curzio malaparte 8 settembre 1943

L’ITALIA DELL'OTTO SETTEMBRE '43! IL RACCONTO DI CURZIO MALAPARTE: TUTTI NOI, UFFICIALI E SOLDATI, FACEVAMO A GARA A CHI BUTTAVA PIÙ "EROICAMENTE" LE ARMI E LE BANDIERE NEL FANGO. FINITA LA FESTA, CI ORDINAMMO IN COLONNA E COSÌ, SENZ' ARMI E SENZA BANDIERE, CI AVVIAMO VERSO I NUOVI CAMPI DI BATTAGLIA, PER ANDARE A VINCERE CON GLI ALLEATI QUELLA STESSA GUERRA CHE AVEVAMO GIÀ PERSA CON I TEDESCHI” - VIDEO

 

Gianni Oliva per “La Stampa”

 

La memoria antifascista ha rielaborato l'8 settembre nella combinazione di sfascio e di rinascita: c'è un'Italia piegata, che si arrende agli angloamericani e naufraga di fronte al dilagare dell'occupazione tedesca, ma nella deriva della storia nazionale fiorisce l'Italia della scelta, quella che muove i primi passi verso il domani e stimola il Paese con l'esempio dei suoi uomini migliori.

8 settembre 1943

 

Le pagine di Roberto Battaglia (autore nel 1953 di una Storia della resistenza italiana che è stata per decenni manuale di riferimento) sono paradigmatiche: «quando andiamo a rintracciare l'inizio del movimento resistenziale, noi troviamo ripetersi dovunque lo stesso fatto: l'emergere dalle masse popolari di antifascisti, di militari, di giovani già decisi fin dal primo momento a impugnare le armi, a iniziare subito dopo l'armistizio e non domani la guerriglia, ad agire per una decisione spontanea che viene da un profondo istinto di ribellione».

8 settembre

 

Confusione, indifferenza Prima di lui, Piero Calamandrei aveva parlato con intonazione poetica di un 8 settembre segnato dalla scelta corale dei tanti pronti a combattere per una stagione nuova: «era la chiamata di una voce diffusa come l'aria, era come le gemme degli alberi che spuntano lo stesso giorno».

curzio malaparte

 

Sulla stessa lunghezza d'onda si sono espressi Guido Quazza («l'8 settembre è la data di nascita dell'antifascismo come forza decisiva») o Raimondo Luraghi («nel momento dell'armistizio, in tutte le fabbriche l'entusiasmo e lo spirito di lotta sono altissimi»).

 

Queste ricostruzioni attingono a un elemento di verità, perché ci sono uomini che sin dai primi momenti intuiscono (come Giaime Pintor) che «un popolo portato alla rovina da una finta rivoluzione può essere riscattato solo da una rivoluzione vera», ma si tratta di scelte individuali, numericamente marginali. Il tratto distintivo che avvolge l'Italia dell'armistizio è un altro: il silenzio, il silenzio della morale, della ragione, della volontà.

 

8 settembre 1943 tutti a casa

Anche là dove brulica la confusione di soldati che si muovono senz' ordini o di cittadini che arraffano nei depositi abbandonati, la scena è dominata dalla paralisi delle energie e dall'esaurimento psicologico. La letteratura ha compreso e interpretato questo silenzio ben prima della storiografia.

 

LA PELLE - CURZIO MALAPARTE

Beppe Fenoglio in Primavera di bellezza, descrive il disorientamento di un reparto in servizio nella campagna romana: quando, dopo molte ore, giunge notizia dell'armistizio e dello sbandamento, c'è chi reagisce con rabbia («il comando non ci ha avvisati! Lascia che abbia un figlio e che la patria venga a chiedermelo soldato!»), chi si aggrappa all'ottimismo della volontà («io non ci credo, un esercito non si sbriciola così, andiamo»), sino a che si sentono gli echi di esplosioni e ognuno decide individualmente la fuga.

 

Chi esita, come il protagonista Johnny, si ritrova solo in una camerata deserta: «Johnny risalì in camerata, nessuno dei suoi era rientrato. Ognuno si era già arrangiato da solo». Mario Tobino ne Il clandestino, descrive un 8 settembre antieroico, dove «l'esercito italiano avvilito non si diresse in alcuna direzione, tradì e non tradì, lasciò passare le ore rimanendo smarrito, non aggredì i tedeschi né si schierò con loro».

 

8 settembre

Cesare Pavese in Prima che il gallo canti descrive una Torino quasi indifferente nella sua rassegnazione: «i giornali portavano in grossi titoli la resa, ma la gente aveva l'aria di pensare ai fatti suoi. Sbirciavo negli occhi i passanti: tutti andavano chiusi, scansandosi.

 

Nessuno parlava di pace». Curzio Malaparte, corrosivo e iconoclasta, offre ne La pelle una descrizione di lucido cinismo: «tutti noi, ufficiali e soldati, facevamo a gara a chi buttava più "eroicamente" le armi e le bandiere nel fango.

 

Finita la festa, ci ordinammo in colonna e così, senz' armi e senza bandiere, ci avviamo verso i nuovi campi di battaglia, per andare a vincere con gli Alleati quella stessa guerra che avevamo già persa con i tedeschi». In questo disincanto amaro, la letteratura propone gli avvenimenti armistiziali con un realismo che è stato a lungo sconosciuto alla storiografia. Lo scrittore si avvicina ai fatti attraverso la propria sensibilità, li racconta come li ha visti, li ha ascoltati, li ha avvertiti sulla propria pelle: sono racconti che si sviluppano tra contraddizioni, sfumature, dubbi, perché il loro destinatario è l'emozione di chi legge e l'emozione non ha bisogno di grandi quadri esplicativi, né di un percorso di lettura predeterminato.

8 SETTEMBRE

 

Lo storico, invece, ha un approccio razionale, interroga il passato attraverso le domande poste dalle urgenze del presente, si muove in uno spazio stretto, dove le insidie dell'agiografia e della rimozione vanno al di là dell'onestà intellettuale del ricercatore.

 

Semplificazioni e rimozioni Questo è ancor più vero quando il periodo che si affronta è un passato prossimo segnato da fatti traumatici: «storia», in questo caso, significa fondare la memoria e la legittimità di una stagione nuova, operazione che implica semplificazioni e rimozioni. Da qui nasce una «vulgata» dell'8 settembre così lontana dall'amarezza sofferta di Fenoglio o Malaparte e, indirettamente, un'indicazione: la letteratura spesso rappresenta gli avvenimenti meglio (e prima) della ricerca storica.

8 SETTEMBRE 1malaparteCURZIO MALAPARTECURZIO MALAPARTE CURZIO MALAPARTE CURZIO MALAPARTE curzio malaparte

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…