ilona staller ne l ingenua

LA QUARANTENA DEI GIUSTI: GUIDA TV PER RECLUSI - STASERA NESSUN FILM DI EDWIGE FENECH MA POTETE RIFARVI CON ILONA STALLER PROTAGONISTA NUDISSIMA, A 24 ANNI, DELL’EROTICO VENETO NON BELLISSIMO “L’INGENUA” DI GIANFRANCO BALDANELLO, CIELO TV 21, ORE 20 - O CON CLAUDIA KOLL E ANNA FALCHI IN “MIRACOLO ITALIANO” DI ENRICO OLDOINI, CINE 34 ALLE 19,20: PRIMO FILM GIRATO IN ITALIA SULLA VITTORIA DELLA DESTRA BERLUSCONIANA NEL 1994…

Marco Giusti per Dagospia

 

ilona staller ne l ingenua

Che vediamo oggi? Prima di tutto protesto per il colore giallastro della copia di “Novecento” di Bernardo Bertolucci che ho visto ieri sera. Ma è possibile che non si riescano a vedere sugli schermi della tv italiana buone copie di “Novecento” e di “L’ultimo imperatore”? Temo che fosse anche tagliato… Fine della polemica. Stasera nessun film di Edwige, mi dispiace. Potete rifarvi con Ilona Staller protagonista nudissima, a 24 anni, dell’erotico veneto non bellissimo “L’ingenua” di Gianfranco Baldanello, Cielo tv 21, 20, con Giorgio Ardisson, Orchidea De Santis e Daniele Vargas, prodotto da tal Armando Bertuccioli specializzato in sotto-malizie alla padovana.

 

O con Claudia Koll e Anna Falchi in “Miracolo italiano” di Enrico Oldoini, Cine 34 alle 19, 20, primo film girato in Italia sulla vittoria della destra berlusconiana nel 1994. O con un bel ripasso di un capolavoro del cinema come “Quando la moglie è in vacanza” di Billy Wilder con Marilyn Monroe e Tom Ewell, Paramount 21, 10.

 

ilona staller ne l ingenua

Leggo che la celebre scena dell’abito bianco che svolazza con l’aria sotto alla gonna venne dapprima girato il 15 settembre del 1954 a Manhattan, nella vera Lexington Avenue di fronte a qualcosa come 5000 persone fischianti. C’era anche Joe Di Maggio. Wilder lo fece anche per motivi pubblicitari. Poi rigirò tutto in una Lexington Avenue ricostruita in studio e usò quella. Ma intanto Joe Di Maggio si era lasciato con Marilyn.

 

Leggo anche che avrebbe anche voluto girarlo in bianco e nero, ma la Fox imponeva il colore per i film di Marilyn, e con Walter Matthau protagonista maschile, che per la Fox allora era uno sconosciuto. Alle 21, 10 scontro tra “The Patriot”, su Rai Movie, polpettone storico di quasi tre ore diretto da Roland Emmerich con Mel Gibson e Heat Ledger sulla Guerra d’Indipendenza Americana e uno spaghetti western di una certa ricchezza ma non grande fama, “Los amigos” di Paolo Cavara con Anthony Quinn, Franco Nero e Pamela Tiffin, Cine 34.

 

ilona staller ne l ingenua

“The Patriot” è esattamente il filmone che pensate, anche se Emmerich non è un regista finissimo. “Los amigos” è più raro. Cavara, documentarista, aveva tra le mani un costoso giocattolo che poteva vantare come direttore della fotografia Tonino Delli Colli e un cast di prima grandezza, produzione anglo-italiana di serie A, due sceneggiatori di fama come Oscar Saul (Un tram chiamato Desiderio, Sierra Charriba) e Harry Essex (I quattro figli di Katie Elder).

