freaks out

LA SORPRESA DI VENEZIA SARÀ “FREAKS OUT”? – DOMANI ALBERTO BARBERA PRESENTERÀ IL CARTELLONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA. UNA DELLE POCHE SICUREZZE SEMBRA ESSERE LA PRESENZA DELLA NUOVA PELLICOLA DI GABRIELE MAINETTI AL LIDO, PER L’EDIZIONE KOLOSSAL DELLA MOSTRA PRONTA A FAR IMPALLIDIRE CANNES – SARÀ LA CONSACRAZIONE MONDIALE PER IL REGISTA DI “JEEG ROBOT” E PER PIETRO CASTELLITTO? – VIDEO

 

 

alberto barbera

 

Gloria Satta per “il Messaggero”

 

L'illusionista platinato Cencio (Pietro Castellitto) esperto nello sputare lucciole e scorpioni. L'uomo-lupo Fulvio (Claudio Santamaria) chiuso in gabbia e felice di terrorizzare i bambini. La graziosa trapezista Matilde (Aurora Giovinazzo) capace di accendere le luci con la semplice energia del corpo.

 

E l'imbonitore Israel (Giorgio Tirabassi) che, in frac rosso damascato, invita il pubblico ad entrare prima di sparire, forse catturato dai nazisti. Sono i mostri, i fenomeni da baraccone dello scalcinatissimo Circo Mezza Piotta allestito nella Roma del 1943, sconvolta dalle bombe, che fa da sfondo a Freaks Out, secondo ambizioso lungometraggio del regista romano Gabriele Mainetti, 44 anni, tra i film più attesi della 78ma Mostra di Venezia in programma dall'1 all'11 settembre.

 

freaks out

SALTO DI QUALITÀ

 Il cartellone verrà svelato dal direttore Alberto Barbera domani, ma i siti mondiali non hanno dubbi: Freaks Out, produzione dal budget imponente (Lucky Red e Goon Films con Rai Cinema e Gapfinders) e dal respiro internazionale, finalmente pronta dopo una lunghissima lavorazione complicata dalla presenza degli effetti speciali uno più spettacolare dell'altro, sarà al Lido con gli altri probabilissimi italiani La mano di Dio di Paolo Sorrentino, Qui rido io di Mario Martone, Il buco di Michelangelo Frammartino.

 

gabriele mainetti

In un'edizione-kolossal della Mostra pronta a far impallidire la concorrenza schierando una valanga di premi Oscar, blockbuster, film ultra-attesi nel Palazzo del Cinema, in cui sono appena iniziati i lavori di riallestimento. Freaks Out (nelle sale il 28 ottobre, titolo di punta della ripresa post-pandemia) è senza dubbio un evento: arriva a 6 anni da Lo chiamavano Jeeg Robot, la folgorante opera prima di Mainetti che, scartata da Venezia che l'aveva sottovalutata, deflagrò alla Festa di Roma vincendo poi 7 David di Donatello, 2 Nastri d'argento e decine di altri premi, per un incasso in sala di 6 milioni di euro.

 

freaks out di gabriele mainetti

Da Tor Bella Monaca, teatro delle imprese dell'improbabile Jeeg Robot e dei suoi degni compagni, alla Roma sconvolta dalla Seconda Guerra mondiale: il regista romano, ex allievo di cinema alla New York University, questa volta ha compiuto il salto di qualità ed è consapevole che ad attendere il suo nuovo film non c'è soltanto l'Italia ma la critica internazionale.

 

E, a quanto trapela, sarebbe riuscito a sintetizzare sullo schermo gli echi del cinema che lo ha sempre ispirato: la grandiosità condita di ironia di Sergio Leone, la fantasia visionaria di Tim Burton, la leggerezza feroce delle commedie di Mario Monicelli. «Leone ha portato la sua romanità nel mondo», ha affermato Gabriele, «quando guardo i suoi film mi sento a casa mia, ma le sue storie riescono a parlare a tutti, a tutte le latitudini.

 

lo chiamavano jeeg robot

Stavolta ho cercato di applicare anche la lezione di un gigante come Mario Monicelli che nel suo film di culto L'Armata Brancaleone mette in scena un gruppo di poveracci all'inseguimento del mito». E quanto alla mostruosità dei suoi personaggi, «ognuno di loro è una maschera che nasconde una grande umanità, e il pubblico deve scoprirla».

 

gabriele mainetti foto di bacco

Il regista è sempre stato un sostenitore del cinema italiano: «La capacità di navigare emotivamente è il grande potenziale che lo rende internazionale», sostiene.

 

FIGLIO D'ARTE

Freaks Out rappresenterà inoltre la consacrazione mondiale di Pietro Castellitto, 29 anni, figlio d'arte (di Sergio e Margaret Mazzantini) che ha già dimostrato di sapersi muovere con le proprie gambe. L'attore e regista viene da due grandi successi: l'opera prima I predatori, premiata anche a Venezia 2020, e l'interpretazione di Francesco Totti nella serie Sky Speravo de morì prima. Adesso, nel ruolo dell'illusionista Cencio, con l'inidito look biondo platino, è pronto a stupire il mondo. Proprio mentre prepara il suo secondo film da regista in cui, ha già anticipato, ancora una volta non reciterà il padre Sergio. Gloria Satta

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOTgabriele mainetti foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO