mario giordano lilli gruber carlo de benedetti

PILLOLE DI POLITICAMENTE MOLTO SCORRETTO - G. SALLUSTI: “LILLI GRUBER SI È SENTITA RIVOLGERE LA SEGUENTE DOMANDA A UN CONVEGNO: ‘RITENETE MARIO GIORDANO UN VOSTRO COLLEGA?’, E SI È ESIBITA IN UNO STRIDULO “BEHBEHBEHBEHBEH” - “CI SAREBBE MATERIALE PER DODICI PUNTATE DI ‘OTTO E MEZZO’ CONTRO IL BODY SHAMING, SE LA PROTAGONISTA NON FOSSE LA CONDUTTRICE” - LA REPLICA DEL CONDUTTORE DI “FUORI DAL CORO”: "SE PER ESSERE TUOI COLLEGHI BISOGNA FARSI VEDERE SUGLI YACHT CON DE BENEDETTI ALLORA SONO ORGOGLIOSO DI NON ESSERLO..."

MARIO GIORDANO E LA FOTO DI LILLI GRUBER SULLO YACHT DI DE BENEDETTI

 

 

1 - Giordano si vendica con la Gruber, con chi sale sullo yacht

Da www.iltempo.it

 

 

Lilli Gruber lo sfotte per il tono della voce e dice che non è un suo collega. Mario Giordano, però, non ci sta e durante la sua "Fuori dal coro" si prende una tremenda vendetta. "Ebbene sì, ho una brutta voce, ho un difetto fisico - ammette Giordano - ma che la regina del politicamente corretto prenda in giro una persona per i suoi difetti fisici...beh a che livello sei caduta cara Lilli...".

 

SILVIA MONTI LILLI GRUBER CARLO DE BENEDETTI SULLO YACHT

E non è finita qui. Poi va in scena la vera vendetta con tanto di copertina della Gruber con De Benedetti. "Cara Lilli - incalza Giordano - se per essere tuoi colleghi bisogna partecipare alle riunioni dei ricconi del Bilderberg e farsi vedere sugli yacht con De Benedetti allora sono orgoglioso di non essere tuo collega". Colpita e affondata.

 

2 - PILLOLE DI POLITICAMENTE MOLTO SCORRETTO

Giovanni Sallusti per Dagospia

GIOVANNI SALLUSTI

*autore del libro ''Politicamente Corretto - la dittatura democratica'' - Giubilei Regnani editore

 

Caro Dago,

non c’è niente da fare, tocca tornare a Orwell, per decrittare gli impazzimenti quotidiani dell’era Politicamente Corretta. “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

 

Eccola lì, l’essenza di ogni autoritarismo, il doppiopesismo logico e morale tra l’oligarchia che impugna il manganello e la plebe che lo assaggia. E questo autoritarismo sghembo, patinato e buonista che ci è toccato in sorte non fa eccezione.

POLITICAMENTE CORRETTO GIOVANNI SALLUSTI

 

Prendete l’ultima prodezza di una vera e propria Erinni del Politicamente Corretto, Dietlinde Gruber detta Lilli, occhiuta setacciatrice di ogni sbavatura stilistica in odore anche vago di machismo, sessismo, sovranismo (qualunque cosa voglia dire), fascismo (ammesso voglia dire ancora qualcosa).

 

Ebbene, la giornalista competente e progressista si è sentita rivolgere la seguente, fondamentale domanda a un recente convegno (in queste occasioni l’intervistatore svolge invariabilmente la funzione dell’intellettuale cortigiano, con particolare attenzione al secondo aspetto, l’intelletto è opzionale): “Ritenete Mario Giordano un vostro collega?”.

 

La Gruber quasi non crede a cotanto assist, a questo rigore a porta vuota davanti allo scalpo di un reprobo così manifesto per l’ideologia dei Buoni, e infatti esordisce con un risolino di compiacimento.

lilli gruber fa il verso a mario giordano

 

Dopodiché si lancia: “Allora, rispondo prima io perché non sono neanche sicura…”, quasi a mettere in dubbio l’esistenza stessa del dissidente, come da consolidata tradizione sinistra. Ma è solo un pretesto per vibrare il vero colpo: “Sì, se faccio un verso sai chi è, questo Giordano”.

 

E, avendo ormai creato il clima per l’esecuzione pubblica, può esibirsi in un forzatamente stridulo “Behbehbehbehbeh…”, che vorrebbe essere la parodia della voce del reprobo (il video è stato mostrato nella puntata di ieri di Fuori dal Coro). Il quale sì, è dotato di un timbro vocale più acuto della media, diciamo pure nettamente più acuto della media (per noi che non ci siamo mai candidati col Pd è una caratteristica descrittiva, non valutativa, quindi ci possiamo permettere di non essere reticenti).

 

mario giordano replica a lilli gruber

Quindi: l’anchorwoman impegnata, e sempre dalla parte giusta, che ha scritto un libro contro “la cultura delle 3 V” dell’odio maschilista (volgarità, violenza, visibilità), sforna un’uscita che sarebbe considerata volgare in qualunque bar di periferia, violenta come solo può esserlo l’irrisione per un (presunto, sempre dalle parti civili e democratiche) difetto fisico in assenza del difettato, e che sfrutta tutta la forza della visibilità dell’autrice, una signora (sì può dire, senza che indichi eccesso testosteronico?) che va in onda ininterrottamente da lustri in prima serata su reti televisive nazionali.

 

mario giordano replica a lilli gruber

Ci sarebbe materiale per dodici puntate di “Otto e mezzo” contro la barbara usanza contemporanea del body shaming, se la protagonista non fosse la conduttrice del medesimo.

 

Per cogliere quanto l’ipocrisia doppiopesista sia l’alfabeto del Politicamente Corretto di rito gruberiano (che poi è una mera importazione di mode d’Oltreoceano, non vorremmo la nostra si montasse la testa), propongo un esperimento mentale: provate a invertire i poli attoriali della scena.

LILLI GRUBER

 

Mario Giordano, in esordio di trasmissione, chiamando a sé l’ormai mitologico regista/spalla (“Donato!”), maramaldeggia: “Aspetta, questa Gruber, non sono neanche sicuro… Sì, se faccio una smorfia sai chi è, questa Gruber”.

 

E si mette lì a stringere i labbroni, in una parodia oscena delle labbra della collega, fattualmente, legittimamente e innocentemente più voluminose della media. Chiaro cosa sarebbe accaduto, no? Fucilazione del reprobo a reti unificate, editoriali prestampati in serie sull’orrido maschilismo becero-destrorso che non passa, comunicato di scuse di Mediaset con pellegrinaggio in ginocchio di Piersilvio alla sede di La7.

 

lilli gruber fa il verso a mario giordano

Noi non vogliamo niente di tutto ciò, ovviamente, siam mica sgherri del pensiero unico. Solo, ci permettiamo di dire a Lilli che, se lei chiude il suo libro con l’ambizioso programma di “rieducare il maschio”, a volte basterebbe la sana, antica, reazionaria educazione. E sì, vale anche per la femmina.

LILLI GRUBER SULLO YACHT DI CARLO DE BENEDETTI

lilli gruberLILLI GRUBER TG1 LILLI GRUBER GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”