 

Ma la coppia Quinn-Nero non funzionò, e Cavara non sapeva nulla di western. Non male, però, le molte sequenze con le prostitute, che portarono al film un divieto ai minori di 14 anni, e con le belle donne del cast. C’è perfino Ira Furstenberg. Per non parlare del giornalista Fulvio Grimaldi, allora attivissimo a Lotta Continua. E Cristina Airoldi, oggi produttrice. Attenti che su Iris, alle 21, c’è un ottimo thriller con Cillian Murphy dalla doppia personalità, “Peacock”, diretto da Michael Lander. Ha ottimo critiche e è stato pochissimo visto. Occhio poi, su Amazon Prime, al bellissimo “The Walker”, giallo del 2007 di Paul Schrader ambientato a Washington con Woody Harrelson nel ruolo inusuale di dandy gay accompagnatore di signore ricche, potenti e non così amiche, che sono poi Lauren Bacall, Kristin Scott-Thomas, Lily Tomlin. In seconda serata Cine 34 propone un altro spaghetti western non molto visto, “Django spara per primo” di Alberto De Martino con Glenn Saxson, Alberto Lupo, Nando Gazzolo e Evelyn Stewart.

 

miracolo italiano

De Martino, reduce dal successo di 100.000 dollari per Ringo, avrebbe dovuto girare Per pochi dollari ancora con Giuliano Gemma, al suo primo film con la Fida. Ma Gemma voleva un suo regista di fiducia. Così il produttore Edmondo Amati, per onorare il contratto col regista, gli offrì un altro western, Django spara per primo, messo in piedi abbastanza in fretta, e, per non perdere il film con Gemma, che era una produzione più impegnativa, chiamò Giorgio Ferroni, che già aveva lavorato con l’attore in Un dollaro bucato. Il soggetto, e De Martino lo ricorda bene, era di Age, che non lo firmò.

 

“Lui aveva scritto un soggettino, che poi ha dato a Sandro Continenza e proprio Continenza ce lo ha proposto. L’idea era quella di fare I tre moschettieri nel west. Il film era buono. Almeno come western. E funzionò anche come incassi. Glenn Saxson era uno che abbiamo inventato noi. Ma era il suo personaggio che doveva essere così, perché doveva fare D’Artagnant”.

miracolo italiano

 

Se volete qualcosa di più moderno su RSI alle 23, 15 c’è un bellissimo film politico francese pieno di premi, “La legge del mercato” di Stephan Brizé con Vincent Lindon, o su La7 alle 23, 20 il musical costruito sulle canzoni più celebri dei Beatles di Julie Taymor, “Across the Universe” con Evan Rachel Wood e Jim Sturgess. A mezzanotte in punto Rai Movie propone l’avventuroso catastrofico anni ’60 “Krakatoa est di Giava” di Bernard Kowalski con Maximilian Schell, Diane Baker, Brian Keith e Sal Mineo. Allora un vero e proprio kolossal prodotto da Philip Yordan, girato in Super 70 mm per vederlo in Cinerama, con i trucchi di Eugene Lourié che usarono il montarozzo di terra scavato a Roma per i lavori della metropolitana per rifare il vulcano eruttante.

 

Il film non andò bene. Era sbagliato anche il titolo, visto che Krakatoa è a ovest di Giava. Si decise di tagliarlo da 136 minuti a 101. Ma il film ha un suo fascino. Per i più depravati è imperdibile anche la tarda commedia sexy “Il lupo di mare”, Cine 34 alle 00, 30, diretto da Maurizio Lucidi con Andrea Roncato, Gigi e una marea di bellezze del tempo, da Milly D’Abbraccio pre-hard a Anna Kanakis.

miracolo italiano

 

Ideato probabilmente da Enrico Montesano e Massimo Franciosa per la regia di Lucidi, ma previsto per lo stesso Montesano protagonista, viene riadattato per la verve molto più pesante di Andrea Roncato, che diventa il cameriere mandrillo della nave Silvestro che si divide tra decine di femmine. “E dicono del Poseidon? Questo qua è il Figheidon!" Fino a quando la storia non approda al romanzetto d’amore e alla vendetta simil-femminista delle ragazze, il film è notevole. E’ un fiorire di volgarissime battute e doppi sensi.

