SANREMO UN CORNO! - AMADEUS INSISTE PER AVERE IL PUBBLICO ALL’ARISTON MA IL MONDO DELLO SPETTACOLO SI RIBELLA - EMMA DANTE MINACCIA: “SE IL FESTIVAL SI FA COL PUBBLICO, RIAPRIAMO CINEMA E TEATRI” - ARBORE: "C'È LA PANDEMIA, NON SI PUÒ FAR FINTA DI NIENTE. IL PUBBLICO VERO NON SI PUÒ AVERE MA DEI FIGURANTI SÌ” – AL BANO CHIEDE IL RINVIO… - IL DIRETTORE DI RAI1 COLETTA MARTEDI’ IN COMMISSIONE DI VIGILANZA

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Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

amadeus fiorello amadeus fiorello

Tutti i teatri italiani devono restare chiusi al pubblico, dalla Scala alla sale parrocchiali. Chiusa la prosa, chiusa l' opera, chiuso il balletto, chiusi i concerti classici e jazz e pop, chiusi i cinema. Tutti chiusi tranne, pare, l' Ariston, perché si sa che senza il Festival di Sanremo non c' è salvezza, e insomma per chi decide l' Italia è ancora e sempre sinonimo di canzone, cuore e amore e via andare. Amadeus l' ha ripetuto ancora pochi giorni fa: farà di tutto perché Sanremo si faccia con il pubblico, magari su e giù dalla nave ancorata al largo, le troupe crocierate, la riserva di plaudenti tamponati.

 

AMADEUS E FIORELLO AMADEUS E FIORELLO

Fra chi il teatro lo fa e fra chi a teatro ci va la rabbia monta da giorni. Anche perché la prima delle due categorie è spaccata fra i tutelati, gli assunti delle fondazioni e degli stabili, che prendono la cassa integrazione, e i liberi professionisti, che vivono dei mille euro governativi al mese, se e quando arrivano, e non è che siano tutti divi con ingenti patrimoni.

 

Così ieri l' indignazione generale è esplosa con le parole di Emma Dante, grande regista di prosa e lirica, che su Facebook ha scritto quel che tutti pensano: «Se si decide di fare Sanremo con il pubblico, si riaprono i teatri e i cinema. È pacifico», e anche abbastanza lapalissiano: almeno nella disgrazia valga la par condicio. Apriti cielo. I social hanno plebiscitato l' uscita della Dante e subito sono arrivate altre dichiarazioni. Per esempio, quella di Manuela Kustermann, attrice e direttrice del Vascello di Roma: «Se il Festival di Sanremo apre al pubblico, mobilitiamoci, scendiamo in piazza. Ci sentiamo mortificati, dimenticati.

amadeus fiorello amadeus fiorello

 

Si parla di turismo, mai di cultura, mai di teatro. È vergognoso che da mesi il ministro Franceschini sia latitante, non dica nulla, non si esponga». In effetti, il Mibact sembra evaporato, tranne la nebulosa idea della «Netflix della cultura» che non convince nessuno e drenerà ulteriori risorse all' unico teatro che conta davvero: quello che si fa in teatro, davanti al pubblico, in carne, ossa, lacrime e risate.

 

E non sono le solite élite snob a dire che vedere l' Ariston aperto e la Scala chiusa sarebbe una vergogna planetaria. Renzo Arbore, campione del nazionalpopolare, è chiarissimo: «Il Festival faccia di necessità virtù. Il pubblico vero non si può avere ma dei figuranti sì. Basteranno ad Amadeus e Fiorello che sono bravissimi e sapranno inventarsi qualcosa di adatto per giocare comunque. Non si può fare finta di niente: gli spettatori sanno benissimo che teatri e cinema sono ancora chiusi e che è un Festival nato in una pandemia».

 

emma dante emma dante

E Al Bano, uno che sta a Sanremo come la Nutella al pane? Lui è addirittura per il rinvio: se deve diventare «un Festival a metà», si chiede, allora «non sarebbe meglio aspettare tempi migliori?». Quanto a Iva Zanicchi, altra sanremese dop, dice che «non si può fare un Festival di Sanremo senza il pubblico e il suo calore. Sarebbe molto triste».

 

Intanto i discografici chiedono alla Rai di fornire con congruo anticipo «un serio protocollo sanitario su Sanremo, che dovrebbe essere approvato dal Cts», mentre l' immancabile Codacons si dice pronto a chiedere il blocco del Festival e a impugnare davanti al Tar qualsiasi atto che lo autorizzi.

 

stefano coletta foto di bacco stefano coletta foto di bacco

La Commissione di vigilanza Rai ha convocato per martedì il direttore di Raiuno, Stefano Coletta appunto per capire cosa la rete ammiraglia conti di fare, e magari pure come. Resta l' impressione di una politica che confonde cultura e circenses (la disgraziata espressione di Conte sugli artisti «che ci divertono»), quindi lo spettacolo muoia pure ma si salvi la patria canzonetta. Peraltro, a proposito di festival di musica leggera, è di ieri la notizia che salterà causa Covid quello di Glastonbury, e per il secondo anno di fila. Cambiando l' ordine delle arti il risultato non cambia: scrive «Variety» che molto probabilmente il festival di Cannes non si farà più a maggio ma a luglio. Se va bene.

arbore arbore FABRIZIO SALINI FABRIZIO SALINI arbore arbore

 

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