molinari rizzo elkann

"VORREI DIRE AGLI ELKANN: 'SE VOLEVATE SMONTARE UN GIORNALE POTEVATE COMPRARNE UN ALTRO. ERA MENO FATICA'" – COME DAGO-ANTICIPATO SERGIO RIZZO, FINO A UN MESE FA VICEDIRETTORE AD PERSONAM DI "REPUBBLICA", E’ STATO PREPENSIONATO "VIA MAIL" E COSTRETTO ALLA CASSA-INTEGRAZIONE - IL SILURO A MOLINARI: SE TI METTI LA FOTO CON OBAMA DIETRO LA SCRIVANIA, MA POI NON HAI CORAGGIO DI GUARDARE NEGLI OCCHI CHI MANDI VIA, FAI TENEREZZA”

Da tpi.it

SERGIO RIZZO 9

 

Sergio Rizzo fino a trenta giorni fa vicedirettore (ad personam) di Repubblica, da novembre 'costretto' alla cassa integrazione con una comunicazione via mail.

 

Sergio, dopo “La Casta”, sei uno dei giornalisti che più ha scritto di pensioni in Italia.

(Sorriso amaro). «Vedi? E tuttavia mi sono trovato, con 53 colleghi, anche io costretto a lasciare Repubblica».

 

Perché dici «costretto»?

«Se il 29 settembre ti arriva una mail dove c’è scritto “Caro Sergio, da novembre sei in cassa integrazione a mille euro”, ti resta poca scelta».

elkann Molinari

 

Ma come: solo una mail?

«Proprio così. Mi si diceva che avevo i requisiti anagrafici per il prepensionamento. Cassintegrato per l’età».

 

Ti hanno messo con le spalle al muro?

«Io, come gli altri 53. Un'azienda in crisi ha il diritto di cercare tutte le soluzioni possibili, anche se sui prepensionamenti a carico dello Stato ci sarebbe molto da dire. Ma c’è modo e modo».

 

Cioè?

«Un giornale non è una fabbrica di auto. Nel mio caso non era nemmeno legittimo: qualcosa non torna».

SERGIO RIZZO

 

Cosa?

«Sono giornalista da 43 anni, avevo già da tempo i requisiti per la pensione. Se la cassa integrazione è legata ai prepensionamenti, perché applicarla a chi, come me, non è prepensionabile?».

 

Vai in pensione senza scivolo?

«Zero. C’è una bella differenza con il prepensionamento».

 

L'hai fatto presente al giornale?

«Ho chiesto spiegazioni scrivendo la lettera di dimissioni. Mi è stato risposto che tutti i 54, se non accettavano di andarsene, se ne stavano in cassa integrazione un anno. Che io non fossi prepensionabile non gli importava...».

 

Ma eri un vicedirettore del giornale!

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

«Si, ma nessuno mi ha consultato: era un aut aut: prendere o lasciare».

 

Cosa ci insegna questa vicenda?

«Non riguarda solo noi. Come dice Federico Rampini, è una ennesima testimonianza: di un sistema folle e iniquo».

 

Torniamo alla vicenda di Repubblica. Tu dici provocatoriamente una frase...

«Questa: “La libertà del giornalismo coincide con la democrazia”».

È una iperbole?

«No, una constatazione. I grandi giornali americani nascono con la guerra di indipendenza. Corriere, Messaggero e Il Carlino con l’unità d’Italia. Il Mondo è l'Italia liberale. L’Espresso e Repubblica sono i figli della Costituzione».

 

Quindi, per te, la vicenda dei 54 non è una disputa aziendale.

SERGIO RIZZO 19

«Nooo!: Vorrei dire agli Elkann: “Se volevate smontare un giornale potevate comprarne un altro. Era meno fatica". I giornali che hanno fatto la storia sono dei loro lettori, non di chi acquista un pacchetto azionario».

 

Addirittura.

«La Repubblica è un pezzo di identità italiana. Scalfari la fonda nel 1976 per rappresentare non solo la sinistra progressista, ma anche la coscienza critica del Paese. Se la snaturi la uccidi».

