra il così e il cosà; e da ragazzo pensavo solo (si ferma un attimo, ragiona, poi si salva con...) alle femmine.

Non voleva dire “femmine”. Si è censurato.

(Ride) Ha presente la scena di Boris, quando in coro ripetono “manca la fregna”?; da ragazzo mi interessava solo la Roma, giocare a basket, a tennis, stare con gli amici...

 

(…)

L’impostore è spesso manipolatore.

galliani e paolo calabresi sosia di nicolas cage

Sono stato pure manipolatore; nel periodo del mio trasformismo, da Nicolas Cage in poi, ho intrapreso un percorso da analisi psicologica.

Travolto da un altro se stesso.

C’è un periodo chiave della mia esistenza, quando mio padre e mia madre sono morti a distanza di dieci giorni: mamma scopre di avere un tumore, papà appena lo sa gli viene un infarto di notte. L’amava moltissimo.

Pochi mesi dopo, c’è il terzo grave lutto: muore pure Strehler, il maestro.

Senza più ancore.

Per fortuna ero già sposato e con un figlio.

 

Sua moglie, quando le hanno chiesto del periodo del trasformismo estremo, ha risposto “l’ho lasciato fare, andava bene così”.

Lei straordinaria, non si è mai spaventata, nonostante a un certo punto i miei scherzi avessero intaccato le ultime riserve economiche della famiglia.

calderon e paolo calabresi sosia di nicolas cage

Il primo scherzo.

Sono al Piccolo per le prove del Sogno di Strindberg, regia di Luca Ronconi. La sera c’era Milan-Roma, tutto esaurito, così un amico mi consiglia: “Vai come Nicolas Cage”. Così chiamo come addetto stampa di Cage. Loro mi consigliano di inviare un fax. Va bene. E all’improvviso si accende come un enorme riflettore su di me: allo stadio mi aspettavano, il Milan aveva diffuso la notizia, Galliani che mi accoglie. Poi mi portano negli spogliatoi...

 

Non era solo.

Avevo coinvolto altri attori vestiti da bodyguard, e l’autista del Piccolo mi aveva accompagnato con la macchina del teatro; (sorride) l’autista, fino alla sua morte, mi ha chiamato ogni anno ringraziandomi per “il giorno più divertente della mia vita”.

PAOLO CALABRESI er gol de turone era bono

 

Viveva in un’altra dimensione.

Portavo il mio mestiere fuori dai soliti luoghi; (pausa) il problema è che in quel periodo, nonostante fossi al Piccolo, non me ne fregava niente della professione, mi interessava più la partita della Roma. E nella mia testa non avevo nulla da perdere.

Incosciente.

Lo ero e senza saperlo ero attratto dall’enorme faro generato dalla “recita” a San Siro: quella è stata una grande prova attoriale, dovevo crederci, non potevo sbagliare nulla.

 

Adrenalina?

Come la prima di uno spettacolo teatrale, moltiplicata per dieci. Alla fine della partita siamo usciti urlando come dei ladri dopo una rapina.

 

Torniamo al teatro: Strehler e Ronconi.

Ronconi sono arrivato a detestarlo, chi ha lavorato con lui si è ridotto a stare male; Strehler no, con lui avevi a che fare con Mozart, con uno che non aveva preconcetti, pregiudizi, che era talmente naturale che sembrava non studiasse; (sorride) con Strehler non ho mai partecipato a una prova generale senza che ci interrompesse o salisse sul palco.

paolo calabresi the land of dreams

 

Mai?

Impossibile, alla prova generale spesso gli assistenti lo imploravano di non assistere, altrimenti ti correggeva nuovamente.

 

Aveva ragione?

Entrava in una dimensione onirica, dove non esistevano ragionamenti, ma solo la pancia.

E aveva sempre ragione, coglieva l’impossibile.

 

Come è arrivato al teatro?

