sergio mattarella san carlo napoli jonas kaufmann otello mario martone

PRIMA DI MOLLARE IL COLLE MATTARELLA HA BISOGNO DI UN PO’ DI NAPOLI – DOMENICA 21 SERGIONE DARÀ LA SUA BENEDIZIONE ALLA STAGIONE DEL SAN CARLO, INAUGURAZIONE CON L’”OTELLO” DI VERDI. PROTAGONISTI IL TENORE NUMERO UNO AL MONDO JONAS KAUFMANN, SUL PODIO MICHELE MARIOTTI E LA REGIA DI MARIO MARTONE (‘’VERDI È UNA SPECIE DI SCANDAGLIO SULLA COSCIENZA DEGLI ITALIANI’’) - UN CAST DI ALTISSIMA QUALITÀ CHE MINACCIA DI OSCURARE LA PRIMA DELLA SCALA DEL 7 DICEMBRE...

jonas kaufmann maria agresta otello san carlo napoli 2

Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

Accendete le luci su Desdemona. Per molti, è Jago il protagonista dell'Otello di Verdi. È l'ultimo squillo di passione virile creato da un uomo anziano, celebrato, che lascia un'opera spettacolare e rifinita, dove la tragedia nasce dall'equivoco su un fazzoletto. Mario Martone, prendendosi dei rischi, sposta la prospettiva su Desdemona, in uno spettacolo sorprendente anche sul piano scenico. 

 

teatro san carlo napoli 9

«Questa è la storia di un femminicidio, la vicenda è tutta umana, legata al nostro tempo e ai rapporti tra uomo e donna». È l'apertura del San Carlo, il 21, con un cast di lusso: Jonas Kaufmann, Maria Agresta, Igor Golovatenko, e Michele Mariotti sul podio. Lei e Otello. «Per me, è un titolo fatale. La mia prima volta fu nel 1982, avevo 22 anni, era una riscrittura teatrale che però partiva da Verdi e non da Shakespeare, dove tutto era trasfigurato in un senso di avanguardia. 

mattarella con re felipe al teatro san carlo di napoli 1

 

Nel 2009 invece portai l'opera a Tokyo, ambientata a Venezia, nell'800, al tempo di Verdi, con i canali d'acqua. Ora, nel mio ritorno al San Carlo dopo quindici anni, ho voluto affrontare Otello nella contemporaneità. È un'opera che pone questioni delicate nella messinscena. È stato complicato elaborare il progetto». 

 

mario martone con la moglie ippolita

E «E alla fine è prevalsa una scelta radicale. Il Medioriente oggi, ma non c'entra niente l'Islam. Tanto per cominciare siamo in una dimensione militare, è un dramma che parla di soldati, anche rivali nella carriera, di ambasciatori che arrivano. E di un esercito occidentale in Oriente, con un aspetto esotico altrettanto importante. È Venezia a Cipro. Tutto questo conta: la lontananza dell'esercito, il deserto, lo spaesamento, il destino che crea delle fate morgane. Otello è un'opera di fantasmi. Jago scatena fantasie nella mente di Otello. La stessa cosa sarebbe successa a Venezia?». 

 

Michele Mariotti

Il colore del moro? «La questione della pelle è l'aspetto che mi interessa meno. Lui sarà bianco (non è la prima volta ndr), non ho nessuna bacchettonaggine da politically correct . Sui giornali, quando una donna viene uccisa l'uomo dice che la amava. Un aspetto che prima non si considerava: ma non possiamo non guardarlo. Oggi avrei difficoltà a vedere un uomo che piange la donna che ha ucciso, con la bellezza di Verdi e Shakespeare. Quella bellezza c'è, ma come raccontarla? Io cerco una strada diversa, lasciatemi la sorpresa». 

otello san carlo napoli 6

 

Veniamo a Desdemona. «Otello e Jago non sono scardinabili, invece sono intervenuto in termini contemporanei su Desdemona, sottraendola al destino di agnello sacrificale, di donna vittima dall'inizio, per farne una donna forte. Jago non è invidioso solo di Cassio ma di lei, che lo supera dal punto di vista militare. L'invidia si trasforma in odio. È un esercito di soldati e soldatesse e lei è un'eroina». 

 

otello san carlo napoli 7

Spade, pugnali? «No. Pistole, fucili, mitragliatori. Lo spettacolo si apre con la tempesta, l'esercito occidentale (senza alcuna connotazione politica) salva dei profughi orientali. Poi vedremo colonne, resti di un'antica Roma in un deserto alla Buzzati, e un ospedale da campo dove il mare non è lontano. 

 

E qui Desdemona, la promessa sposa, viene salutata e festeggiata; posso rovesciare l'impronta visiva (penso alla sua camera da letto con la tv, sembra un container con un arredo semplice), ma sempre dialogando con l'opera, la pertinenza è importante». 

 

Il fazzoletto? «Non è ricamato, è militare, lo hanno al collo i soldati. Ha un aspetto simbolico importante. Otello lo dona a Desdemona. Lei non è un angelo smarrito davanti a un uomo col colore della pelle diversa, sono due persone con pari dimensione sociale. Eppure, malgrado questo, lei soccomberà». 

 

otello san carlo napoli 3

C'è uno dei più belli duetti d'amore. «Lo rendo che più amoroso non si potrebbe. Il che rende ancora più impressionante e agghiacciante quello che succede dopo». Lei ha recuperato Napoli: il San Carlo, i film su Scarpetta e Nostalgia, che ha appena finito «L'abbiamo girato al rione Sanità, in strada, con la città che ti veniva addosso, con la voracità di Napoli dove da un giorno all'altro può esserci tutto e il contrario di tutto. Che reazioni mi aspetto su Otello ? Cerco di non pensarci. Verdi continua a parlarci, è una specie di scandaglio sulla coscienza degli italiani».

jonas kaufmann maria agresta jonas kaufmann otello san carlo napoli 5 emmanuela spedaliereotello san carlo napoli 8teatro san carlo napoli 1otello san carlo napoli 4 emmanuela spedaliereLissner e Roberto Fico e Emanuela Spedaliere - Reggia di Caserta - ph Francesco Squegliaotello san carlo napoli 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”