d'annunzio emy heufler il cattivo poeta

D’ANNUNZIO? FU UCCISO SU ORDINE DEI NAZISTI. A SOMMINISTRARE IL VELENO LA GOVERNANTE-SPIA INVIATA DAL TERZO REICH PER ACCELERARE LA FINE DI UN UOMO SCOMODO – HITLER, PER LUI ERA "UN RIDICOLO NIBELUNGO TRUCCATO ALLA CHARLOT”. NEL 1937 IL VATE AVREBBE DETTO A MUSSOLINI. "SEI ANDATO A BERLINO A SCAVARTI LA FOSSA". UN’INTUIZIONE CHE POTREBBE ESSERGLI STATA FATALE… - GIORDANO BRUNO GUERRI E IL FILM CON CASTELLITTO GIRATO AL VITTORIALE. UNA NOTTE, PRIMA DELLA FIRMA, EBBI UN INCUBO: "AHÒ, PASSAME ER CAVO", DICEVA UN ELETTRICISTA E NELL’IMPETO… - FILM+VIDEO

 

Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

 

d annunzio emy heufler

Certe vite si spiegano meglio se lette dalla fine. A maggior ragione se la fine è un lungo e scintillante crepuscolo come quello di Gabriele D' Annunzio, che trascorse i suoi ultimi 15 anni nella «forzata clausura» del Vittoriale di Gardone Riviera. E ancor più se su quella fine è possibile avanzare nuovi interrogativi, ipotesi sconvolgenti e non del tutto infondate come quella di un suo possibile avvelenamento.

 

È quanto fa il riuscitissimo film Il cattivo poeta, in uscita domani, del regista Gianluca Jodice e con un' interpretazione magistrale di Sergio Castellitto nei panni del Vate, incentrato sugli ultimi due anni di vita del poeta, allorché lui, per via della posizione eterodossa rispetto alle scelte del Duce, fu messo sotto rigida sorveglianza da parte del regime fascista attraverso l' invio al Vittoriale del giovane segretario federale di Brescia, Giovanni Comini.

 

sergio castellitto gabriele d'annunzio

La forza del film è in primo luogo nella sua ambientazione, dato che buona parte delle scene sono girate all' interno della casa-museo di D' Annunzio, «fatto mai accaduto in un' opera cinematografica», come sottolinea il presidente della Fondazione del Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri, che rende ancor più veritiera la narrazione oltre a contribuire al fascino della visione. E contesto significativo a livello simbolico, visto che quest' anno si celebra il secolo esatto dall' arrivo del Vate a Gardone Riviera, anniversario ben ricordato nel libro di Valentina Raimondo Cento anni di storia del Vittoriale. L' incantevole sogno ( Silvana Editoriale).

 

gabriele d'annunzio 4

Un altro elemento di forza del film è il suo attingere a una bibliografia storica consolidata: il personaggio del federale Comini è ispirato al libro, appena ristampato, di Roberto Festorazzi D' Annunzio e la piovra fascista ( Il Silicio), in cui se ne ricostruisce il ruolo di controllore del Vate, su mandato del segretario del Pnf Achille Starace. La figura del D' Annunzio crepuscolare e la suggestione sulla sua morte per avvelenamento fanno invece riferimento a due libri di Guerri, ossia D' Annunzio.

 

L' amante guerriero e La mia vita carnale. L' aspetto dove però il film è impareggiabile è nell' immortalare la tragica e disperata grandezza dell' ultimo D' Annunzio: un poeta minato nel fisico, deluso e amareggiato per la sua emarginazione politica, e segnato da debolezze, ossessioni e dipendenze, come l' abuso di cocaina e la vita erotica sfrenata.

gabriele d'annunzio 8

 

E nondimeno un uomo ancora capace di slanci lirici e trascinato da un' insopprimibile passione civile. Un intellettuale che, per quanto in esilio, non poteva fare a meno di manifestare la sua posizione sulle vicende dell' Italia contemporanea, di esprimere il suo disappunto per la rozzezza di certi militanti fascisti, da lui definiti «camicie sordide», e anche per la «prepotenza» del Duce e dei suoi gerarchi, da cui ben sapeva di essere spiato.

