maurizio costanzo big

"QUATTRO MATRIMONI E UN SOLO ERRORE, LA P2" - MAURIZIO COSTANZO DOPO 40 ANNI DEL SUO SHOW TELEVISIVO E 55 MILA INTERVISTE: "LA NOIA MI TERRORIZZA. QUANDO FINII NELL’INCHIESTA DELLA LOGGIA MI DIMISI DA TUTTO E SMISI DI LAVORARE. POI MI CHIAMÒ SERGIO ZAVOLI E... GLI OSPITI IDEALI? SGARBI E MUGHINI. UNA FORTUNA AVERE CONOSCIUTO MARIA. NON HO MAI AVUTO PENSIERI OMOSESSUALI. DELLE MIE NOZZE NON MI RICONOSCO SOLO..."

Paolo Conti per www.corriere.it/sette

 

maurizio costanzo 7

Maurizio Costanzo, a ottobre grande festa per i quarant’anni del Costanzo Show…

«Quarant’anni e quasi 55.000 ospiti intervistati. E dire che, a ripensarci, è stata una intera vita professionale nata sugli inciampi. Nella fortuna, dico».

 

maurizio costanzo 6

Per esempio?

«Dal 3 maggio ho ripreso a fare la radio su R101 con Carlotta Quadri, in “Facciamo finta che…”. Ecco, io da ragazzino, avrò avuto undici anni, giravo il portasapone in bagno, lo trasformavo nella mia testa in un microfono, e fingevo di trasmettere in diretta alla radio leggendo commedie. Mia madre, poveraccia, era disperata. Però avevo capito dove volevo arrivare. E anche lei, penso. Un inciampo della sorte…. ».

 

Altro inciampo?

maurizio costanzo da giovane

«Beh, uno più concreto. Uno zio, che aveva capito la mia passione precoce per il giornalismo, mi mandava a casa i ritagli della terza pagina del Corriere della Sera. Mi invaghii di Montanelli, trovai il coraggio di scrivergli, ero al liceo, ai tempi si andava metà settimana al mattino e metà al pomeriggio. Lui una mattina mi chiamò, avevamo il telefono appeso sulla parete in corridoio. Non ci credevo… Lo vidi alla redazione romana in via della Mercede. Mi aiutò nelle prime collaborazioni e mi incoraggiò per tutta la vita. Mi chiamava Costanzino. Lo ha fatto fino alla fine».

 

Passione precoce, diceva prima.

«Precocissima. Alle medie, alla “Tito Livio”, dirigevo un giornalino scritto a mano, l’Araldo. E una volta vinsi un concorso di temi dell’Associazione Protezione animali. Mi inventai di sana pianta un acuto pentimento per aver strappato le ali a una farfalla. Grande storia di finzione ed emozione. Piacque. Mi premiarono».

 

maurizio costanzo 5

Invenzione assoluta?

«Totale. Mai andato per farfalle in vita mia. Ma quando mai».

 

Molti inciampi familiari…

«Eccone un altro. Mia madre, si chiamava Jole, era impiegata in un ufficio e conobbe Felice Chilanti, grande inviato di Paese Sera. Grazie a lui arrivai ad Antonio Ghirelli, che dirigeva lo sport di quel quotidiano. Cominciai a collaborare a 17 anni. Mi fece scrivere da Roma persino il Giro del Belgio di ciclismo sulle agenzie, mi firmò “dal nostro inviato Maurice Costance”. Mi affidò anche una piccola rubrica sugli intellettuali e lo sport, lì conobbi per esempio Pier Paolo Pasolini. Imparai molto, moltissimo».

 

maurizio costanzo 3

Dicono che la noia sia il suo peggior nemico, Costanzo.

«Sempre a quella povera donna di mia madre, dicevo continuamente da bambino “mi annoio”. Non sapeva cosa fare. Per questo non sto mai fermo, e per questo lavoro ancora così tanto. Il telefono deve sempre squillare… La noia mi terrorizza».

 

È capitato che il telefono non squillasse?

«Sì. Quando dovetti smettere di lavorare e mi dimisi da tutto. Da tutto, dico».

 

maurizio costanzo 2

Iscrizione nelle liste della P2, era il 1981. Addio alla tv, agli incarichi editoriali alla Rizzoli, al ruolo da direttore del quotidiano «L’Occhio»....

«Già. Ricordo ancora giorni e giorni di telefono muto. Ero solo, in quel periodo, nella mia casa romana di viale Mazzini. Poi arrivò la prima telefonata, dopo più di un mese di assoluto silenzio».

 

Di chi?

