recalcati bukovskij

SALVINI E MELONI IN MANICOMIO! “IL SOVRANISMO? È UNA NUOVA MALATTIA, UN FATTO PSICHICO” - LO PSICANALISTA PARARENZIANO MASSIMO RECALCATI CIANCIA DI “INCONSCIO FASCISTA”, DEL “PARADIGMA PARANOICO” DELLA DIFESA DEI CONFINI, SINTOMO DI UNA PATOLOGIA - INSOMMA CHI DISSENTE DAL PENSIERO DOMINANTE, VIENE FATTO PASSARE PER PAZZO - IL LIBRO

Francesco Borgonovo per “la Verità”

Bukovskij

 

Il compianto Vladimir Bukovskij fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico dalle autorità sovietiche per aver letto pubblicamente poesie considerate sovversive. Nel 1972 Bukovskij pubblicò in Italia un libro, ormai quasi introvabile, con un titolo piuttosto eloquente.

Si chiamava Una nuova malattia mentale in Urss: l' opposizione. Si diceva, laggiù, che contro il comunismo non potesse agire che un pazzo, e a partire dal 1961 il ministero della Salute sovietico diramò specifiche direttive per il ricovero coatto in strutture psichiatriche di chi si rendesse colpevole di «atti sovversivi».

 

È in questa nobile tradizione che sembra volersi collocare la starlette della psicanalisi italiana, Massimo Recalcati, già nelle grazie di Matteo Renzi, firma di rilievo di Repubblica e conduttore televisivo di Rai 3. Egli ritiene, infatti, che il sovranismo sia una patologia psichiatrica. Ascoltare per credere l' intervista che ha rilasciato ieri a Radio Capital, puntualmente ripresa proprio da Repubblica con il titolo: «Il sovranismo è una nuova malattia, un fatto psichico».

 

Non si tratta di una forzatura giornalistica. Sull' argomento, infatti, il dotto Recalcati (Maksim Recalcatovic nella variante stalinista) ha scritto addirittura un libro (Le nuove melanconie, Raffaello Cortina editore) in cui spiega che oggi assistiamo all' azione di una «spinta compulsiva alla chiusura, alla solidificazione dei confini, alla loro trasfigurazione psicopatologica in muri propria di una nuova clinica securitaria». Esiste, continua lo psicanalista, un «inconscio fascista» o, meglio, «una tendenza fascista immanente al desiderio inconscio», cioè una spinta a «ri-territorializzare quello che la dinamica propulsiva del desiderio di vita tende a fluidificare e de-territorializzare».

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Tradotto: se siete contrari alle frontiere aperte, è per via del vostro inconscio fascista.

Poi, certo, il fascismo imperiale le frontiere voleva superarle, ma sono particolari che a tovarisch Maksim non interessano. A lui preme dire che, se volete difendere i confini, siete dei malati di mente.

 

«Brexit inglese, sovranismi nell' Europa orientale, tendenze populiste marcate in quella occidentale» sono «spinte reazionarie che mostrano chiaramente come il paradigma securitario nella sua inclinazione paranoica sia egemone nel dibattito politico».

Siamo passati, teorizza Recalcati, dalla visione berlusconiana «fondata dal principio del godimento che si vuole libero dai lacci della Legge nel nome della libertà» a quella salviniana, che «esaspera il confine come nuovo oggetto pulsionale». Insomma, «il paradigma perverso è ruotato su sé stesso: la libertà assoluta si rovescia nella assoluta illibertà».

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Ecco il punto. Oggi assistiamo, dice l' esperto, alla «affermazione di un nuovo paradigma paranoico sul quale si è cementato il volto sovranista della destra italiana».

Dunque, cari paranoici elettori della destra, vedete di correre ai ripari. Trovatevi uno psichiatra o per lo meno un bravo analista. Perché siete vittime di una nuova forma di malattia mentale: il dissenso dal pensiero dominante.

 

Intendiamoci, non è mica una novità. Recalcati non riesce nemmeno a essere originale. Già Gilberto Corbellini del Cnr, tempo fa, aveva suggerito di somministrare ossitocina ai sovranisti per renderli più disponibili all' accoglienza. Più di recente, il presidente del Parlamento europeo - David Sassoli del Partito democratico - ha spiegato con serenità che «i partiti europeisti hanno deciso che i sovranisti e i nazionalisti devono essere tenuti a bada, perché il nazionalismo e il sovranismo sono un virus per un' Europa che dev' essere forte e unita». Già: votare a destra è un malattia, un virus da estirpare. Il bello è che questi illustri democratici sono gli stessi che menano il torrone sui «discorsi di odio», sulla «xenofobia dilagante» e sulla «discriminazione». Combattono l' odio poi descrivono l' opposizione come una malattia, una peste da sconfiggere, una psicopatologia da debellare.

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Tanto per fare un esempio, Giuseppe De Rita del Censis, nel 2018, parlò di «sovranismo psichico». Ancora meglio ha fatto Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, già presidente della Cei. Nel maggio scorso ha chiarito che «sovranismi e populismi, come tutti gli "ismi", sono delle patologie. Quindi devono essere assolutamente curate». Non stupisce, dunque, che ci siano in giro sacerdoti come Bartolomeo Sorge, ex direttore de La Civiltà cattolica, pronti a sostenere le peggiori castronerie. Ieri Sorge, su Twitter, ha dato testimonianza del suo amore per le sardine: « Il pesce delle piazze di oggi (le "sardine") è - come il pesce dei primi cristiani - anelito di libertà da ogni "imperatore" palese o occulto».

massimo recalcati

 

Forse Sorge ha esagerato con il vino da messa: i sovranisti nel nostro Paese stanno all' opposizione, e c' è un sacco di gente che vorrebbe spedirli nelle catacombe (o direttamente nelle fogne). Le sardine, invece, stanno con il potere e chiedono che l' opposizione venga silenziata. Proprio come avveniva in Unione sovietica, dove il dissenso era soppresso fra i battimani degli intellettuali di regime.

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