claudio luti

DAL SALONE AL "SOLONE" DEL MOBILE - DOPO QUELLA DEL 2020, RISCHIA DI SALTARE ANCHE L'EDIZIONE DEL PROSSIMO SETTEMBRE. IL PRESIDENTE CLAUDIO LUTI SI DIMETTE - IL FORTE PRESSING DELLA POLITICA E DELLE ALTRE CATEGORIE PRODUTTIVE NON SEMBRA SUFFICIENTE A FARE CAMBIARE IDEA AI GRANDI E PICCOLI ESPOSITORI - IL DIETROFRONT DI FEDERLEGNO – IL CDA DEL SALONE DEL MOBILE SI RIUNIRÀ NEI PROSSIMI GIORNI PER DECIDERE IL DA FARSI – IL NODO PENALE DA 9 MILIONI DI EURO

Rita Querzè per il “Corriere della Sera”

 

claudio luti

«Rispetto le decisioni di tutti ma non condivido la volontà di non fare squadra in un momento così delicato e di rinunciare almeno a provare a definire un percorso concreto per fare quello che potrebbe essere il Salone simbolo della ripresa del Paese. Certamente riconosco le difficoltà e anche le incognite che ci impediscono ora di chiarire tutte le incertezze date dallo scenario pandemico ancora incombente. Ma quello che conta per me è la comune volontà di intenti, che è venuta a mancare».

salone del mobile

 

Con queste parole, diffuse dall' ufficio stampa della sua azienda, la Kartell, Claudio Luti si è dimesso ieri dalla presidenza del Salone del Mobile. Nonostante sul sito della fiera più importante per Milano e per il Paese campeggi ancora il richiamo alla settimana che va dal 5 al 10 settembre, l' ennesimo rinvio è ora più vicino.

 

Questa volta all' aprile 2022. E il forte pressing della politica e delle altre categorie produttive non sembra sufficiente a fare cambiare idea ai grandi e piccoli espositori che sono l' anima del Salone.

 

claudio luti

Il venir meno della «squadra» e dell'«unità d' intenti» denunciato da Luti lascia intuire il duro confronto che in queste ore si è consumato all' interno dell' ente organizzatore del Salone come, a monte, in FederlegnoArredo, l' associazione d' impresa che ne ha il controllo, guidata da Claudio Feltrin. Il cda del Salone del mobile si riunirà «nei prossimi giorni» spiega una nota per decidere il da farsi. Con Fiera Milano spa però il Salone del Mobile è legato da un contratto. Resta da dirimere la questione della penale prevista dall' accordo (si parla di 9 milioni di euro).

 

claudio feltrin

Penale a questo punto esigibile, secondo alcuni, in quanto il governo ha dato il via libera alle fiere dal 15 giugno.

 

Alla base della marcia indietro di Federlegno resta il fatto che molti associati/espositori ritengono che il Salone a settembre sia un' operazione in perdita. Gli allestimenti valgono in media mille euro al metro quadrato, le aziende maggiori investono sull' evento oltre un milione di euro. «Non fare il Salone è una sconfitta per tutti, noi ci rimetteremo alle decisioni che prenderà il cda», dice Giovanni Anzani, alla guida di Poliform, marchio dell' arredo di qualità con quartier generale in Brianza.

claudio luti

 

«Il punto è che non ci sono le condizioni. Non ci sono i tempi tecnici per realizzare gli allestimenti. Inoltre il rischio è quello di dare vita a un evento non all' altezza del nostro Salone del Mobile. Per certi versi potrebbe essere addirittura controproducente».

Come Anzani la pensano in molti. E non elimina i dubbi degli scettici lo stanziamento da 3,5 milioni di euro del ministero degli Esteri sotto forma di agevolazioni per convincere i potenziali visitatori stranieri a venire in Italia.

 

Intanto gli altri quartieri fieristici riaccendono i motori. A Bologna si farà il Cersaie, il salone internazionale della ceramica organizzato da Edi.Cer. società di Confindustria Ceramica. «Gli organizzatori hanno fatto una scelta coraggiosa, cerchiamo di sostenerli, a oggi è confermato l' 80% degli espositori», dicono al quartier generale di Bologna Fiere. Stesso discorso a Rimini e Vicenza dove Ieg prepara fiere da luglio.

claudio luti presidente salone del mobile milano 2

 

A Milano la prima a incassare il colpo dello spostamento del Salone è Fiera Milano, presieduta dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Un elemento aggiuntivo a confermare come la partita si giochi nel perimetro delle associazioni d' impresa.

salone del mobilesalone del mobile

claudio luti presidente salone del mobile milano 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…