mario draghi

"IL GOVERNO DRAGHI HA AVUTO IL MERITO DI METTERE IL SILENZIATORE ALLE TV E AI SOCIAL" - L'ESPERTO DI COMUNICAZIONE PAOLO LANDI: "FINITA LA PROPAGANDA MARTELLANTE DI CASALINO, CON L’AVVOCATO DEL POPOLO TUTTE LE SERE A DIRCI QUANTO ERANO BRAVI, LUI E ARCURI, SU TUTTE LE TRASMISSIONI È SCESO IL GELO EDUCATO DI DRAGHI, CON QUELLA “DISTANZA” CHE DOVREBBE AVERE UN CAPO DI GOVERNO, POCHE PAROLE E DETTE QUANDO OCCORRE DIRLE. GRUBER, TRAVAGLIO, SCANZI, PADELLARO SONO RIMASTI INTERDETTI, ESIBENDO IL SARCASMO DEGLI SCONFITTI. DRAGHI HA COSTRETTO TUTTI AD ALZARE IL LIVELLO..."

PAOLO LANDI

Paolo Landi per www.ilsaltodellaquaglia.com

 

Il “tapiro” a Ambra Angiolini (al museo! al museo!) ci ha fatto fare un tuffo nel passato, riportandoci a venti anni fa, agli anni dello strapotere berlusconiano, alla nipote di Mubarak, a Striscia la Notizia (un titolo così vintage per una trasmissione che, in effetti, credevamo non esistesse più da molto tempo, ora che Zuckerberg ha rivoluzionato il mondo della comunicazione con notizie che non si strisciano più). 

 

Poi, ascoltando alla radio Un giorno da pecora di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro abbiamo riflettuto amaramente sul qualunquismo che questo tipo di programmi fomenta, dove la politica è usata per fare “intrattenimento”, dove non si capisce se i politici che intervengono siano imitazioni o siano invece quelli veri, ma ciò che dicono è talmente deprimente che sarebbe meglio fossero imitazioni. 

 

AL BANO A UN GIORNO DA PECORA

Sono però sempre “tutti uguali”, quelli di destra e quelli di sinistra e c’è da giurare sul lavoro di par condicio che devono calibrare i due poveri conduttori, senza probabilmente rendersi conto che la gente con pochi strumenti che li ascolta già fa di ogni erba un fascio e pensa già per conto suo che i politici siano tutti ignoranti, corrotti e fannulloni e non ci sarebbe bisogno perciò di estrapolare frasi in cui emergano palesemente la supposta ignoranza, arroganza, latitanza dal parlamento che contraddistinguerebbe i politici, di qualunque partito essi siano. 

cruciani e parenzo conduttori de la zanzara

 

Più tardi, sulla radio del quotidiano della Confindustria, si resta basiti a seguire “La zanzara” un programma che non si può credere sia italiano, se l’Italia è davvero la settima potenza industriale mondiale e non una cittadina di provincia, come sembra ascoltando la varia umanità che va in onda, tirando fuori il peggio da sé stessa. 

 

Radio che ci respingono agli anni ’80, alle prime emittenti “libere”, quando avevamo scambiato la libertà di cazzeggio con la libertà tout court, ma allora eravamo ragazzi e le radio commerciali rompevano per la prima volta il monopolio dell’informazione statale, eravamo pionieri insomma. 

 

Oggi ascoltare due persone più che adulte dire sconcezze e scemenze, aizzando quei poveretti che telefonano cadendo come fessi nel trabocchetto, provoca più che altro un senso di smarrimento. Com’è possibile che la radio di un quotidiano serio come Il Sole 24 ore scenda così in basso? Ma soprattutto: chi fa ridere? 

 

striscia la notizia

A “Striscia la notizia” mi capitò di vedere, vent’anni fa, un breve reportage di denuncia di metodi camorristici in una cittadina dell’entroterra napoletano. Poteva essere un servizio serio, ma il giornalista che parlava davanti alla telecamera aveva un impermeabile giallo e uno sturacessi in testa perché era importante sottolineare che il mondo va così, che tutto è serio e niente è grave e la tragedia convive sempre con la farsa. 

 

Eppure ci sono persone anche di una certa cultura che dicono che la “vera” informazione in tv (e alla radio) la fanno trasmissioni come queste, Le Iene che inseguono i pedofili e i truffatori per strada, come se spettacolarizzare la miseria umana ci aiutasse ad essere migliori.

lilli gruber

 

 Il governo Draghi ha avuto, tra i tanti, il merito di mettere il silenziatore alle televisioni e ai social: improvvisamente perfino Lilli Gruber e Marco Travaglio sono diventati più educati, dopo un paio d’anni di tronfia baldanza grillina che li faceva straparlare, spalleggiandosi. 

 

Finita la propaganda martellante di Casalino, con l’Avvocato del popolo tutte le sere a dirci quanto erano bravi, lui e Arcuri, su tutte le trasmissioni è sceso il gelo educato di Draghi, con quella “distanza” che dovrebbe avere un capo di governo, poche parole e dette quando occorre dirle (e certamente non negli studi della 7). 

 

MARCO TRAVAGLIO

La Gruber, Travaglio, Scanzi, Padellaro sono rimasti interdetti, non sapevano più che pesci pigliare prima di rimettersi in carreggiata esibendo il sarcasmo degli sconfitti, tuttavia senza più prevaricare e offendere gli ospiti che invitavano, come facevano quando si sentivano coperti. 

 

“L’ha imparato l’inglese?” chiedeva la Gruber al Ministro degli Esteri, senza rendersi conto della gaffe micidiale. E lo sventurato rispondeva “Si”. Sipario su questo provincialismo d’accatto, Draghi ha costretto tutti ad alzare il livello. Un modo di fare e di concepire la politica che ha completamente sconvolto Matteo Salvini, entrato in una crisi d’identità profonda, senza più salami da baciare e rosari da esibire. 

 

yo soy giorgia comizio della meloni a madrid 1

L’unica che sembra non essersi accorta che il vento tira da un’altra parte è “Io sono Giorgia”, ora anche remixata in spagnolo per far sghignazzare ancora di più i radical chic che si scompisciano nei salotti dei centri-città, mentre nelle periferie quella invasata con gli occhi di fuori che urla “Yo soy una mujer, yo soy cristiana” non riesce davvero ad attecchire nel substrato profondamente scettico di chi deve ogni giorno mettere insieme il pranzo con la cena. 

 

Ora ci aspettiamo che il direttore di Radio Rai metta il silenziatore a Geppi e a Giorgio, spostandoli per esempio a condurre “Fahrenheit” su Radio 3, dove tutti parlano uno per volta e quell’isteria da giorno da pecora è vista malissimo, perché vige la regola che si deve conversare con calma, cercando di farsi capire, senza dire spiritosaggini e soprattutto senza ridere dopo averle dette, che è la morte di qualunque tipo di comicità. 

maurizio crozza 3

 

Ormai la vera comicità sembra essere quella involontaria della Giorgia, di Vanna Marchi, di Alessandro Di Battista, di Mario Giordano: come fanno ridere loro non c’è nessuno, si capisce quindi la crisi di programmi come “Un giorno da pecora” e “La zanzara”, costretti ad alzare sempre il tiro per tentare di esistere. C’era una volta la comicità, oggi ci sono rimasti solo Virginia Raffaele e Maurizio Crozza, il resto sarebbe meglio che fosse silenzio.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...