mancini craxi

IL SOCIALISTA CHE CREO’ E POI DISTRUSSE CRAXI – MUGHINI IN GLORIA DI GIACOMO MANCINI CHE AVEVA CAPITO, TRA I PRIMISSIMI, LA TEMPRA DI BETTINO NEL VOLERE SBARAZZARE LA MUFFA, CHE SI ERA DEPOSITATA SUL CORPACCIONE SOCIALISTA. PURTROPPO, L'INTESA TRA CRAXI E MANCINI DURÒ POCO. PRIMA ANCORA DI TANGENTOPOLI, È LÌ LA TRAGEDIA DEL PSI - GIACOMO MANCINI E IO UNA COSA AVEVAMO IN COMUNE, L'ASSOLUTA CONVINZIONE CHE FRANCO PIPERNO FOSSE…"

giacomo mancini craxi

Giampiero Mughini per “Libero quotidiano”

 

Sono adesso 18 anni, da quell' 8 aprile 2002, che l' ottantaseienne Giacomo Mancini, uno degli uomini-simbolo della storia del socialismo italiano, se ne è andato.

No, non è vero niente quel che cantava il da me amatissimo Giorgio Gaber, e cioè che il Partito socialista italiano fosse stato il peggior partito socialista del mondo.

 

Tanto è vero che, alla lunga, sono state le idee del Psi a vincere e non quelle del Pci prima togliattiano e poi berlingueriano. Hanno vinto le idee di Pietro Nenni che, nel 1956, gridò il suo orrore innanzi all' invasione dei carri sovietici a Budapest e questo mentre Togliatti, a Montecitorio, esaltava l' impiccagione, da parte dei sovietici, di Imre Nagy, il leader comunista "riformista" voluto dai ribelli ungheresi del 1956.

 

craxi mancini

Ha poi vinto Bettino Craxi, alla grande, il suo duello con Berlinguer, quel Craxi, che volle l' abolizione dei quattro punti di scala mobile, che ai salari italiani apportavano inflazione e non ricchezza. Hanno vinto i giornalisti e i saggisti di Mondoperaio, la rivista mensile del Psi craxiano, nel volere sbarazzarsi del "leninismo" come di un trucido ferrovecchio, da cui era fiorito il più longevo totalitarismo del Novecento.

 

 

giacomo mancini

Hanno vinto le idee di socialisti, quali Giorgio Ruffolo e il suo alter ego intellettuale, Luciano Cafagna, del più volte ministro Giacomo Mancini che, dopo il 1966, era stato l' artefice di quella "legge-ponte" decisiva nel migliorare l' azione pubblica, in materia di urbanistica, dell' ex ministro, Gianni De Michelis, di Giuliano Amato che, da capo del governo, ebbe il coraggio di mettere le mani nelle tasche degli italiani perché la situazione si era fatta disperata, del senatore Roberto Cassola (un socialista craxiano, che ebbe l' ardire di polemizzare frontalmente contro Craxi e di pagarlo duramente).

craxi mancini

 

Ancora oggi un socialista di lungo corso - e di notevole pelo sullo stomaco - quale Rino Formica detta delle lezioni, quando apre la bocca sulla situazione politica italiana dei nostri giorni.

 

Quanto a Mancini, finché non tornò nella sua Cosenza a farvi il Sindaco - un impegno a cui, negli ultimi anni della sua vita, si era dato anima e corpo - lui era stato uno degli artefici della sopravvenuta supremazia politica di Craxi, all' interno del Psi.

 

Antonio Giolitti

Senza l' appoggio e il volere di Mancini, mai, Craxi ne sarebbe, inaspettatamente, divenuto il segretario, nel 1976. Giacomo aveva capito, tra i primissimi, la tempra e la personalità di Craxi nel volere sbarazzare la muffa, che si era depositata sul corpaccione socialista, ai tempi della direzione demartiniana, quando il capo socialista aveva detto che, mai, il Psi avrebbe mosso foglia che il Pci non voglia. Dieci anni perduti, tra la metà dei Sessanta e la metà dei Settanta.

