raffaella carra

"RAFFAELLA CARRÀ NON ERA LA ROSA LUXEMBURG DI RAIUNO. FORSE UNA PAROLA IN PIÙ PER I DIRITTI DEL POPOLO LGBT RAFFAELLA AVREBBE POTUTO SPENDERLA" - IL CONTROCANTO DI FULVIO ABBATE: "SE UN RUOLO QUELL’OMBELICO HA AVUTO, È RIFERIBILE ALLA TELEVISIONE DOROTEA DI ETTORE BERNABEI. E' RIUSCITA A PENETRARE NELL’IMMAGINARIO DEL BELPAESE PICCOLO-BORGHESE, GIÀ RURALE E INFINE INURBATO…"

Fulvio Abbate per "il Riformista"

 

FULVIO ABBATE

Raffaella Carrà, anche adesso che ci ha lasciati, idealmente vive al centro dell’ideale lussureggiante diorama italiano, un diorama monumentale, assai simile al plastico del parco dell'"Italia in miniatura" di via Popilia a Rimini, strapaese, dove girò in notturna il suo video più eponimo, suo modo, come già accennato nella luce di una canzone che davvero è stata il suo inno, “Tanti auguri”, dove le parole vengono da sé: “…com’è bello far l’amore da Trieste in giù”.

 

carramba! che sorpresa 1

Al centro assoluto del diorama, un proverbiale, iconico, araldico caschetto biondo, visibile dall’alto, a volo d’uccello, appunto, sullo spettacolare paesaggio italiano. In grado di figurare, sempre idealmente, accanto alla Torre di Pisa, al Duomo di Milano; accennando invece al Colosseo è proprio lì davanti che si innalza il terrazzo della “Grande bellezza”, dove nel ballo orgiastico sfavilla campionato dall’imperatore dei dj Bob Sinclair, proprio quel suo canto trasfigurato in pop lisergico. 

 

carramba! che sorpresa

Raffaella Carrà è stata molte cose: danza, ballo, festa e fiesta, conduttrice e soubrette, ha recitato perfino da ragazza, i capelli ancora castani, accanto a Frank Sinatra, ha addirittura mostrato all’Italia intera un magico osceno barattolo, chiedendo in cambio di chissà quanti dobloni d’oro, il numero esatto di fagioli in esso contenuto, ha introdotto nel lessico termini non meno osceni quali “gancio”, per intendere colui che metteva la sua redazione in contatto con chi avrebbe dovuto far vivere a un proprio caro l’emozione della “carrambata”, ha ancora ballato e cantato nell’albo d’oro della televisione italiana e non solo.

carramba! che sorpresa 6

 

Anni addietro, le teche Rai ci offrirono un mausoleo filmato del repertorio che la riguarda, così per onorare i suoi 70 anni. Immagini pronte a suscitare una riflessione sugli slittamenti progressivi del gusto televisivo al centro del Teatro delle Vittorie, la giraffa che viene giù a favore delle sue spaccate, delle sue labbra, del caschetto che svolazza come le piume dei bersaglieri. Esemplare in questo senso un frammento datato 1974 nel quale a lei si affiancano Mina e Alice ed Ellen Kessler in un quartetto vocale e gestuale da antologia, la perfezione del varietà, insomma, nella sua forma magica e sincopata. Era “Milleluci”.

 

Tra le prime riflessioni sul culto della Carrà, fino a trascenderla, c’era l’abitudine pop di attribuire al suo ombelico un valore rivoluzionario nel costume addirittura politico e antropologico, quasi che la sua rivelazione, dopo decenni di censure, di calze coprenti imposte perfino alle ballerine di fila, abbia rappresentato l’ora X della liberazione sessuale in televisione. Bum! Se un ruolo quell’ombelico ha avuto si è trattato semmai di un dato riferibile all’ambito periferico della televisione dorotea di Ettore Bernabei. Non era insomma la Rosa Luxemburg della prima rete, di Raiuno.

 

raffaella carra e gianni boncompagni

Anni addietro un gallerista romano ebbe modo di trovare in un cassonetto migliaia di lettere inviate alla redazione di “Pronto Raffaella?” Incredibilmente buttate via a produzione esaurita, proprio quella dell'osceno barattolo dei fagioli da indovinare. A sfogliare ogni singola missiva, foto, biglietto, supplica che si rivelava era un mondo di devozione a "Raffa", elevata a Madonna supplente, a Vergine di Loreto.