 

Spiega meglio.

«Se per ragioni anagrafiche tu amputi un giornale come questo, non azzeri solo la memoria ma un patrimonio di conoscenze non più trasmettibili

 

john elkann

Dicono: «Ci sono le scuole».

«Maddai! Studio e istruzione sono fondamentali, ma il giornalismo non si impara a scuola. Quasi tutto quel che so, dalle interviste non genuflesse alle inchieste, l’ho imparato da chi l'aveva già fatto. Non c’è altro mestiere dove le navi scuola sono così importanti. È gravissimo che questo sia del tutto ignorato. Come fossimo una cassetta di melanzane marce».

 

Lo hai detto a Molinari?

«Non ho avuto il piacere. Mi è arrivata solo la mail. Nemmeno una telefonata».

 

Non ci credo. Sei arrabbiato?

«Per nulla. Deluso sì. Mi avesse chiamato per dirmi “Sergio, mi spiace, l'azienda è in crisi. Visto che puoi andare in pensione, lo fai?” sarebbe bastato. Invece c’è stato un epilogo grottesco». Quale?

 

SERGIO RIZZO

«Il giorno successivo a quella mail il direttore ci convoca in uno stanzone». E cosa dice?

«“Questo è il momento di far vivere lo spirito di corpo della famiglia di Repubblica. Di restare uniti. Non perderci. Sto studiando una iniziativa perché possiate continuare tutti ad avere un ruolo”».

 

E tu?

«Resto di sasso. Come tutti».

 

E poi?

mario calabresi piazzapulita

«Si alza Lavinia Rivara, professionista coi fiocchi, colonna del politico, e dice ciò che tutti pensano: “Ma come? Collaborare è vietato ai prepensionati”».

 

Mamma mia. E che succede?

«Il gelo. Nessuno ha avuto il coraggio di fare una piega».

E tu?

«Mi è sembrata una situazione assurda e me ne sono andato».

mario monti e sergio rizzo foto di bacco

 

Hai un rimprovero da farti?

«Sì. C'erano segnali già da un pezzo che lo spirito di Repubblica stava svanendo. Cacciarono Mario Calabresi, una mattina, in un modo brutale».

 

E lui?

«Un signore. Continua a lavorare venti giorni. La sua ultima sera ero di turno. Chiude con me a mezzanotte, con la stessa cura della prima. Il giorno dopo fa colazione con Carlo Verdelli e poi vengono in riunione: lo presenta, con affetto. Questo è lo stile Repubblica».

 

carlo verdelli

E poi?

«Il giornale viene venduto ai proprietari di oggi: improvvisamente viene cacciato anche Verdelli. Mentre è sotto minaccia. Se possibile, con più brutalità».

 

Pare incredibile che Molinari non ti abbia fatto nemmeno una telefonata.

 «Non lo so perché. Francamente non m’importa».

 

Cosa intendi?

«Sai che in ogni quotidiano le scrivanie sono la carta di identità dei giornalisti».

 

Certo.

«Dietro a Verdelli c'erano decine di palle di vetro con neve: ogni volta che il figlio viaggia gliele regala una. Cartoline d'amore padre-figlio. Uno spettacolo vederlo che le sistemava soddisfatto».

 

E la scrivania di Molinari?

«Dietro ha tante sue foto con i grandi del mondo».

 

Meno romantico di Carlo, più egotico.

david parenzo sergio rizzo emma bonino mario monti giuliano ferrara foto di bacco

«Sì. Trasmette un sentimento di malinconia. Come certe pizzerie in cui c’è di tutto, le foto da Bombolo a Harrison Ford. Poi magari scopri che metà di quei vip non hanno mai messo piede nel locale. Ecco, non ho nulla contro Molinari»

 

Però?

«Se ti metti la foto con Obama dietro, ma poi non hai coraggio di guardare negli occhi chi mandi via, fai tenerezza».

maurizio molinari foto di bacco (5)

Sergio Rizzo Sergio Rizzo e Giulio Tremonti sergio rizzo

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO