LA "SAXA RUBRA DEL NORD" E LA NUOVA GUERRA ROMA-MILANO –L’OPERAZIONE ORCHESTRATA DAL PRESIDENTE RAI FOA (QUOTA LEGA) DI UN NUOVO CENTRO DI PRODUZIONE RAI A MILANO SCATENA ZINGARETTI CHE SOTTOLINEA COME UN CDA USCENTE “NON DOVREBBE PRENDERE QUESTO TIPO DI DECISIONI STRATEGICHE”. E ANCORA: "L’AUDIOVISIVO E' FORTEMENTE RADICATO NEL CUORE DELLA CAPITALE, TUTTO IL RESTO SAREBBE UNA FORZATURA”- IL PATTO TRA I CANDIDATI AL CAMPIDOGLIO. LA REPLICA DI SALA E FONTANA

-

Condividi questo articolo


M. Tamb. per "la Stampa"

 

marcello foa foto di bacco marcello foa foto di bacco

No, questo proprio "nun se po' fa'": che Milano scippi la Rai a Roma è un' onta inimmaginabile per la Capitale. Ma non è proprio detto che i fatti stiano cosi.

 

La politica mette la Rai in stallo ma preferisce accapigliarsi per un' ipotesi che il Cda dell' Azienda, considerato uscente fino a poche ore fa, ha solo ufficializzato di aver preso in considerazione. Roma contro Milano e Milano contro Roma è una faccenda vecchia da stadio che non dovrebbe riguardare la messa a punto di una sede, milanese, che andava assolutamente affrontata, visto che l' attuale indirizzo di via Mecenate, in affitto, costava troppo.

 

Problema da anni sul tavolo.

 

nicola zingaretti presidente regione lazio foto di bacco nicola zingaretti presidente regione lazio foto di bacco

Allora si è pensato di correre ai ripari con ipotesi che contemplavano appunto il sito di Portello. Carte alla mano, ecco quanto uscito dal Cda del 27 maggio scorso: «Il Consiglio di amministrazione Rai ha approvato lo studio di fattibilità per la ridefinizione complessiva degli assetti produttivi e degli uffici amministrativi di Milano.

 

L' implementazione è prevista entro l' inizio del 2025 e contempla il rilascio degli studi di via Mecenate e una contestuale rivisitazione dell' area di corso Sempione concentrando la produzione in un nuovo sito logistico, moderno e funzionale volto a rispondere alle esigenze della Rai del futuro... L' obiettivo è di mettere il prossimo Cda nelle condizioni migliori per assumere in piena consapevolezza ed autonomia le decisioni conseguenti».

 

Ma è bastato questo a scatenare i campanilismi dei pezzi da novanta che sono partiti lancia in resta per difendere ognuno la dignità della propria città.

marcello foa foto di bacco marcello foa foto di bacco

 

Nicola Zingaretti non ce la fa a ipotizzare una «Saxa Rubra del Nord». Il presidente della Regione Lazio parla di un «audiovisivo fortemente radicato nel cuore della Capitale, tutto il resto sarebbe una forzatura». E porta dati a conforto: «La Regione Lazio è quella che ha più investito nell' audiovisivo, la seconda in Europa, con trenta milioni di euro nel 2020 per contrastare la crisi del settore». E insiste che un Cda uscente «non dovrebbe prendere questo tipo di decisioni strategiche».

 

La querelle ha fatto scendere in campo pure i candidati sindaco al Campidoglio che solo e soltanto su questo tema hanno stretto un patto virtuale per stoppare un tale scempio come è l' ipotesi di trasferire al nord competenze consolidate nella Capitale. Parola di Virginia Raggi, Roberto Gualtieri e Carlo Calenda.

 

Oltretutto, questa dello spostamento al Nord sarebbe una battaglia tutta cara alla Lega, un' operazione, dicono a Roma, fortemente voluta dal presidente Marcello Foa che da tempo batte su questo chiodo.

 

sala fontana sala fontana

Insiste Zingaretti dalle colonne del più capitolino dei giornali, "Il Messaggero": «Mi sono sempre battuto per tutte le città italiane senza sterili campanilismi. Ma è anche vero che ogni città ha le proprie vocazioni consolidate nel tempo, nell' esperienza e nella tradizione. La produzione televisiva, la televisione pubblica, sono proprie di Roma, della Capitale, del Lazio» .

 

Dall' altra parte suonano le campane del sindaco di Milano, Sala, e del presidente della Lombardia Fontana. «Noi chiediamo solo quello che ci spetta.

BEPPE SALA BEPPE SALA

 

Del progetto al Portello si parla da anni - dice il primo cittadino di Milano - e se per ragioni di campagna elettorale qualcuno ha qualcosa da dire, che mi chiami pure». E il governatore lombardo Fontana rincara: «È stata finalmente presa una decisione sull' iniziativa che risponde a una logica di strategia industriale che riguarda l' Azienda, Milano e il territorio. Polemizzare per fini elettorali è molto triste».

Una bella partita al suo fischio d' inizio.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…