 

Tra le foto inviate, sembrava che qualcuno fosse lì pronto a sperare in una grazia, forse un semplice cenno, questo per ribadire quanto il volto, di più, la veronica – ossia la vera-icona - della Carrà sia riuscita a penetrare nell’immaginario del Belpaese piccolo-borghese, già rurale e infine inurbato, le canzoni di Al Bano e Romina e Orietta Berti nel mangiadischi, e anche, ovvio, della Carrà.

raffaella carra

 

Accanto al suo caschetto biondo, la cornetta di un “bigrigio” Sip, come atto poetico dovuto. Dimenticavo: anni fa una ragazza lesbica mi raccontò il suo sogno d’essere adottata proprio dalla Carrà dei fagioli: “La guardavo e pensavo, lei è la mia vera mamma, è lei che voglio”. Forse, una parola in più per i diritti del popolo LGBT Raffaella avrebbe potuto spenderla, oltre le frasi dorotee di circostanza, no? Poi Roberto Benigni che dà l’assalto alla sua “topa” in prima serata?  

 

raffaella carra e frank sinatra

Nel pacco di lettere salvato dai cassonetti si evidenziava un tono degno dele suppliche al Bambinello dell’Aracoeli, se non a Padre Pio. I mittenti, facevano dono del proprio mondo, ed erano adulti vestiti da sceriffo, signori dai baffi finti, bambini con parrucche d’argento, volpi impagliate sul carrello dei liquori accanto al cestino di Natale, torroni e bottiglie di spumante, perfino ritratti apologetici ad olio della Carrà eseguiti dal telespettatore pronto a mostrarli all’obiettivo come segno e pegno di fedeltà, bambini assediati e forse perfino afflitti da una mandria di crudeli peluche; chi mostrava un autografo della destinataria ottenuto chissà dove in segno di eterna considerazione o piuttosto le foto delle proprie nozze d’oro.

 

raffaella carra

Perfino gli scatti eseguiti durante le riunioni di condominio, ed è come se lei, la conduttrice, attraverso le foto, entrasse in casa d’ogni mittente, e c'erano ancora: la spagnola che balla il flamenco, il travestito con l’adorato yorkshire in braccio, la sessantenne in mutande dorate sul trono africano di vimini; il signore che suonava il mandolino, un altro ancora che faceva intuire d’avere un lungo e solido pisello sotto il costume da bagno a stelle e strisce, c’era perfino quello, già cinquantenne, vestito da scolaro con tanto di fiocco.

 

Poi una coppia di bambini vestiti rispettivamente da fante della prima guerra mondiale e vittoria alata con bandiera sabauda, ovvero l’Italia domestica rivestita di carte da parati damascate, infine c’era la bambina che tocca lo schermo mentre appare proprio Raffaella, e poi ancora cani, vecchi, ammalati, l’Italia intera.

 

raffaella carra

Si trattava della prima trasmissione televisiva con il numero di telefono in sovrimpressione, era il 1983. Per tutti quei mittenti, Carrà e Roma erano il medesimo luogo, dove magari sbarcare in treno o Fiat 127 per esistere finalmente, di più, guarire, resuscitare, camminare sulle acque di via Teulada, 66. Questo e molto altro se ne va insieme a lei, Raffaella Carrà, nata Pelloni, emiliana di Bologna, morta ieri a 78 anni, intatta nel suo mito, nella sua biondezza magica. Certamente, nei proosimi giorni, proprio nella portineria dello storico centro di produzione di via Teulada, accanto ai ritratti di Mike Bongiorno, Raimondo Vianello, Fabrizio Frizzi, giungerà anche la sua foto.

 

raffaella carràraimondo vianello con raffaella carratweet e post su raffaella carra 7RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI Raffaella Carra - Foto FarabolaRaffaella Carra - Foto FarabolaRaffaella Carra - Foto FarabolaRaffaella Carra e Corrado - Foto FarabolaRaffaella Carra e Raimondo Vianello - Foto Farabolaraffaella carra 19raffaella carra 20raffaella carra 4raffaella carra 9raffaella carra 18raffaella carra 14raffaella carra 3 Raffaella Carra 13 - Foto Farabolagianni morandi e raffaella carra

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?