«Non lo dimenticherò mai. Di Sergio Zavoli. Che mi disse: la vuoi smettere di fare l’ambasciatore a San Marino? Mi spronò a riprendere, a rimettermi al lavoro. “Diamoci da fare”, mi disse. Ricominciai da zero. Da Videolina a Cagliari e da una tv di San Benedetto del Tronto, facevo le interviste lì».

 

maurizio costanzo 10

Un giudizio sul capitolo P2?

«Un errore, un grosso errore. Ma gli errori fanno bene e fanno crescere. Non credo a chi dice di non averne mai fatti, che fesseria… Però c’è anche chi, di grossi errori, ne fa due o tre. Io uno: e lo ammetto».

 

A proposito di errori. Pippo Baudo si rammarica ancora di non aver capito bene il talento di un giovanissimo Fiorello. Lei ha qualche errore del genere da rimproverarsi?

«No, non mi viene in mente. Lo avrò fatto, certamente, ma non saprei… So però che per esempio, tra gli ospiti, c’è chi si secca quando scrivono che è stato scoperto dal Costanzo Show».

 

lo studio di maurizio costanzo

Chi?

«Valerio Mastandrea. Lui si dispiace quando gli ricordano degli esordi….Vabbè, è fatto così. Ma la verità è quella».

 

Un modello di ospite ideale?

«Vittorio Sgarbi. Intelligente, colto, sempre reattivo. E Giampiero Mughini, per le stesse ragioni. Comunque l’ospite ideale è sempre quello che risponde subito: con le risposte crei altre domande. Quando qualcuno non risponde, inutile accanirsi. Ma se nella puntata c’è la giusta atmosfera, parlano tutti»

 

matteo salvini al maurizio costanzo show

Quasi 55.000 interviste…

«Una cittadina intera»

 

Se le ricorda tutte?

«Ma no…. Ho un meccanismo che tutela la memoria. Fatta una puntata, cancello tutto e via.»

 

maurizio costanzo 1

C’è anche un «altro» Costanzo. Per esempio l’autore di Se telefonando, il cavallo di battaglia di Mina…

«Devo la scrittura di quel testo al vecchio amico Ghigo De Chiara, era il critico teatrale de l’Avanti, lo firmammo insieme; e a Ennio Morricone, il magnifico brano era suo. Ricordo ancora quando Mina la cantò per la prima volta. Un brivido irripetibile».

 

Poi lei è anche uno dei padri di Fracchia, il personaggio di Paolo Villaggio.

«Paolo aveva dato vita a Fantozzi. Io lavoravo a Quelli della domenica nel 1969, domenica pomeriggio sul Canale Nazionale Rai. Un giorno, io e l’altro autore, Umberto Simonetta, vedemmo Villaggio che in una scena stava al gioco con Gianni Agus nel ruolo del capoufficio. Ci lavorammo, c’era la poltrona “Sacco” in cui sprofondava….. Lo vide il regista Antonello Falqui. Ci puntammo. Fu un grande successo».

 

Perché, secondo lei?

maria de filippi

«Perché siamo tutti un po’ Fracchia. Come siamo tutti un po’ Fantozzi».

 

Il lavoro uccide la noia. E l’invecchiamento.

«Piero Angela, che ha dieci anni più di me, molto tempo fa mi disse: devi sempre avere progetti per la testa, così il cervello rimane attivo. Grande insegnamento. Piero poi si è pentito e giura che il suggerimento glielo avrei dato io. Ma era roba sua, giuro».

 

maurizio costanzo show

Lei colleziona tartarughe. Perché?

«Ne ho cinquemila. Mi dà l’idea di un animale che va piano ma arriva sempre dove vuole. Mi sono fissato che porti fortuna. Mi piacciono anche i pinguini, tutti insieme sembrano personaggi importantissimi. Dai tetti di casa seguo una famigliola di gabbiani».

 

maurizio costanzo 8

E poi qui, nel suo studio di Roma in Prati, c’è Filippo.

«Il mio gatto Filippo. A casa ci sono i due bassotti di Maria. Qui lavoro con Filippo. Il gatto è un animale pazzesco, intelligentissimo, di carattere. Se manco qualche giorno dallo studio, mi tiene il muso, mi ignora».

 

maurizio costanzo 9

Vita sentimentale intensa, quella di Maurizio Costanzo. Quattro matrimoni (il primo con Lori Sammartino, il secondo con Flaminia Morandi, la madre dei figli Saverio e Camilla, il terzo con Marta Flavi, durato appena un anno, infine Maria De Filippi, 25 anni di nozze e 35 complessivi di storia) un lungo legame con Simona Izzo. C’è un capitolo nel quale non si riconosce?

«Sì. In uno. Non lo dirò nemmeno sotto tortura».

 

Qualcuno potrebbe arguire che…

«Cavoli di chi arguisce».

 

maurizio costanzo 4

Tanti matrimoni forse, paradossalmente, tradiscono il desiderio di una storia stabile.