In teoria sarei dovuto diventare avvocato, poi un giorno mi lascia la ragazza del tempo; sofferente, raggiungo un amico a Parigi. Una sera mi trovo davanti al Théâtre du Châtelet, una signora anziana si ferma e mi rivolge la parola: “Mio marito non è potuto più venire, prenda questo biglietto, così mi accompagna perché non riesco a salire le scale”. Accetto. Mi siedo. E assisto all’Opera da tre soldi, regia di Strehler, protagonista Milva. Per tre ore sono rimasto immobile, impazzito.

paolo calabresi foto di bacco (3)

Torno a Roma, esce il bando per la scuola del Piccolo, mi iscrivo e mi prendono.

 

Quando ha capito di essere un fuoriclasse?

Non lo sono.

 

Insistiamo.

Qualche volta ho avuto la sensazione di esserlo, specialmente nel periodo trasformista, ma ero dopato (arriva il primo di una serie di fan per ottenere un selfie). I fan di Biascica li riconosco subito, e mi piace perché Boris lo amo: mi ha salvato dalla dipendenza del trasformismo.

A Biascica è proprio legato.

Se dovessero chiamarmi per un’altra stagione, mollo tutto e corro. E non vale solo per me, ma anche per gli altri.

 

Le Iene non le piacevano?

paolo calabresi foto di bacco (1)

Zero, mi sono divertito giusto tre o quattro volte, ma avevo quattro figli e il narcisismo era pure solleticato dall’andare in televisione; poi c’è mia moglie.

Fondamentale.

Mi ha sempre difeso, anche quando amici e parenti la chiamavano allarmati; quando mi sono trasformato in Marilyn Manson ho utilizzato gli ultimi soldi da parte, eppure lei ripeteva “se si sente di farlo...”.

 

È stato mai picchiato da sua moglie?

(Stupito) Come lo sa? Una volta sola, pensava l’avessi tradita.

Non era vero.

 

Come si giudica nel film su Berlinguer?

È una delle poche volte in cui non mi sono dispiaciuto, di solito sono tremendo.

 

Prova mai invidia?

Tantissima, vedo tanti cani che possono scegliere cosa girare.

paolo calabresi marilyn manson

 

(…)

Che vuol dire?

Sono cliché, infatti gli rido in faccia.

 

Lei è pericoloso?

Un po’ sì, e alcuni mi temono. Sono anche grosso.

 

È iroso?

No, poche cose, giusto tre o quattro volte ho sbroccato sul set.

Tre o quattro non sono poche.

Una volta ho picchiato Rolando Ravello.

Ravello non è prestante.

(Sorride) Per primo è partito lui!

 

Perché?

Sul set, lui regista, c’era l’attrice che non voleva baciarmi: “Non posso, mi sono fidanzata!”. E lui, quando provavamo, se la prendeva con entrambi. Alla fine ci siamo spintonati.

 

È soddisfatto della sua vita?

Non tanto, perché negli ultimi anni mi sono impigrito. Sono un po’ stanco.

 

paolo:finto novantenne invitato al festival di sanremo

Come mai?

Non lo so, forse è un periodo della mia vita, ho appena compiuto sessant’anni.

Potrebbe diventare regista.

Ci sto pensando, sono in evoluzione.

 

La Roma è sempre importante?

Certo, anche se da quando mio figlio è diventato professionista (gioca nel Pisa) sono leggermente più distaccato, più pacato.

Ha segnato alla Roma.

Tacci sua.

Ecco, distaccato.

Vabbè, che vuol dire...

 

john turturro al david di donatelloincontro al vertice mr babu veltroniil finto rogge presidente del cio con un ignaro moratticalabresi:roggecalabresi:cagecalabresi:manson al truccocalabresi:nicolosi il medico americano che voleva "riparare" i gaycalabresi cardinale durante il concerto di gigi d'alessiopaolo calabresi paolo calabresirettore

(…)

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…