vasco rossi

"ORMAI OGNI GIORNO CHE VIENE È UN GIORNO IN PIÙ RISPETTO A QUELLO CHE IMMAGINAVO. HO FATTO UNA VITA DELLA MADONNA” – VASCO AL MASSIMO! LA BOMBASTICA INTERVISTA AL ROCKER DI ZONCA PRIMA DELLA SERIE NETFLIX “IL SUPERVISSUTO” – “LA COSA PIÙ DIFFICILE È STATO SMETTERE CON LE ANFETAMINE. L’EROINA NON L’HO MAI TOCCATA. HO DOVUTO COMBATTERE CON L’IMMAGINE CHE LA GENTE HA DI ME. QUANDO FACEVO IL DISCORSO SULLE DROGHE AI MIEI FIGLI RIDEVANO: “PAPÀ, TU SEI VASCO ROSSI!” – L’INCONTRO CON LA MOGLIE LAURA NELL’86: “MI PRESE A INSULTI. C’ERA UN’ATTRAZIONE PAZZESCA A LIVELLO SESSUALE" - I FIGLI, I LIBRI BUDDISTI, I VIZI E LO “SLURP” SOTTO LA FOTO DI VICTORIA DE ANGELIS POSTATA DA “DAGOCAFONAL”… - VIDEO 

Estratto dell’articolo di Luca Valtorta per “il Venerdì – la Repubblica”

 

vasco rossi e laura schmidt - il venerdi di repubblica

Bologna. Avvertenza per i lettori e le lettrici. Quella che vedete nella foto sotto non è casa Rossi. A casa sua e di sua moglie Laura Schmidt, a Bologna, Vasco non ci ha neanche voluto far avvicinare. Lì il lavoro (e questa intervista è lavoro) non entra. […]

 

Alla fine con Vasco ci incontriamo per l’intervista in un caldissimo pomeriggio della settimana scorsa nel suo studio, sempre a Bologna, un ufficio essenziale che non si concede lussi inutili. Come è lui. Insieme a noi c’è tutto il gruppone di Netflix che ha curato la docuserie in cinque episodi che sarà disponibile in streaming dal 27 settembre. Si intitola Il supervissuto, sottotitolo Voglio una vita come la mia, ed è probabilmente l’opera più completa mai realizzata per raccontare la vita di un personaggio unico, in cui ancora oggi si riconoscono diverse generazioni di italiani. Peraltro è anche l’opera in cui, per la prima volta, parlano la moglie di Vasco e il loro figlio Luca. […]

 

vasco rossi il supervissuto 2

Partiamo dall’inizio. Come è nato il tuo rapporto con Laura?

«La Laura la conosco dall’estate dell’86 quando Massimino Riva una sera arriva a casa mia a Riccione portando con sé queste tre ragazze molto carine ma completamente fuori di testa, con delle minigonne della madonna. Una di queste quando mi vede mi riconosce: “Ah ma tu sei Vasco Rossi, il cantante”. L’altra pure mi guarda un po’ imbambolata. La terza, che per me era la più carina, comincia ad insultarmi: “Ma chi ti credi di essere? Cosa me ne frega a me se sei un cantante...”. […] Quell’angioletto biondo era la Laura. Ai tempi aveva 17 anni. Ma forse è meglio dire 18».

 

E fu lì che nacque l’amore?

«Continuavo a pensarci. Sei mesi dopo dico a Massimo, che si era fidanzato con una delle tre, la Valeria: “Perché non inviti quella stronzetta amica sua?”».

vasco rossi il supervissuto 1

 

Ti ha insultato di nuovo?

«No. Lì è scoccato l’amore, amore totale. E un’attrazione pazzesca a livello sessuale: aveva delle gambe fantastiche. E un culo fantastico – ma oggi mi sa che non si può più dire: ogni volta che si voltava per prendere il vino io restavo lì, allibito. Abitava ancora a Milano».

 

I suoi genitori, contenti?

«Felici! Una sera la porto a casa alle due di notte in taxi e vedo un signore che si avvicina. Pensavo volesse prendere il taxi e faccio per dirgli che serviva ancora a me, invece incazzatissimo mi fa: “Come ti permetti di portare a casa mia figlia a quest’ora? Non farti più vedere e non chiamarla mai più!”».

VASCO ROSSI 1

 

E tu?

