le carrè

LA SPIA CHE VENNE DALLA BREXIT – NELL’ULTIMO LIBRO DEL MAESTRO DELLA SPY STORY JOHN LE CARRÉ UN FEROCE RITRATTO DELL’INGHILTERRA - "LA BREXIT? IRRAZIONALE, È LA DIMOSTRAZIONE DI UNA SCENA POLITICA BRITANNICA SCONCERTANTE E DI UNA NOTEVOLE INCAPACITÀ DIPLOMATICA – MIO PADRE ERA UN GENIO DELLA TRUFFA, MI CHIEDO: IO SONO SOLO LA SUA VERSIONE FORTUNATA? PRIMAKOV, EX POTENTE CAPO DEL KGB, VOLLE INCONTRARMI: PENSAVA CHE L'AUTORE DELLA SPIA CHE VENNE DAL FREDDO FOSSE SOFISTICATO QUANTO LUI MA ERO…"

Intervista di John Banville per Guardian News & Media pubblicata da “la Repubblica” (Traduzione di Fabio Galimberti)

 

 

Ho sempre ammirato John le Carré.

le carrè

Un' ammirazione non sempre sprovvista di invidia - così tanti bestseller! - ma piena di meraviglia per il fatto che l' opera di un artista di simili capacità letterarie sia riuscita ad avere un successo così grande presso il grosso pubblico. Il fatto che le Carré, alias David Cornwell, abbia scelto di ambientare i suoi romanzi quasi esclusivamente nel mondo dello spionaggio ha consentito a certi critici di liquidarlo come non appartenente alla categoria degli scrittori seri, un mero intrattenitore.

 

Ma con almeno due dei suoi libri, La spia che venne dal freddo (1963) e La spia perfetta (1986), ha scritto dei capolavori destinati a durare nel tempo. Quale altro scrittore sarebbe riuscito a produrre romanzi di qualità tanto costante nell' arco di una carriera che abbraccia quasi sessant' anni, da Chiamata per il morto del 1961 alla sua ultima fatica, La spia corre sul campo  che pubblica a 88 anni? E anche se ha lasciato intendere che questo sarà il suo ultimo libro, sono pronto a scommettere che non ha ancora finito: è intellettualmente energico e politicamente consapevole come non mai, in tutta la sua lunga vita.

 

le carrè

La trama del nuovo libro ruota intorno a una collusione segreta fra gli Stati Uniti di Trump e i servizi di sicurezza britannici allo scopo di minare alla base le istituzioni democratiche dell' Unione Europea. «È orrendamente plausibile», dice con un certo piacere quando ci incontriamo nella sua casa di Hampstead. Il piacere è legato alla trovata narrativa, non alla sua orrenda plausibilità, e subito spunta fuori il padre truffatore, con le sue grandi sopracciglia e il suo sorrisetto fin troppo plausibile. Ronald «Ronnie» Cornwell era un genio della truffa, capace di suscitare ancora oggi sgomento in suo figlio. «Nella vita ho avuto la fortuna», dice, «di nascere con un soggetto narrativo già pronto, la straordinaria, insaziabile criminalità di mio padre e delle persone che aveva intorno».

 

Le Carré parla dei suoi nipoti, «tutti sconvolti dalla Brexit e dall' idea di essere privati della libertà di movimento, e così via. Io dico: "Guardate, la verità è che voi avete vissuto in molte città straniere e sapere che a conti fatti non troverete mai una conversazione migliore, una raffinatezza maggiore, una facilità di contatto sociale come quelle che potete trovare a Londra o in Gran Bretagna"». Gli dico che ho vissuto a Londra per un anno, alla fine degli anni '60, e venendo da un' Irlanda che a quei tempi era ancora saldamente sotto la morsa della Chiesa cattolica non finivo di stupirmi della libertà di movimento che mi era concessa, specialmente su e giù per i vari scalini delle infinite gradazioni del sistema di classi sociali inglese.

 

le carrè

Ma sicuramente tutto questo ora è a rischio, con il Paese così diviso sull' Europa, no?

