andò burton camilleri

RICHARD BURTON? ALCOLIZZATO TOTALE – ROBERTO ANDO’ IN VERSIONE MANUEL FANTONI DI BOROTALCO: “RICORDO RICHARD BURTON ARRIVAVA UBRIACO SUL SET DEL FILM “IL VIAGGIO”. GLI TREMAVANO LE MANI, PERSINO LE LABBRA... VITTORIO DE SICA RIUSCI’ A SALVARE LA SCENA". ECCO COME – L’AMICIZIA CON SCIASCIA: "ALCUNI ARRIVARONO A DIRE CHE AVEVA SUBITO IL FASCINO DELLA MAFIA. UNA COSA FALSA. MI DISSE DI ANDARE VIA DA PALERMO" – E SU CAMILLERI RIVELA… - VIDEO

 

Emilia Costantini per il "Corriere della Sera"

 

roberto andò

«Ricordo Richard Burton che arriva ubriaco, più del solito, sul set. Gli tremavano le mani, persino le labbra... e quella mattina avrebbe dovuto girare una scena in primo piano. Vittorio De Sica si rende ben presto conto che è impossibile realizzare un'inquadratura dell'attore in quelle condizioni e annulla la scena.

 

Burton si innervosisce, si inalbera, non accetta la decisione del regista e, a quel punto, il grande De Sica ferma tutto il set: con la sua eleganza, la sua sapienza, esprimendosi in un inglese molto disinvolto, dà il via a una dissertazione, una colta lezione di cinematografia sull'importanza di effettuare le riprese in un modo, piuttosto che in un altro. Conclude, quindi, che a volte è molto meglio farsi riprendere di spalle, perché rende più affascinante il personaggio interpretato... Così mise a tacere la protesta dell'attore, che accettò la proposta».

 

Roberto Andò era poco più di un ragazzino, ma già appassionato di cinema, quando riuscì, grazie a conoscenze familiari, a introdursi nel set de «Il viaggio», l'ultimo film firmato da De Sica e tratto dall'omonima novella di Luigi Pirandello, di cui era protagonista la coppia Burton-Sophia Loren.

 

RICHARD BURTON

«Quella fu la mia iniziazione - racconta il regista-scrittore palermitano -. Ero protetto dalla meravigliosa Sophia e anche De Sica, in là con l'età, mi aveva preso a ben volere. Tutte le mattine, durante le pause, mi faceva cenno di avvicinarmi a lui, per chiedermi se conoscevo il barone Caio, la principessa Sempronio o il conte Tizio che lo avevano invitato a cena per poi fare una partita a carte al Circoletto, un circolo nobiliare...».

 

E lei conosceva tutti questi blasonati?

«Beh... diciamo che, quando potevo, cercavo di rendermi utile chiedendo informazioni ai miei genitori... non volevo deludere il regista... ci tenevo tanto a frequentare il set e scoprirne i meccanismi».

 

Però il battesimo in letteratura lo ha avuto con Leonardo Sciascia.

«In quel caso fui aiutato da Elvira Sellerio, molto generosa con me. Voleva aiutarmi e mi introdusse nella sua casa editrice per presentarmelo, mentre il grande scrittore stava correggendo le bozze di un suo romanzo e io aspiravo a scrivere il mio primo testo letterario.

liz taylor e richard burton

 

Fu un incontro decisivo della mia vita. Nacque tra noi una speciale amicizia e la mia incondizionata ammirazione nei suoi confronti: è stato il primo autore siciliano che ha affrontato nelle sue opere il problema della mafia.

 

All'epoca, in una estesa zona grigia, tutti erano eccessivamente tolleranti verso ciò che stava avvenendo, cioè l'offensiva delle cosche nella vita civile e la loro penetrazione nel ceto politico. Negavano questo "cancro", questa criminalità endemica della nostra terra che veniva sempre descritta come l'isola della luce, dei colori, degli odori...

5 richard burton e liz taylor roma 1964 ph barillari

 

E invece Sciascia introduce la mafia pre-droga nei suoi testi, cercando di capirne la "filosofia". Alcuni, poi, arrivarono a dire che Sciascia ne aveva subito il fascino: una cosa assurda, assolutamente falsa.

 

L'attenzione al problema era nata dalla sua attività di maestro elementare a Racalmuto, dove insegnava a bambini poveri, bistrattati, figli di zolfatari e, attraverso di loro, aveva conosciuto la mafia rurale.

 

Quando pubblicò il libro "Le parrocchie di Regalpetra", nato proprio dal suo impegno didattico e dove descriveva questa drammatica realtà, lo accusarono persino di essere un delatore: lui aveva rotto il patto di silenzio con una Sicilia buia e con lui si era accesa una luce sulla verità. Proprio per questo, mi diceva: "Perché rimani a Palermo, perché non te ne vai? Vattene, vai via da qui!". Ma la mafia, purtroppo, non è solo una questione siciliana».

roberto andò 99

 

 

Infatti, nel suo romanzo «Il bambino nascosto», diventato anche film, lei racconta la camorra...