il lupo di mare

 

“Champagne? Ne abbiamo anche di quello…”, “E’ tempo di migrazione, guarda quanta bella passerona”, “Non rimango mai senza benzina”. Per i palati più fini avviso che all’una esatta su Paramount network passa l’ottimo “Marie Antoinette” di Sofia Coppola con Kirsten Dunst, e Rai 3 propone una serata dedicata a Vittorio Cottafavi con “Il taglio del bosco” con Gian Maria Volonté, alle 1,55, seguito da “Maria Zef”. Dopo le 3 di notte passano due meraviglie che sono letteralmente buttate vie. Il recente e bellissimo “Maps to the Stars” di David Cronenberg con Robert Pattinson, Mia Wasikowska e Julianne Moore, Rai 2 alle 3, 25, dura vendetta di Cronenberg contro il mondo e il cinema di Hollywood, e il capolavoro di Augusto Genina “Cielo sulla palude”, Cine 34 alle 3, 55. Film che meritrebbero orari migliori.

 

il lupo di mare con andrea roncato

Il pomeriggio si apre invece con buoni film, il documentario “In the Intense Now” del brasiliano Joao Moreira Salles, fratello di Walter Salles, Rai Storia alle 15, dedicato alle rivoluzioni degli anni ’60 e al peso culturale che hanno avuto, il buon western di George Sherman “Duello tra le rocce”, Rete 4 alle 15, 45, con Audie Murphy e Felicia Farr. Dopo le 17 lo scontro è tra “La miliardaria” di Anthony Asquit con Sophia Loren, Peter Sellers e Vittorio de Sica, Rai 3 alle 17, 15, e il ricco war movie prodotto da Dino De Laurentiis negli anni ’60 “Lo sbarco di Anzio” di Edward Dmytryck, La7 alle 17, 30 con megacast, Robert Mitchum, Robert Ryan, Peter Falk, Mark Damon, Arthur Kennedy, ma ci sono anche Venantino Venantini e Tiberio Mitri.

 

Il primo era un tentativo di fare di Sophia Loren una diva sofisticata quando non lo era affatta, e infatti il film, tratto da una celebre piece di George Bernard Shaw, non fu un successo. Il secondo lo ricordo come un buon film di guerra scritto da un giornalista irlandese, H.A.L Craig, che De Laurentiis chiamò a Roma per lavorare a grossi progetti come questo e il successivo “Waterloo”.

il lupo di mare con andrea roncato

 

Diretto dall’americano Dmytrick ma firmato dall’italiano Duilio Coletti con fotografia di Rotunno. Peter Falk si scrisse i suoi dialoghi da solo. Alle 17, 30 su Cine 34 ci sarebbe anche “A ruota libera” di Vincenzo Salemme con Salemme stesso, Sabrina Ferilli, Manuela Arcuri, Carlo Buccirosso. Non lo ricordo tra i più riusciti film di Salemme, un bel po’ tirato via, anzi, ma ci sono i cammei en travesti di Massimo Ceccherini e Nando Paone che fanno ridere e una grande Sabrina.

 

Dopo le 19 se la vedono il musicarello anni ’60 con Al Bano e Romina “Nel sole”, Rai Movie, e “Miracolo italiano” di Enrico Oldoini, Cine 34 alle 19, 20, prodotto da Cecchi Gori con Pozzetto-Greggio-Falchi-Frassica-Koll-Pieraccioni diluiti in sette episodi molto diversi e non sempre riusciti. Scritti però anche da due felliniani doc come Liliana Betti e Bernardino Zapponi. Rubano il film Carlo Monni e Novello Novelli, ma Anna Falchi e Claudia Koll sono al loro massimo splendore. A domani.

il lupo di mare con gigi e andreail lupo di mare con andrea roncato

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."