 

gabriele d'annunzio 9

Con quella stessa lucidità D' Annunzio palesava la sua diffidenza rispetto alla guerra coloniale in Etiopia e alla partecipazione dell' Italia a sostegno dei franchisti, e soprattutto la sua contrarietà all' alleanza con la Germania di Hitler, per lui niente più che «un ridicolo nibelungo truccato alla Charlot», a causa del quale l' Italia sarebbe andata «verso il baratro». Una preveggenza che D' Annunzio avrebbe comunicato a Mussolini in un incontro nel 1937 alla stazione di Verona, dicendogli: «Sei andato a Berlino a scavarti la fossa». Un' intuizione lungimirante che potrebbe però essergli stata fatale.

 

gabriele d'annunzio 5

Nel film si racconta infatti come D' Annunzio possa essere stato ucciso dalla governante-infermiera-amante altoatesina Emy Heufler, probabilmente una spia inviata dal Terzo Reich per accelerare la fine di un uomo ormai debole e nondimeno scomodo ai fini dell' alleanza fascismo-nazismo. La Heufler avrebbe non solo accresciuto la dipendenza del Vate dalla cocaina ma gli avrebbe somministrato anche del veleno, fino alla dose letale del 1° marzo 1938. Naturalmente, a sostenere questa ipotesi, non ci sono prove.

 

Ma è una curiosa coincidenza il fatto che, dopo la morte del Vate, la Heufler sia passata al servizio di von Ribbentrop, ministro degli Esteri nazista. Così come è ragionevole pensare che il fascismo abbia visto la morte del poeta come una liberazione, tanto che all' annuncio della dipartita di D' Annunzio, in una conversazione telefonica tra il Duce e il prefetto Rizzo, si sentì pronunciare l' espressione «Finalmente!».

gabriele d'annunzio

 

Inviso a Hitler, sopportato con fastidio da Mussolini, emarginato dalla sua patria negli ultimi anni di vita, il Vate torna, anche grazie a questo film, a guadagnarsi a pieno l' amore degli italiani. Il cattivo poeta mostra l' umanità di un gigante in cattività, depurandone l' immagine da ogni presunta cattiveria.

 

2 - ECCO COME È NATO «IL CATTIVO POETA»

Giordano Bruno Guerri per “il Giornale”

 

Prima biografo di Gabriele d' Annunzio, poi presidente della meravigliosa casa che donò agli italiani, negli ultimi anni ho dedicato molte energie per rendere la casa e il parco sempre più belli e visitati. E per liberare l' immagine del poeta dalla patina di pregiudizi che lo avvolge (sempre meno). Figurarsi la mia allegria quando, nel 2018, arrivò la richiesta di girare un film su d' Annunzio proprio al Vittoriale degli Italiani.

d'annunzio

 

Le carte che la produzione metteva sul tavolo erano eccellenti. Sergio Castellitto è un attore colto, e sa interpretare i personaggi da dentro. Il regista Gianluca Jodice, giovane e all' esordio con un lungometraggio, aveva già dato prova di maestria. Il produttore Matteo Rovere aveva appena girato, anche come regista, lo straordinario Il primo re, racconto non convenzionale e realistico della nascita di Roma. Restava da leggere la sceneggiatura, ma alla fine mi brillavano gli occhi, come in trasparenza al testo luccicavano le tesi che avevo esposto in D' Annunzio, l' amante guerriero e in La mia vita carnale.

 

Il Vate venne bollato come perversamente stravagante dalla borghesia piccina e provinciale dell' epoca per i suoi amori liberi, la sua passione per il lusso, il suo passaggio politico di fine Ottocento da destra a sinistra. Il marchio gli è restato, anche se era, da bravo genio, un precursore: noi oggi amiamo il consumismo, desideriamo il lusso e rivendichiamo la libertà sessuale anche grazie a lui.

gabriele d'annunzio a fiume

 

Quanto ai passaggi politici Nel 1921 quando arrivò in quello che sarebbe diventato il Vittoriale, cento anni fa d' Annunzio era anche stato un supereroe di guerra, aveva conquistato una città senza sparare un colpo e l' aveva tenuta per sedici mesi, primo e unico poeta al comando di uno Stato, sfidando il mondo intero e tentando una rivoluzione globale. La costituzione che scrisse per Fiume è una delle più avanzate e democratiche del Novecento.