«A Palermo, come a Napoli, l'arruolamento nella criminalità organizzata è ancora una piaga sociale. Ragazzini di 9-10 anni vengono coinvolti nella delinquenza che appare come unica prospettiva, altrimenti sei un nulla: nuddu mischiato col nuddu. Spesso sono i pentiti a raccontare tale condizione psicologica, che non riguarda solo il Sud d'Italia: ormai una mafia dissimulata ha interessi anche al Nord e ovunque. Occorre averne consapevolezza e, in certi casi, molto coraggio per vincerla».

SCIASCIA

 

Il coraggio che ha avuto Letizia Battaglia, fotografa de «L'ora» di Palermo, su cui lei sta girando un tv-movie in due puntate con Isabella Ragonese nel ruolo della protagonista?

«È stata la prima donna a entrare in un mondo di colleghi maschi e a sopravvivere in un mestiere difficile nei terribili anni delle stragi. Attraverso la sua biografia rivedo tutti i morti per i quali non mi sono pacificato.

 

Perché è pur vero che la mia città è migliorata, in qualche modo ripulita da quando ero ragazzo e ne vedevo solo le rovine, ma dietro l'angolo c'è ancora la "monnezza". Tuttavia bisogna stare attenti a raccontare queste storie sul potere mafioso, il rischio è di esaltare il fascino del male, che attira più del bene».

 

Ha conosciuto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino?

roberto ando foto di bacco

«Ho avuto la fortuna di conoscerli entrambi, in momenti diversi: ho pianto quando sono stati uccisi, con la loro morte ho visto il crollo di ogni prospettiva di legalità a Palermo, una capitale senza vertebre, segnata da qualche importante presidio intellettuale e da molto malessere psichico.

 

Per fortuna, dopo il loro sacrificio, è avvenuta una grande mobilitazione civile, ma non ci si può affidare poi solo alle commemorazioni, non bastano a scuotere le coscienze, occorre fare di più. Il grosso problema della giustizia italiana è che restano tanti buchi neri, tanti misteri irrisolti, non si è ancora fatta luce su tanti avvenimenti e i morti senza giustizia devono rappresentare un monito per tutti noi. Bisogna alzare la voce, come hanno saputo fare scrittori come Sciascia o Camilleri».

leonardo sciascia

 

Quel Camilleri che lei riportò in palcoscenico tre anni fa, al Teatro Greco di Siracusa nel ruolo dell'indovino Tiresia, una memorabile performance, la sua, quando ormai era diventato cieco, un anno prima della sua scomparsa.

«Quella sera, dopo i calorosi applausi che meritatamente ricevette per la sua interpretazione, mi disse in disparte: "Mentre recitavo ho visto un gatto che mi fissava".

 

VIVA LA LIBERTA DI ROBERTO ANDO

Era impossibile che nelle vicinanze del palcoscenico ci fosse un gatto... Oltretutto Andrea non era in grado di vedere nemmeno il pubblico che affollava la platea, quindi come avrebbe potuto scorgere una bestiola? E allora ho pensato, fra me e me, che quel gatto era un'immagine di morte: qualcuno gli aveva mandato un messaggio, che purtroppo si è avverato l'anno successivo».

 

Scrittore, regista di cinema, teatro, televisione, opera... Non sarà troppo?

«Me lo chiedo anch' io e una volta me lo chiese pure Nanni Moretti! Ma questa scissione tra la letteratura e il cinema non l'ho mai curata, anzi direi che semmai l'ho alimentata allargandola poi al teatro e alla lirica. Da giovane, questa mia natura da poligrafo era vista con sospetto, oggi direi che è accettata. Poter passare da un set cinematografico alle prove in un teatro d'opera lo considero un privilegio: c'è in me un ritmo che è un flusso sanguigno, l'urgenza di fare si moltiplica».

CAMILLERI

 

E oggi dirige anche il Mercadante e il San Ferdinando. Come si trova un palermitano a Napoli?

«Palermo è più triste di Napoli, ha una cupezza esasperata, è come se elaborasse continuamente un lutto, prevale il senso di morte. Napoli gioca con la morte, ha la capacità di inventare sé stessa, è un cantiere aperto e il suo centro è proprio il teatro, una forma di vita che mi mette in perenne stato di eccitazione.

 

vittorio de sica sophia loren marcello mastroianni

È una metropoli anarchica e tutti i suoi pregi possono essere anche i suoi difetti. Diceva Pasolini che i napoletani sono una grande tribù che, invece di vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare».

 

Finora abbiamo parlato dei suoi successi. Il suo peggiore insuccesso?

«Gli insuccessi lavorativi sono sempre da mettere in conto, ma voglio ricordare un insuccesso privato, o meglio, un episodio negativo che mi porto dietro dall'infanzia. Un mio compagno di scuola una volta mi disse una cosa profondamente offensiva e dolorosa, io lo colpii con un pugno e credo di avergli spezzato un dente che gli ha causato problemi per tutta la vita. È un ricordo indelebile, riguarda un sentimento fortissimo che è insieme di violenza subita e agita».

roberto ando fabrizia pompilio foto di bacco

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…