hammamet amelio

SOCIALDEMOCRAXIA – ASPESI SU ‘HAMMAMET’ DI AMELIO: "SE DI UN UOMO COME CRAXI CHE HA SEGNATO LA STORIA DEL PAESE NEL BENE E NEL MALE, SI RACCONTANO SOLO GLI ANNI DELL'ESILIO-LATITANZA E DELLA MALATTIA, È FACILE PERCEPIRLO COME VITTIMA, ASSOLVERLO. IL FILM CI RICORDA ANCHE CHE ALLORA C'ERA UNA IDEA DI DECORO, CHE MAGARI NASCONDEVA MASSIME PORCHERIE, MA LA CARICA NON SUBIVA OLTRAGGI E..." - VIDEO

 

Natalia Aspesi per “la Repubblica”

 

HAMMAMET

Se di un uomo che è stato politicamente importante, che ha segnato la storia di un Paese nel male ma anche nel bene, prepotente, e violento, che è stato molto amato, molto odiato, molto temuto e ha avuto nemici spietati e amici smemorati, si raccontano non gli anni della fortuna e del potere, ma quelli dell' umiliazione, dell' esilio-latitanza, della solitudine e della malattia (diabete, gamba in cancrena, cuore, tumore al rene), è facile commuoversi, percepirlo solo come vittima, assolverlo: soprattutto in tempi come questi, quando basta niente per scatenare santificazioni o maledizioni.

bettino craxi hammamet

 

Ma non è così per il Bettino Craxi del regista Gianni Amelio e dell' attore Pierfrancesco Favino, immaginato negli ultimi anni di vita ad Hammamet, quelli amari della sconfitta e di una rivalsa impossibile, ma senza far dimenticare il passato che lo ha perduto, attraverso i suoi ricordi, l' invenzione di un personaggio misterioso che lo segue sempre, le visite di politici melliflui ed elegantoni senza nome, gli incontri con turisti italiani che lo insultano ricordandogli le monetine dell' albergo Raphael.

 

HAMMAMET bettino craxi hammamet

Per chi se li ricorda gli anni di Sigonella, del terrorismo italiano di Mani Pulite e Tangentopoli, della politica economica del primo presidente del Consiglio socialista, della Milano, ma forse anche dell'Italia da bere, sarà difficile non provare un moto di nostalgia non tanto per lui quanto per un' Italia diversa, anche se allora le guerre tra partiti e nei partiti erano più cruente perché più serie, ma ci si sentiva in qualche modo protetti, sicuri di scegliere, i democristiani furbetti e le sinistre pure, e pazienza se si doveva far fuori qualcuno e prestare un orecchio alle mafie e far leggi per gli amici per ricavarne un bel po' di denaro.

 

GIANNI AMELIO - HAMMAMET

Magistratura Torquemada o dormiente, e un nuovo partito secessionista, la Lega Nord, anche allora piuttosto rustica, che in Parlamento sventolava il cappio, ed era il 1993, l' anno della fuga di Craxi. Due condanne definitive, altre quattro in attesa, l' accusa di aver incassato centinaia di miliardi di lire, negando sempre.

 

Favino, dal trucco impressionante, è davvero identico al presidente, ed è grande nella stanchezza, nelle rabbie, negli affetti, nel dolore fisico e nella fame costante che gli fa frugare nei piatti degli altri, a dargli la stanchezza che lo farà crollare in una scena che se non c'era pazienza, quella di una delle sue tante amanti (Claudia Gerini) che lo raggiunge in Tunisia, lo riceve in albergo in vestaglia, se lo struscia tutto, lui musone, e ognuno può decidere se sì o no. È molto credibile Favino quando grida con verità la continua autodifesa del personaggio: io non ho rubato, i soldi se li prendeva il partito, tutti i partiti l' hanno fatto, la democrazia costa.

hammamet

 

Sono passati 27 anni, il Partito socialista non esiste più, né la Democrazia cristiana e i comunisti: è vivissima invece solo la Lega non più Nord che ha annunciato con la solita smemoratezza e faccia tosta che il 19 gennaio, ventennale della morte di Craxi, andrà sulla sua tomba ad Hammamet. C'è ovvio la possibilità, anzi la certezza che sia chi ha visto il film, sia chi si accontenta di immaginarlo e cincischiarlo sui social , chi Craxi se lo ricorda o chi non ne ha mai sentito parlare, si scatenerà nella solita lotta fratricida sul web, lasciando finalmente in pace Zalone.

 

Craxi ad Hammamet

Hammamet ci ricorda anche altri pensieri: c'erano disastri anche allora, ma i politici parlavano di politica, di ciò che era il Paese e di cosa poteva diventare. E il voto segnalava oltre a scelte economiche, anche quelle morali, civili: non si può immaginare Andreotti che si facesse ritrarre in mutande a bere alcol, né Amato a farsi fotografare mentre cadeva sciando. C'era una idea di compostezza, di decoro, che magari nascondeva massime porcherie, ma la carica non subiva oltraggi, e quello che oggi si autoproclama popolo, non insultava il presidente della Repubblica, non si umiliava dimenticando la sua funzione di rappresentanza per tutti noi.

Natalia Aspesi pierfrancesco favino nei panni di bettino craxi in hammametBETTINO CRAXI AD HAMMAMET

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