 

Ora, se c' era un socialista "autonomista", uno che voleva pensare e procedere, politicamente, con la sua testa, quello era Mancini, seppure lui non facesse parte della corrente autonomista, che aveva a capo Pietro Nenni e dove Craxi aveva covato il suo apprendistato politico.

 

mughini 4

Panagulis giacomo mancini

Mancini era "manciniano" e basta, un uomo, che ti faceva impressione solo a sentirlo ragionare. E siccome a Roma lui abitava non distante da casa mia, più volte, ero andato a trovarlo, a interrogarlo. La sensibilità e l' intelligenza della politica erano, per lui, una seconda pelle.

 

giacomo mancini

Mentre lo ascoltavo, seduto nel suo studio, e mentre lui scorreva da un angolo all' altro della stanza, era come se l' aria si togliesse via a lasciare strada al suo passaggio. Era uno di quegli uomini - di cui erano zeppi i partiti della Prima repubblica - che avevano dato un senso a quella che, in molti della mia generazione, chiamavano "battaglia delle idee".

nenni giacomo mancini

 

giolitti riccardo lombardi

Per loro, la politica era una seconda anima, o forse la prima. Tutto della realtà, forse troppo, nei loro discorsi, veniva ricondotto a un piano e a un programma a più lungo termine.

 

Era un tempo in cui esistevano i partiti, i loro comitati centrali, persino i giornali di partito. Era un tempo in cui, per un intellettuale, non era indecente "militare", andare alle riunioni di partito, parteggiare. Mancini ebbe accanto uomini di vaglia, da Antonio Landolfi (mio vecchio amico) al furoreggiante giornalista Lino Jannuzzi, di cui si era invaghita la mia amica Marina Ripa di Meana.

giacomo mancini

Altri tempi, altri accadimenti, altri personaggi.

giacomo mancini

 

Purtroppo, l' intesa politica tra Craxi e Mancini durò poco. Craxi non intendeva capeggiare il partito, bensì esserne padrone, e voleva che nessuno accanto gli facesse ombra. E feroce fu la sua rivalsa contro Mancini e contro Antonio Giolitti, il quale abitava nello stesso palazzo romano in cui abitava Giacomo e i rapporti fra loro due erano molto freddi. Prima ancora di Tangentopoli, è lì la tragedia del Psi, di uno dei migliori e più importanti partiti socialisti europei.

nenni craxi

 

Un partito dilaniato, in cui ad azzannarsi erano delle fazioni e non soltanto delle correnti. Quando Craxi fu subissato dalle accuse (e dalle ingiurie) di aver manovrato, a modo suo, i (molti) soldi, provenienti dai prelievi tangentizi (comuni a tutti i partiti), né Mancini né Giolitti spesero una parola a suo favore.

craxi nenni

 

In tribunale, Mancini dichiarò che i soldi del Psi li gestiva, in primissima e a sua assoluta discrezione, Craxi, il che assomigliava molto a dargli un colpo mortale. Giacomo si autoesiliò in quel di Cosenza, dove il mio carissimo amico, e "manciniano" stretto, Enzo Paolini non la smette di decantarmi i meriti delle amministrazioni, guidate da Mancini, e quanto fossero senza né capo né coda le accuse di collusioni con la mafia, che gli furono rivolte e dalle quali fu assolto.

 

 

franco piperno d

Un' ultima cosa. Giacomo Mancini e io una cosa avevamo, strettamente, in comune, l' assoluta convinzione che Franco Piperno fosse sì uno che aveva giocato con il fuoco, ma non che fosse complice degli assassini brigatisti.

franco piperno

 

franco piperno e mughini

Convinto della sua innocenza, ospitai, per un mese e mezzo, Piperno a casa mia. Una sera, lui e una nostra amica se ne andarono, quatti quatti, a cenare a casa di Mancini, dieci minuti a piedi da casa mia. Quando Franco fu poi assolto, completamente, da quelle accuse e organizzammo una chiacchiera pubblica sull' argomento, io e Giacomo eravamo seduti accanto. Avevamo avuto ragione.

craxi manciniferrara craxi

mughini compagni addio

Antonio Giolitti

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."