francesco rutelli roma camminando aquila imperiale

PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI ROMANI – MIRELLA SERRI SUL LIBRO "ROMA, CAMMINANDO" DELL'EX SINDACO FRANCESCO RUTELLI – “ROMA È VERAMENTE CAPUT MUNDI. UN ESEMPIO? L'AQUILA IMPERIALE, “ESPRESSIONE DEL POTERE DI ROMA”, È DIVENTATA L'EMBLEMA DELLA DEMOCRAZIA AMERICANA - I ROMANI FURONO I PRECURSORI DEL COMMERCIO GLOBALIZZATO, IL SISTEMA DELLA VIABILITÀ HA DATO ORIGINE AL MOTTO “TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA” - IL SISTEMA DELLA "CITTADINANZA COMUNE" (OGGI CHE ANCHE LO IUS SOLI E' UN MIRAGGIO) E ANCHE L’ACRONIMO COVID…

Mirella Serri per “La Stampa”

 

rutelli

Sii popolare, raccogli associazioni di categoria quali facchini, fruttivendoli, contadini; lusinga gli elettori; non dire di no a nessuno; scrivi dei programmi in cui vi sia poco o nulla»: questi suggerimenti truffaldini li troviamo nello spregiudicato Commentariolum Petitionis (manualetto di campagna elettorale) scritto (quasi certamente) da Quinto Tullio Cicerone verso il 65-64 a.C. per il fratello Marco Tullio in lizza per la carica di console.

 

 I nostri progenitori erano così: ricchi di contraddizioni con il loro spirito sapido, spavaldo e temerario e anche capaci di dare un'impronta avveniristica alla cultura che ha formato mezzo mondo. A farci scoprire l'universo dell'antica metropoli è Francesco Rutelli nel suo ultimo libro, Roma, camminando (Laterza).

 

rutelli cover

Politico di lungo corso, Rutelli, il cui bisnonno Mario è lo scultore della celebre fontana delle Naiadi di piazza Esedra a Roma, ha iniziato la sua avventura nel Partito Radicale, poi ha proseguito come ministro dell'Ambiente e della Cultura, poi come vicepresidente del Consiglio ed è stato anche il primo sindaco di Roma eletto direttamente dai cittadini. In questo suo saggio itinerante, che attraversa 28 secoli e si muove lungo 18 percorsi, adotta un punto di vista assolutamente originale e ci spiega come sia stata incredibile la capacità dei nostri antenati di alimentare le tematiche simboliche, comunicative e creative che incontriamo ancora oggi, non solo in Italia ma in ogni angolo del globo.

 

Proprio così: Roma è veramente caput mundi ed estende le sue ramificazioni senza limiti temporali, geografici e nemmeno ideologici. Un esempio? L'aquila imperiale che incarna la concreta «espressione del potere di Roma» è simbolo di supremazia dell'imperatore, pontifex maximus e capo dell'esercito.

 

mirella serri

È stata utilizzata da Napoleone ma pure da Mussolini e Hitler. È diventata persino l'emblema della democrazia americana: i padri fondatori degli Stati Uniti attinsero dai latini il principio del delicato equilibrio dei poteri che connota il loro Stato di diritto. I romani furono i precursori del commercio globalizzato che si esercitò nei territori da loro controllati e non solo: si dedicavano con cura maniacale alle strade per facilitare il raggiungimento dei porti, per operare la riscossione delle imposte e per arrivare al centro dell'impero.

 

Le vie lambivano i confini esterni, dalla Mesopotamia a Sala/Rabat, dall'Egitto alle foci del Danubio e del Reno. Il sistema della viabilità, che era governato in modo rigoroso dallo Stato con l'esproprio dei terreni privati, superò i centomila chilometri e ha dato origine al motto «tutte le strade portano a Roma».

 

La lingua latina la troviamo persino nel terribile e persecutorio acronimo covid formato da lettere derivanti da parole di origine latina salvo l'ultima, che sta per l'inglese disease. Il vaccino deriva dal latino vacca e dal suo aggettivo vaccinus, il francese confinement, ovvero il lockdown, viene dalla lingua di Giulio Cesare.

 

aquila imperiale

Ma questi sono solo alcuni assaggi di un lessico sterminato che influenza tutti i campi: medico, artistico, tecnologico, architettonico, urbanistico e politico. Nell'estate del 2020 la t-shirt per il finanziamento della campagna Biden-Harris recitava It' s time to cross the Rubicon, è il momento di attraversare il Rubicone. Ugualmente i giornali scrissero che «si era passato il Rubicone» quando il Dipartimento della Difesa, con un provvedimento senza precedenti dopo l'assalto dei manifestanti pro-Trump al Campidoglio, decise di armare la Guardia nazionale a difesa del Congresso e della formale cerimonia di insediamento di Biden.

 

Roma, riscoperta da Rutelli in veste di girovago e flâneur, è sempre stata anche una sponda da cui progettare il futuro. L'ex ministro della Cultura ci rammenta le battaglie civili che si sono combattute nell'Urbe: da piazza Navona, che ha ospitato le gloriose adunate per il divorzio e per l'aborto convocate da Marco Pannella, al Colosseo che è stato il simbolo mondiale della protesta contro la pena di morte.

 

È stata perfino la sede di uno dei primissimi gridi di allarme degli ambientalisti sui «Limiti dello sviluppo»: l'imprenditore e manager Aurelio Peccei vi riunì gli studiosi internazionali che redassero l'inquietante rapporto globale pubblicato nel 1972. La politica, secondo Hannah Arendt, è stata definita nella Roma antica come il patto capace di sigillare un accordo tra parti diverse, formando la societas.

 

aquila stati uniti 2

Con la complessità della sua magistratura, con i suoi conflitti, con gli squilibri di potere tra aristocrazia, cittadini e plebe, con la sua democrazia, con la dittatura, con il ruolo dei militari, con il clientelismo e con tutte le sue astuzie, crudeltà e genialità, Roma ci fa capire chi siamo e cosa siamo stati. Di recente, l'Economist ha sottolineato che i popoli conquistati dalle milizie romane entravano a far parte di un sistema di cittadinanza comune: «Per questo motivo in tanti finivano per riconoscersi nel governo di Roma e per questo l'impero è durato così a lungo».

 

L'obiettivo della «cittadinanza» per gli stranieri è oggi ancora un miraggio. Questo saggio peripatetico di Rutelli è un appassionato manifesto elaborato da chi crede nella politica «alla Arendt». Indica un percorso per recuperare la visione e la progettualità che caratterizzarono l'operato dei politici di molti secoli fa. E che oggi spesso mancano.

francesco rutelli foto di baccoCOLOSSEO ANTICA ROMAANTICA ROMAANTICA ROMAmarco tullio ciceroneorazione di ciceroneroma anticaCICERONE CATILINAroma antica 1IL FORO DI CESARE ANTICA ROMAantica roma 11

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?