Valerio Cappelli per il “Corriere della sera”
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Buffo o serio che sia, al Rossini Opera Festival è l' anno della lirica gender. Le due nuove produzioni, L' equivoco stravagante e Semiramide, ruoteranno infatti, con l' Orchestra della Rai, sull' identità (o ambiguità) sessuale.
Il primo, il 13 agosto, con la regia dei «terribili» Moshe Leiser e Patrice Caurier, è un dramma giocoso dove, per sfuggire a un matrimonio indesiderato, una ragazza si finge un castrato travestito da donna. Semiramide , in scena l' 11 e sarà l' inaugurazione, è un' opera monumentale (soltanto il primo atto dura 2 ore e 20) che «permette di esaminare la tradizione dei ruoli en travesti », dice Graham Vick, un regista che indaga il senso delle possibilità interpretative, per un teatro che non è mai un museo, «deve vivere, non essere conservato».
Torna la coppia d' oro, vincitrice del premio Abbiati, il direttore Michele Mariotti e Vick, che dice: «Più che sull' aspetto grandioso mi concentro su quello intimo e psicologico, è un' opera che si risolve nei duetti, a cui bisogna sopravvivere: ce n' è uno che dura 13 minuti! Ha ragione Mariotti, questa è la cattedrale del belcanto».
Si va oltre la convenzione dei ruoli en travesti , partendo dal fatto che il guerriero Arsace sarebbe una donna che canta il ruolo di un uomo: Mr. o Miss Arsace?
«Arsace torna in patria, chiamato dalla madre Semiramide, lei non riconosce il figlio, lui non riconosce la madre. C' è il tema dell' ambiguità, l' incesto. Ma il problema è che evidentemente Arsace è una donna. Nel 2019 mi pare imbarazzante fare l' imitazione di un uomo interpretato da una donna, magari con le gambe aperte. È una convenzione tramontata. Così rendo Arsace come una donna, senza imitare un maschio, vestita con pantaloni e tacchi a spillo. Poi c' è Azema che ama, riamata, Arsace. Quindi è una donna che ama un' altra donna? Io dico piuttosto: è una persona innamorata di un' altra persona».
Fatto sta che il gender ha preso piede. In Usa sono andati oltre. Holden Madagame è un cantante trans che col testosterone e l' operazione da mezzosoprano è diventato tenore.
«Non mi sorprendo», dice Vick. «L' opera 400 anni fa, con i castrati, in un certo senso ha anticipato i tempi, ha prefigurato ciò che sta avvenendo. Facendo l' opera dobbiamo parlare del mondo, che non si divide in due. E Pesaro, che ha segnato una strada, è perfetta.
Il fluid gender è una realtà. Il rischio è la banalità. Intanto si parla di vite e non di organi sessuali. Mi rifaccio alla tradizione della pantomima natalizia inglese, dove troviamo una sessualità non definita. Bisogna ripensare e riflettere su come fare l' opera, in un gioco di specchi col mondo che viviamo».
In scena vedremo la cameretta di un bambino traumatizzato, il figlio di re Nino, ucciso da Semiramide con la complicità dell' amante; il figlio torna dove era nato e risorgono memorie e passato. E poi due enormi occhi strappati dalla faccia di re Nino, un patriarca che continua a decidere anche da morto. «C' è molto di Amleto in quest' opera: la madre e il figlio, il fantasma del padre, il veleno, Edipo. Non c' è azione, è la storia di Semiramide e di Nino. Gli ingredienti sono famiglia e potere. L' odio, l' intrigo, il rimorso, la libido, il bene e il male e la catarsi purificatrice».
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