«Ho sempre sperato di avere un’unione duratura, di condividere un’esistenza. Non rinnego il passato, la vita va vissuta per quella che è. Per fortuna ho incontrato Maria. Più di una fortuna. Molto, molto di più».

 

Ci sono segreti, formule, per far durare una storia lunga e solida come la vostra?

«No. Capita o non capita. Succede che esci senza ombrello e poi piove, o invece che esci e te lo sei portato. Succede».

 

Mai avuto pensieri omosessuali?

«Mai. Ho fatto grandi campagne contro l’omofobia con la parola d’ordine “amate chi vi pare”. Ma non ho avuto attrazioni verso uomini. Se mi fosse capitato, le avrei seguite, nessun problema. La vita va vissuta, sempre».

 

maurizio costanzo show

La gelosia è una brutta bestia, vero?

«Bruttissima. In passato ho avuto una lunga storia con una donna gelosissima. Frugava nelle tasche, cercava numeri di telefono. Un’ossessione. Ho scoperto che quel clima ti porta istintivamente a mentire, a creare motivi di gelosia….».

 

maurizio costanzo e maria de filippi sposi

I figli Saverio e Camilla, quattro nipoti. I legami familiari reggono?

«Sono solidissimi. Tutti i giovedì pranzo con Saverio e Camilla».

 

Saverio è ormai un prestigioso regista. Aveva intuito dall’inizio il suo talento?

«No. Devo essere onesto. Poi a un certo momento, sì. Sta avendo grandi soddisfazioni anche internazionali, mi sono profondamente emozionato con l’affermazione per L’amica geniale. Poi mi piace perché non si atteggia, non si dà arie, come si dice a Roma non se la tira. Sono orgoglioso nello stesso modo di Camilla, lavora tanto e scrive».

 

maurizio costanzo

Quattro nipoti. Bello essere nonno?

«Splendido. Ora la pandemia rende difficile vedersi. Ma essere nonni è meraviglio».

 

C’è poi Gabriele, il figlio adottato con Maria De Filippi.

«Altro legame familiare intenso. Lui lavora con Maria, sono unitissimi. Gabriele rafforza il mio profondissimo rapporto con Maria. Ricordo ancora la mia commozione quando, avrà avuto dodici anni, mi chiamò “papà” per la prima volta. All’inizio è una paternità diversa. Poi diventa uguale all’altra, a quella naturale. Ritengo il suo arrivo un miracolo».

 

maurizio costanzo e maria de filippi

Non teme che qualcuno dica, smanettando col telecomando: che strazio, ancora Costanzo…

«Certamente ci sarà. Per fortuna noi, dall’altra parte, non li sentiamo».

 

Però la trasmissione va bene come ascolti.

«Benissimo. Incredibili punte del 14-15%. Dalle analisi del tipo di pubblico abbiamo scoperto che ora ci segue una nuova fascia di pubblico femminile giovane. Beh, gratificante, lo ammetto. È bello sapersi rivolgere alle nuove generazioni».

 

maurizio costanzo e gheddafi

Lei ha detto che vorrebbe morire con la mano in quella di Maria.

«Sì, proprio così. Mi piacerebbe non accorgermene, cioè non soffrire».

 

L’appuntamento la preoccupa?

«Beh, un po’ mi rompe le scatole… Lo ammetto. Ma ditemi a chi non le rompe».

 

maurizio costanzo andreotti

CARTA D’IDENTITÀ

 

LA VITA — Maurizio Costanzo è nato il 28 agosto del 1938 a Roma. Il padre, Ugo, era impiegato al ministero dei Trasporti, la madre, Jole, casalinga. Si è sposato 4 volte: con Lori Sammartino, Flaminia Morandi (dalla quale ha avuto due figli, Camilla e Saverio), Marta Flavi e Maria De Filippi, sposata nel 1995, conosciuta nel 1989 a un convegno organizzato da lei sul tema della pirateria. Nel 2002 la coppia ha adottato Gabriele. È nonno di quattro nipoti, due avuti da Camilla e due da Saverio.

 

maurizio costanzo virginia raggi

LA CARRIERA — Maurizio Costanzo ha esordito nel 1956, dopo il diploma in Ragioneria. Ha cominciato a collaborare al quotidiano Paese Sera e, l’anno successivo, al Corriere Mercantile. È giornalista, scrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo.

simona izzo maurizio costanzomaurizio costanzoal bano silvio berlusconi maurizio costanzo showdago e alessandro cecchi paone maurizio costanzo show puntata del 25 aprile 2019 8maurizio costanzosilvio berlusconi al maurizio costanzo show 1maurizio costanzo peter gomez la confessione silvio berlusconi abbraccia maurizio costanzo

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...