 

Ma Mussolini lo tradì e Giolitti lo prese letteralmente a cannonate. Decise di ritirarsi, e assistette incredulo al trionfo del duce, che lo considerava «come un dente guasto, o lo si estirpa o lo si copre d' oro», mentre d' Annunzio gli ricordava che «sei vetro contro acciaio». La sua presunta adesione al fascismo è un falso storico: rispetta il duce, il demiurgo che ha saputo conquistare il potere, ma non ama i fascisti («camicie sordide») e detesta il fascismo, accettandolo soltanto per il comune nazionalismo e perché lo onora in ogni modo. Però la misura è colma quando, nel 1937, si avvia l' alleanza con la Germania nazista. Il Vate definisce Hitler «ridicolo imbianchino».

d'annunzio - vittoriale

 

E qui comincia il film, che non mente: la sua influenza, ancora enorme, mina i piani del regime e Achille Starace ordina al giovane federale di Brescia, Giovanni Comini (un eccellente Francesco Patanè), di aggiungersi alle molte spie che Mussolini ha messo intorno a d' Annunzio. Di inventato ci sono una storia d' amore di Comini e l' anfiteatro del Vittoriale, che vedrete quasi completo ma che allora non c' era, l' abbiamo terminato l' anno scorso.

 

 Per il resto è tutto vero e ben raccontato: l' architetto Gian Carlo Maroni, Luisa Baccara padrona di casa e compagna in bianco da molti anni, l' oggetto del desiderio Aèlis Mazoyer, governante e amante, e la cameriera-amante-infermiera Emy, arrivata da poco, che si sospetta sia stata messa lì dai tedeschi per neutralizzarlo in qualsiasi modo, sesso, droga e forse veleno.

d'annunzio - vittoriale

 

Non farò lo sgarbo si raccontare il resto, concludo con i miei timori prima di decidere se dare il permesso. Si trattava di chiudere il Vittoriale per quasi un mese, tranne le domeniche, ma gennaio-febbraio è il periodo di minore afflusso. Occorreva anche lasciare che una vastissima schiera di tecnici invadesse una casa che contiene fitti fitti, uno sopra l' altro ventimila oggetti, molti preziosi di per sé, tutti per il loro valore storico, ognuno ormai unico e irripetibile.

 

d'annunzio - vittoriale

Una notte, prima della firma, ebbi un incubo: «Ahò, passame er cavo», diceva un elettricista, e nell' impeto abbatteva una fila di splendidi elefanti orientali in ceramica di antica e raffinata fattura, precipitandoli sulla scrivania nella stanza della Zambracca, dove d' Annunzio morì il 1° marzo 1938. Reclinò il capo, gli caddero gli occhiali, e gli occhiali sono ancora lì, niente è stato più toccato da quel giorno, se non per pulire meticolosamente e rimettere tutto a posto.

 

Dopo l' incubo, la realtà non fu da meno. Per girare un dialogo in una stanza, prima ne svuotavano metà, poi la rimettevano com' era, e svuotavano l' altra metà, in un groviglio di cavi e macchinari, ordini e pericoli.

vittoriale d'annunzio

 

Ebbene, però, ogni cosa è tornata a posto, non c' è stato il minimo danno, e lo dobbiamo alla cura di chi ha lavorato sul set, i tecnici del cinema e i miei collaboratori, che vegliavano l' eredità degli italiani come chiocce sui pulcini.

 

Adesso, con un anno e mezzo di ritardo, anche Il cattivo poeta ha battuto il covid. Andate a vederlo, poi venite a vedere il Vittoriale - o viceversa - e vi sembrerà di fare un sogno nel sogno.

d'annunzio - vittorialemussolini hitlervittoriale d'annunzio 1il vittoriale d'annunzio 4d annunzio il cattivo poeta 9D ANNUNZIO IL CATTIVO POETAGABRIELE D ANNUNZIO CIANO - VON RIBBENTROP - HITLER - MUSSOLINId annunzio emy heuflerMUSSOLINI E D ANNUNZIO MUSSOLINI E D ANNUNZIO giordano bruno guerrigiordano bruno guerrid'annunzio - vittoriale

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...