«L’ho chiamata il giorno dopo. Diciamo che l’ho presa e l’ho portata via. Ti prendo e ti porto via, la canzone, è ispirata da lei, dalla Laura. Dopo poco è venuta a vivere con me qui a Bologna. Mi ricordo che doveva fare l’esame di maturità: aveva il tema. E io la sera prima l’ho portata a Parigi perché facevo un concerto per Sos Racisme».

 

[…] Rapporto intenso?

concerto vasco rossi a bologna 5

«Intensissimo. Ci amavamo, litigavamo, ci menavamo. Ogni tanto facevamo a botte ma era lei che menava più forte. È così ancora oggi, quando la vedo mi mette subito allegria. Poi magari la vorrei strozzare. È come una gatta, di quelle che se ne stanno per conto loro, che se provi a fargli qualcosa, anche di carino, ti tirano fuori gli artigli. Nell’87 l’ho portata con me in tour. Mi ha fatto diventare matto, alla fine le ho dovuto dire che non la volevo lì con me. Ero lì per lavorare, mica in vacanza. Non volevo una Yoko Ono che influenzasse la mia avventura artistica».

vasco rossi

 

E come si è risolto il problema?

«Che lei si è cercata la sua strada: si è iscritta a Scienze politiche, poi faceva la ragazza immagine alle fiere. Finché un giorno la chiamo: “Ma dove sei?”. E lei: “Sssh, devo parlare piano che sono qui in un appostamento”. Era andata da Tom Ponzi e si era messa a fare l’investigatrice privata! L’ho convinta a mollare e allora a quel punto ha deciso che voleva fare la ballerina. E lì ho avuto un’idea: le ho detto che il contratto glielo avrei fatto io, regolare, con stipendio. Poi a poco a poco le cose sono cambiate perché abbiamo deciso di fare un’altra scommessa».

vasco rossi

 

Cioè?

«La cosa più spericolata e trasgressiva per due come noi: quella di mettere su famiglia. Lei voleva un figlio e a quel punto anch’io perché ero stanco di vivere in uno Stupido hotel, come dico in una canzone – le mie canzoni raccontano tutto, anche se magari poi uno ci può vedere dentro quello che vuole: da allora si può dire che tutte le canzoni che ho fatto sono state ispirate dalla Laura.Tranne una».

 

Ah sì? Quale?

«Laura, quella che dice “Laura aspetta un figlio per Natale/ Laura aspetta un figlio per errore”».

VASCO ROSSI 45

 

[…]

Com’è che alla fine vi siete sposati, ormai più di dieci anni fa?

«Abbiamo fatto un patto di sangue, lo dico scherzando ma è una cosa seria. Quando ero ammalato, abbiamo deciso di sposarci per garantirci un futuro senza problemi burocratici. Non volevamo che il matrimonio fosse il contrario della libertà, dell’essersi scelti. Del resto io non l’ho mai tradita».

 

Dici davvero?

vasco rossi

«Mai. Con la testa mai: secondo me il tradimento è solo quello. Da quando l’ho conosciuta ho amato solo lei. Ci rispettiamo. Non ci controlliamo. Non vado a guardare nella sua borsa. Non vogliamo giocare a poker perché quando poi uno vuole andare a vedere, si sa, può anche perdere. Insieme abbiamo costruito un progetto e insieme lo difendiamo. Anche da noi stessi».

[…]

 

Sei un “supervissuto”, come dice il titolo della serie. Ma in che senso?

«Ho avuto dei momenti di crisi tremendi. Non che io oggi voglia morire, però sinceramente ho già vissuto parecchio per i miei gusti e per quello che pensavo. Anche adesso ogni giorno che viene è un giorno in più rispetto a quello che immaginavo. Non pensavo di arrivare a 60 anni, adesso addirittura 70. Ormai potrei andare che son già molto contento (ride): dovesse succedere fate una bella festa, tutti, perché ho fatto una vita della madonna, ho vinto tutte le sfide, ho frequentato tutti i limiti che volevo frequentare. Mi piace frequentare i limiti delle cose».

 

vasco rossi fotografato da guido harari

Dici che la cosa più difficile è stato smettere con le anfetamine.

