michele placido

"HO LE RUGHE, SONO VECCHIO, MA IL MIO CUORE E' ANCORA CALDO" - MICHELE PLACIDO, 78 ANNI, HA ANCORA L'ORMONE CARICO E FESTEGGIA I 50 ANNI DI "ROMANZO POPOLARE" DI MARIO MONICELLI - "IN ITALIA, QUANDO UN ATTORE NON FUNZIONA PIÙ, UN CALCIO IN CULO E BUONANOTTE" -  "IO ALLA GUIDA DEL CENTRO SPERIMENTALE? BISOGNEREBBE PROMUOVERE UNA RIFORMA TOTALE. CI VORREBBERO DUE PRESIDENTI, UN MANAGER, IMPEGNATO ANCHE A DIALOGARE CON ALTRI PAESI E UN DIRETTORE ARTISTICO. ALLORA SÌ CHE SI POTREBBE COSTRUIRE QUALCOSA DI IMPORTANTE. CHIEDEREI AL MINISTRO GIULI DI…"

Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per "La Stampa"

 

michele placido foto lapresse

[…] Michele Placido si è specializzato nell'arte di essere spontaneo e adesso, a 78 anni, ha raggiunto impareggiabili livelli di maestria: «In Francia gli attori sono rispettati per tutta la vita. Da noi no, quando non funzioni più, un calcio in c…e buonanotte». Al Tff, ieri sera, hanno presentato Romanzo Popolare di Mario Monicelli, girato 50 anni fa. L'incasso del film sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro presieduta da Allegra Agnelli, per sostenere l'Istituto di Candiolo – Irccs. […]

 

MICHELE PLACIDO ORNELLA MUTI

Cosa le ha lasciato quell'esperienza?

«Era un cinema che raccontava i cambiamenti sociali, Romanzo popolare aveva spunti comici, ma metteva a fuoco i nodi del momento, dopo ho lavorato con Damiani, Bellocchio, i Taviani, Rosi, credo di essere una persona sensibile, così vedere quei maestri all'opera mi ha educato a fare film immersi nella società civile. Rosi diceva sempre che bisognava portare il cinema nelle scuole, perché i film insegnano più dei libri, soprattutto quando, come accadeva allora, sono diretti da persone di livello culturale altissimo».

ornella muti michele placido foto lapresse

 

[…] è stato fatto il suo nome per la guida del Centro Sperimentale. Ci ha pensato?

«Il mio parere è che bisognerebbe promuovere una riforma totale. Ci vorrebbero due presidenti, un manager, impegnato anche a dialogare con altri Paesi e un direttore artistico. Se parlassimo di un film direi che il presidente è il produttore e il direttore artistico il regista. Allora sì che si potrebbe costruire qualcosa di importante. Chiederei al Ministro Giuli di tenere conto di questo modesto consiglio, da parte di uno che ha fatto tanto cinema in tutti questi anni».

 

michele placido casotto

Il suo ultimo film Eterno visionario è dedicato a Pirandello, nell'ultima fase della vita. Per questo è anche una riflessione, molto personale, sulla vecchiaia. Ci pensa spesso?

«La risposta è in una frase che Pirandello pronuncia, nel film, guardandosi allo specchio, insieme al personaggio di Marta Abba, allora giovanissima. Dice "vedi, ho le rughe, sono vecchio, ma il mio cuore è ancora caldo". E' così anche per me, ho il cuore caldo perché sono ancora appassionato di cinema e di teatro. Sono fortunato, ho avuto già tutto, penso che non bisogna nemmeno chiedere troppo, ma a me, grazie a Dio, continuano a offrire occasioni di lavoro».

 

Ha avuto tanti premi, in Ernesto era un lavoratore gay e vinse l'Orso d'argento alla Berlinale. Come andò?

«La giuria era guidata da Werner Fassbinder, in un'edizione in cui, tra gli altri in gara, c'erano attori come Jack Lemmon e Nino Manfredi. Era una storia vera, raccontata da Umberto Saba. All'epoca, grazie a Dio, non avevo un ufficio stampa, andai una mattina dal giornalaio e lui mi disse "ma come, stai qui? Hai vinto l'Orso a Berlino!". Lo scoprii aprendo i giornali. Pochi mesi dopo Fassbinder mi richiamò per fare un film con lui, ma io ero occupato con Rosi e non potei accettare. Più tardi mi offrì un altro film intitolato Cocaina, da girare proprio con Ornella, ma poi venne a mancare». […]

ornella muti michele placido foto lapresse michele placido foto lapresseMICHELE PLACIDO ORNELLA MUTIMICHELE PLACIDO ORNELLA MUTImichele placido 9michele placido 1michele placido 2michele placido 3michele placido 7michele placido 4michele placido 5michele placido 6ornella muti michele placido foto lapresse

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…