"DIBBA" BALLA IL TIP ‘TAP’: NON DITE AL CHE GUEVARA DI ROMA NORD CHE È OPERATIVO IL GASDOTTO TAP - DOPO 7 ANNI DI LAVORI, IL METANO ARRIVERÀ IN PUGLIA DAL MAR CASPIO. PER LE FAMIGLIE E LE IMPRESE ITALIANE RISPARMIO SU ENERGIA E RISCALDAMENTO. IL M5S ED EMILIANO PERDONO LA  LORO BATTAGLIA. IL PENTASTELLATO DI BATTISTA DISSE IN UN COMIZIO: “AL GOVERNO FERMEREMO IL GASDOTTO IN UN QUARTO D'ORA” - VIDEO

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Diodato Pirone per “il Messaggero”

 

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Da ieri le famiglie e le imprese italiane hanno più energia a un prezzo un filo più basso. Dopo sette anni di lavori e di polemiche al calor bianco è diventata operativa la Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che porterà in Puglia in Europa ben dieci miliardi di metri cubi di metano estratto ogni anno a 3.500 chilometri di distanza, nel Mar Caspio, da giacimenti dell' Azerbaigian e non della Russia.

 

Assicurarsi il riscaldamento a prezzo più conveniente è una buona notizia che si può dare una volta ogni decennio. E già solo questo dato dice molto, ma non tutto, sull' importanza dell' evento. Che merita di essere ricordato non solo per i riflessi economici sul fronte interno e geopolitici su quello internazionale ma anche perché consacra la sconfitta di movimenti anti-sviluppo e la mutazione del Dna di un partito italiano di peso come il Movimento 5Stelle per anni contrario al progetto ma che poi, di fronte alla realtà delle cose, ha dovuto compiere un clamoroso dietrofront.

 

no tap no tap

Suo malgrado, infatti, questo gasdotto nato in sordina nel 2013 ha assunto per l' Italia un valore simbolico, sia per chi punta sulla crescita economica e su mercati globali più aperti e concorrenziali sia per chi, invece, è contrario a prescindere ad opere pubbliche di grande portata. Divergenze in questo caso alimentate da uno scontro internazionale neanche tanto sotterraneo.

 

L' Unione Europea e gli Stati Uniti infatti sono sempre stati in prima linea a favore della Tap con l' obiettivo strategico di limitare il maxi-peso della Russia nei rifornimenti energetici all' Occidente. Il gasdotto è finito in questa battaglia simbolica che ha seppellito le sue caratteristiche tecniche sotto una enorme quantità di fake news.

 

Una su tutte? Il territorio italiano è attraversato ormai da decenni da circa 35.000 chilometri di gasdotti di ogni grandezza senza effetti rilevanti di alcun genere. Eppure gli appena otto (8) chilometri di Tap scavati sul territorio italiano sono diventati presto questione di vita o di morte.

 

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E' stata prodotta una imponente documentazione del ministero dell' Ambiente per garantire l' assenza di conseguenze negative per il mare e per lo spicchio di territorio coinvolto. Sono stati spostati con le cautele previste per i monumenti e poi rimessi al loro posto circa 300 olivi. Eppure sindaci, associazioni d' ogni tipo, il M5S e con qualche distinguo la Regione Puglia guidata da Michele Emiliano hanno condotto una epica battaglia anti-Tap.

 

Il pentastellato Alessandro Di Battista disse in un famoso comizio che «al governo fermeremo il gasdotto in un quarto d' ora». Per Barbara Lezzi, capogrillina pugliese, sarebbe stato persino pericoloso prendere la tintarella in spiagge sotto le quali passava il tubo del gas. Indicazione smentita da migliaia di turisti che quest' estate si sono goduti la spiaggia post-Tap di Melegnano magnificamente identica a quella pre-Tap.

 

BEPPE GRILLO CONTESTATO A LECCE DAI NO TAP BEPPE GRILLO CONTESTATO A LECCE DAI NO TAP

Che sbarazzarsi di un gasdotto internazionale da 3.500 km fosse una favoletta lo percepì per primo il premier Giuseppe Conte già nel luglio 2018 durante un incontro col presidente Usa Donald Trump. Poi fu l' allora ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio a «scoprire» (usò proprio questo verbo) penali per 20 miliardi. Ieri il cerchio si è chiuso quando lo stesso Conte ha detto che «quando governi devi avere il coraggio e l' intelligenza di cambiare idea».

 

Ma cosa ci portano in concreto quegli otto, preziosi, chilometri di tubi? Soprattutto un po' di tranquillità. Perché il gas del Mar Caspio è utile a sostituire quello olandese o libico che scarseggiano. E quello italiano che ci ostiniamo a non sfruttare. Non solo. Oggi le nostre imprese pagano il metano un po' più caro di quelle francesi e tedesche che sono più vicine ai giacimenti norvegesi. Adesso il rapporto si inverte: i partners europei che acquisteranno il gas pugliese pagheranno un po' di più per via dei costi di trasporto.

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Insomma col Tap l' Italia (e il Sud in particolare) fa un salto di qualità strategico sul fronte, delicatissimo, dell' energia. Non solo. Grosso modo noi italiani consumiamo 80 miliardi di metri cubi di metano l' anno e quindi con i 10 miliardi della Tap (che in futuro potranno raddoppiare) miglioriamo del 12% circa il nostro approvvigionamento.

 

Ne rivenderemo gran parte all' estero, perché Tap è al 20% dell' italiana Snam che è socia di partners inglesi, svizzeri, spagnoli, belgi e azeri, ma intanto abbiamo messo nuovo fieno in cascina. Una buona notizia, finalmente.

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