«Ho dormito per quasi sei mesi, ho passato tutto l’inverno a letto a Zocca, guardando la tv. Mi sono disintossicato, da solo, in casa, ma la dipendenza psicologica è durata anni. Però ci tengo a dire una cosa: io l’eroina non l’ho mai toccata. E infatti sono ancora qua a raccontarlo. […]Non solo non l’ho mai toccata, ma ho sempre detto a tutti i miei amici di non farlo – perché non si può scherzare con quella cosa lì. Massimo (Riva, ndr) finché ha vissuto con me non ne ha mai fatto uso: quando se n’è andato per conto suo ha trovato una specie di corte dei miracoli, degli sfigati di turno. Lì ha iniziato e non ha più smesso. Ai miei figli queste cose gliele ho spiegate bene sempre. Il primo è stato Davide. Quando andavo a Roma e gli facevo il discorso sulle droghe, lui mi guardava e rideva. “Cazzo ridi?”. E lui: “Papà, tu sei Vasco Rossi!”. Ho dovuto combattere anche con l’immagine che aveva di me. Intanto non era vera, e poi proprio perché avendo fatto degli errori a maggior ragione potevo spiegargli meglio di chiunque altro come evitarli. […]».

 

[…]

Oggi com’è una giornata tipo del signor Rossi?

vasco rossi 5

«Mi sveglio la mattina alle 9, faccio colazione e poi due ore di palestra o allenamento. Mi piace la cyclette perché pedalo leggendo, magari certi libri che alla sera non capisco tanto, mentre al mattino si capisce tutto. Poi faccio stretching. E ora ho inserito anche venti minuti di meditazione. Ho letto questo Jon Kabat-Zinn, un suo libro che si intitola Riprendere i sensi, mi sembrava una roba da fricchettoni e poi invece quando ho cominciato a leggerlo mi ha veramente incuriosito perché i suoi erano consigli pratici. E così ho iniziato a fare questa meditazione basata sulla respirazione prima dei concerti. Anche se non la capivo, mi aiutava perché concentrandomi sul respiro non pensavo alla paura di salire sul palco. Non sono buddhista, ma questa cosa dello spegnersi del pensiero mi affascina. Un po’ l’avevo scritta in Buoni o cattivi: “Si può spegnere ogni tanto il pensiero/ smettere almeno di crederci per davvero”. […]».

vasco rossi 5

 

Niente vita mondana: tua moglie non si lamenta?

«Lei è un orso peggio di me. Anche a casa non entra nessuno, mica solo il Venerdì! Invito un paio di amici a cena: dopo il primo lei aveva preparato dei bastoncini Findus. E non avevano ancora finito di mangiare che era già di là a preparare il caffè. Li voleva mandare a casa! (ride). Perciò di solito gli unici che vengono ogni tanto sono i parenti».

[…]

 

Sembra che non ci sia un perché neppure in tante cose che succedono oggi in Italia o nel mondo no?

concerto di vasco rossi 1

«Guardavo dei documentari su Mussolini e mi chiedevo: ma come facevano a credere a uno del genere? Però anche allora c’erano quelli che si rendevano conto che era un balordo. Ma erano pochi. Stessa cosa oggi. E, ti dico, non credevo di arrivare a vivere un’esperienza del genere. Non è fascismo quello di oggi, è il nuovo, è fascismo 2.0. Oggi sono tutti innamorati della Meloni, quasi lo sono anch’io (ride). Come diceva Gadda, ai tempi tutte le Vispe Terese erano innamorate di Mussolini. Insomma non impariamo mai».

[…]

 

VASCO ROSSI 65

Nei tuoi concerti a un certo punto inizi a gridare una cosa come “Fanculo la guerra”. Sei stato praticamente l’unico, insieme forse ai Maneskin. A proposito li hai poi incontrati? So che ti piacevano… Il New York Times ha scritto che stanno insegnando il rock agli americani che se lo erano dimenticato.

«È vero, ormai era quasi tutto rap. Loro sono bravi, belli, bella lei...».

 

Sui social si sono lamentati perché sotto una foto di Victoria hai scritto “Slurp”.

«Abbiamo appena fatto una maglietta con scritto “Slurp” (ride). L’ho anche messa all’ultimo concerto perché è troppo bella!».

 

Qualche vizio ce l’hai ancora allora.

Articoli correlati

MA CHE FA VASCO ROSSI QUANDO E A CASA?IL ROCKER RACCONTA LA SUA VITA FUORI DAL PALCO, PARLA DI LAURA

vasco rossi siamo qui vasco rossivasco rossi giovane DAVIDE ROSSI E VASCO vasco rossi al processo per droga nel 1984vasco rossi andrea giacobazzivasco rossivasco rossiVASCO ROSSIVASCO ROSSI 2VASCO ROSSIVASCO ROSSIvasco rossi nel suo studio di registrazione a bologna

«Diciamo che per adesso ho smesso di fumare: gli altri vizi li tengo tutti sotto controllo».

VASCO ROSSIvasco rossi michele serra vasco rossivasco rossi 5

 

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")