louis ferdinand celine

L’EDITORE FRANCESE GALLIMARD VUOLE PUBBLICARE TRE PAMPHLET ANTI-SEMITI CHE LOUIS-FERDINAND CÉLINE SCRISSE PRIMA E DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE: “GLI EBREI SONO I NEMICI INNATI DELL’EMOTIVITÀ ARIANA” - IL GOVERNO CHIEDE CHE CI SIANO LE NOTE CRITICHE DI UNO STORICO E ALCUNI INTELLETTUALI VOGLIONO VIETARLO

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

Antoine Gallimard

Perché ritornare per forza sul passato imbarazzante di certi geniali artisti? Perché far parlare inevitabilmente quei silenzi della Storia? Antoine Gallimard, erede della celebre casa editrice, si è incaponito: quest' anno vuole pubblicare tre pamphlet di un antisemitismo isterico che Céline scrisse prima e durante la Seconda guerra mondiale. In Francia è già polemica: sta intervenendo perfino il governo, per convincere l' editore a inserire almeno le note critiche di uno storico nel testo. Gallimard, però, non cede.

 

Louis-Ferdinand Céline (1894-1961) pubblicò Bagatelle per un massacro nel 1937 (mai più riedito dal '43), La scuola dei cadaveri l'anno successivo e Le belle rogne nel 1941. Bastino alcune parole per dare il tono della narrazione: «Gli ebrei sono i nemici innati dell'emotività ariana». Lo scrittore maledetto, che beneficiò di diversi privilegi durante l'occupazione nazista a Parigi, si ritrovò a Baden-Baden poco prima della Liberazione, dove le autorità tedesche gli concessero un lasciapassare per la Danimarca.

 

celine

Lì finì in carcere un anno e mezzo per collaborazionismo, mentre nel 1950 a Parigi fu condannato in contumacia a un anno di prigione. Un'amnistia gli permise di ritornare in patria nel 1952, dove ritrovò presto la strada del successo editoriale. I tre saggi incriminati mai sono stati riproposti. E anche dopo la morte di Céline, la vedova Lucette si è sempre opposta.

 

È ancora viva, ha oggi 105 anni. E pochi mesi fa ha cambiato idea: ha detto di sì a Gallimard, confortata dal suo avvocato (e biografo dell' autore di Viaggio al termine della notte ), François Gibault. Non si sa bene se sia per una questione di soldi. Sta di fatto che nel 2012 un' edizione in francese dei tre pamphlet era già apparsa nel Québec. Sono 1044 pagine, di cui 231 consacrate alle note, tutte concentrate alla fine e redatte da Régis Tettamanzi, professore di letteratura francese all' Università di Nantes.

 

CELINE

Gallimard vuole recuperare pari pari questa edizione (compreso il titolo, davvero troppo neutro, Scritti polemici ), aggiungendo solo una prefazione dello scrittore Pierre Assouline. Se si vanno a spulciare le note di Tettamanzi, ne viene fuori una del tipo: «Prima della Seconda guerra mondiale, l'antisemitismo è percepito meno come un reato e più come un'opinione», quasi a giustificare Céline e dimenticando il decreto-legge Marchandeau, promulgato in Francia nell' aprile 1939, che condannava gli insulti razzisti, compresi quelli contro gli ebrei.

 

Non solo: Rémi Ferland, l'editore dei tre saggi nel Québec, si è fatto segnalare su Facebook come strenuo sostenitore di Marine Le Pen durante le ultime presidenziali francesi. Poco prima di Natale Frédéric Potier, alla guida della delegazione interministeriale per la lotta al razzismo e all' antisemitismo, ha convocato Gallimard e Assouline, chiedendo che la pubblicazione dei tre saggi sia accompagnata da un apparato di note «che chiariscano il contesto ideologico della loro produzione».

Serge Klarsfeld

 

E Potier pretende che siano coinvolti degli storici a redigerle. Ma Gallimard, sul quale non pesa alcun obbligo, ha rifiutato, sottolineando che si tratta di letteratura e che due specialisti di Céline bastano e avanzano. Qualche giorno dopo un gruppo di intellettuali (tra cui Pierre-André Taguieff e Annick Duraffour, autori di Céline, la race, le juif , un libro molto documentato sull' antisemitismo dello scrittore, pubblicato da Fayard un anno fa) hanno firmato un manifesto uscito sul sito del Nouvel Observateur ancora per chiedere l'inserimento delle note di uno storico e che siano a piè di pagina.

 

Quanto a Serge Klarsfeld, mitico cacciatore di nazisti, vuole che la pubblicazione del volume sia proibita, punto e basta. Mentre Edouard Philippe, il primo ministro (e grande specialista di letteratura), dice di non avere paura della pubblicazione dei pamphlet, «ma va fatta in maniera accurata». Gallimard prevedeva l'uscita a maggio. Ora dice che avverrà «quando l' edizione sarà pronta». Per il resto, avanti tutta.

Edouard Philippe

 

Chi difende l'approccio dell' editore, si appella al primato della letteratura su tutto. O addirittura al fatto che l' antisemitismo sia una variabile indipendente, avulsa dalla genialità di Céline. Per altri, invece, quella deriva obbliga a scorrere lo stesso Viaggio con altri occhi. A individuare già in quell' apparente inno alla libertà una violenza e un razzismo non così scontati a una prima lettura. Insomma, costringe a distruggere un mito.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…