1. "O ROSI O ROSICHI!". CE POTEMO STA! ROMA E IL "SACRO GRA" DI GIANFRANCO ROSI TRIONFANO A VENEZIA VINCENDO, ABBASTANZA A SORPRESA, IL PRESTIGIOSO LEONE D'ORO 2. A SORPRESA MA GIUSTAMENTE VISTE LE CRITICHE ENTUSIASTE CHE BENEDICONO IL FILM ALL'ESTERO (MICA LE QUATTRO PALLE DELL'ASPESI ALL'’’INTREPIDO’’ DI AMELIO-ALBANESE). ALLA FACCIA CHE IL NOSTRO CINEMA NON POTESSE PIU' VINCERE NULLA DI IMPORTANTE 3. NON SOLO. E' PURE UN TRIONFO PER LA ROMA NICOLINIANA E PER LA CURA CHE IL VECCHIO DIRETTORE DELLA MOSTRA, MARCO MULLER, AVEVA MESSO NEL CINEMA E NEL PROGETTO DI GIANFRANCO ROSI, CHE E' DAVVERO UNA SUA SCOPERTA E UN SUO AUTORE 4. COPPA VOLPI, COME DAGO-PREVISTO, E ALTRO TRIONFO ITALIANO, PER ELENA COTTA, LA PROTAGONISTA DI "VIA CASTELLANA BANDIERTA" DI EMMA DANTE, SCOPERTA A 80 ANNI!

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

O Rosi o Rosichi! Vincitori e contestatori del Festival

Marco Giusti per Dagospia

Alberto BarberaAlberto Barbera

"O Rosi o rosichi!". Ce potemo sta! Roma e il "Sacro Gra" di Gianfranco Rosi trionfano a Venezia vincendo il prestigioso Leone d'Oro, abbastanza a sorpresa, visto che si pensava che il premio andasse al film greco "Miss Violence". Ma giustamente viste le critiche entusiaste che benedicono il film all'estero (mica le quattro palle dell'Aspesi all'''Intrepido'' di Amelio-Albanese). Alla faccia che il nostro cinema non potesse piu' vincere nulla di importante.

gianfranco rosi porta a venezia sacro gra foto il cinema italianogianfranco rosi porta a venezia sacro gra foto il cinema italiano

Bernardo Bertolucci ha trovato la strada giusta per uscire dal terribile impasse di una Mostra affollata di opere di vecchi amici e di altre non sempre all'altezza del Concorso. In fondo questo premio e' anche la glorificazione della nostra scuola documentaristica e di un cinema che ritrova dalla realta' la sua forza.

Non solo. E' pure un trionfo per la Roma Nicoliniana e per la cura che il vecchio direttore, Marco Muller, aveva messo nel cinema e nel progetto di Gianfranco Rosi, che e' davvero una sua scoperta e un suo autore.

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In qualche modo il premio puo' essere letto quindi come una pace tra la Venezia di Barbera e quella di Muller. Meglio cosi'. Non ne potevamo piu'. E poi il film cresce nella memoria, ha grandi protagonisti coatti e strampalati, e a tratti e' pure grande commedia classica, anche se tenuta entro una ferrea composizione visiva.

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Solo Leone d'Argento per la Migliore Regia a "Miss Violence" di Alexandros Avranas, che veniva dato da tutti fino a poche ore fa come Leone d'Oro. Premio Speciale della Giuria a "La donna del poliziotto" di Philip Groning. Gran Premio della Giuria al poco mobile ma stiloso "Jaouyu" di Tsai Ming Liang, che fara' contenti decine e decine di cinefili. Coppa Volpi, come avevamo previsto, e altro trionfo italiano, per Elena Cotta, la protagonista di "Via Castellana Bandierta" di Emma Dante.

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Premia la professionalita' del nostro spettacolo, ma segnala anche la poca accortezza dei nostri cineasti che non si accorgono dei talenti che spesso hanno sotto il naso. Elena Cotta, che e' bravissima, e' stata scoperta a ottant'anni. Sul palco dedica il premio al marito Carlo Alighiero, anche lui attore, che da tanti anni divide le scene con lei. Insieme avevano anche girato da protagonisti un vecchio cultissimo film di Tanio Boccia.

Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile va a Themis Panou, il nonno cattivo di "Miss Violence". Batte tutti, da Christoph Waltz a Nicolas Cage, e tutte le previsioni, che davano vincente Louis Garrel. Il giovanissimo Ty Sheridan vince invece il premio Mastroianni, l'attore emergente, per "Joe" di David Gordon Green. Bravissimo e piu' che giusto.

Il premio per la Migliore Sceneggiatura, come gia' sapevamo, a Steve Coogan e Jeff Pope per "Philomena" di Stephen Frears. Copione perfetti che i nostri sceneggiatori dovrebbero studiare attentamente. Al di la' della regia e degli attori ci sono una storia originale, una struttura solidissima e dei dialoghi. Raro trovare le tre cose insieme in uno dei nostri recenti film.

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Passiamo alla sezione Orizzonti, dove il presidente della giuria, Paul Schrader, esattamente come Bertolucci, voleva un po' premiare film nuovi e originali non legati ai gloriosi passati. Giusto il premio alla regia all'italiano Uberto Pasolini che da 37 anni vive in Inghilterra per "Still Life" e quello del Miglior film a "Eastern Boys" di Robin Campillo.

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Premio Opera Prima "Luigi De Laurentiis" va all'israeliano "White Shadow" di Noaz Deshe. Sul palco arriva anche Carlo Verdone con l'assegno di 100 000 dollari da dividere tra regista e produttore. "So premi che fanno commodo" ha detto Carlo, presentando "il bigliettone di Bonaventura". Alla fine Roma trionfa.

 

 

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