«Sì, è così. Tribuni della plebe come quelli che abbiamo, vedi Boris Johnson, non parlano con la voce della ragione. Quando entri a far parte della categoria il tuo compito è infiammare la gente con la nostalgia, con la rabbia. È quasi incredibile che queste persone dell' establishment - Farage, per esempio - parlino di tradimento: "Io sono tradito dal Parlamento, tradito dal governo: sono un uomo del popolo"».

 

Ma non ci sono soltanto motivi di ira e di pessimismo.

«Penso che tutto sia controllabile, se viene ripristinato il contratto sociale.

Non si può sostenere l' esistenza di regole del gioco uguali per tutti in questo Paese fintanto che esistono istituzioni esclusive come l' istruzione privata, la sanità privata, tutto privato. Io sono convinto che dobbiamo fare le cose che altri Paesi fanno senza problemi o quasi.Dobbiamo avere un' imposta patrimoniale, dobbiamo limitare enormemente la quantità di ricchezza che si può ricevere in eredità».

 

Ma chi dovrebbe farlo?

«Beh, abbiamo una situazione abbastanza particolare con il Partito laburista, se riescono a salire al potere e a liberarsi di Corbyn (penso che a Corbyn in realtà non dispiacerebbe andarsene), ma hanno questo elemento leninista, questa smania di livellare la società. Ho sempre pensato (anche se, paradossalmente, non è così che ho sempre votato) che alla fin fine è un conservatorismo compassionevole quello che potrebbe riuscire, per esempio, a integrare il sistema scolastico privato. Se lo fai da sinistra, tutti penseranno che lo fai per risentimento; se lo fai da destra, sembrerà un modo intelligente di organizzare la società».

le carrè

 

Arrivati a questo punto rischiamo di avere l' aria di due vecchi barbogi scontrosi che rievocano con nostalgia un' età dell' oro immaginaria.

«Si potrebbe dire che con la scomparsa della classe operaia abbiamo assistito anche alla scomparsa di un ordine sociale consolidato, fondato sulla stabilità delle vecchie strutture di classe. E poi la classe operaia aveva l' esperienza della guerra, ma le persone con esperienza della guerra, una ad una, sono sparite dalle politica».

 

L' atteggiamento verso la Brexit è espresso in modo pungente nel nuovo romanzo. Sicuramente qualcosa di più, e per fortuna di meno, di un' invettiva politica.

«Non volevo che fosse un romanzo sulla Brexit. Volevo che fosse leggibile e comico. Ma se si vuole avere l' impertinenza di proporre un messaggio, allora il messaggio del libro è che ormai nessuno sa quale sia il nostro concetto di patriottismo e nazionalismo, a chi debba andare la nostra lealtà, collettivamente e individualmente.

 

Io penso che la Brexit sia totalmente irrazionale, che sia la dimostrazione di una scena politica britannica sconcertante e di una notevole incapacità diplomatica: le cose che non andavano bene dell' Europa potevano essere cambiate dall' interno dell' Europa.

Credo che i miei legami con l' Inghilterra si siano enormemente allentati negli ultimi anni. E in un certo senso è una liberazione, anche se una liberazione triste».

 

le carrè

Essere una spia ti ha dato un senso di appartenenza?

«Cercare concretamente - in senso faustiano, Dio mi aiuti - quello che il mondo nasconde nel suo punto più recondito, è stato un modo per chiedermi: che cosa siamo? Chi eravamo? Che probabilmente è un' estensione della domanda: chi diavolo sono io? Dove si trova la virtù? Dov' è l' altare dell' inglesità? E penso che sia stato un viaggio interiore davvero duro, e molto interessante guardandolo con il senno di poi: un ragazzo perduto in cerca di qualcosa».

 

Ma quando eri un membro dei servizi segreti sentivi di essere in contatto con il mondo reale, distinto dal mondo di fantasia in cui la maggior parte di noi vive spensieratamente?

«Ero una figura di livello molto basso, sia nell' Mi5 che nell' Mi6. Quindi gran parte di quello che la gente pensa sia frutto di esperienza diretta, nei miei romanzi, in realtà è immaginato. Ma quando mi consentivano di partecipare alle riunioni operative sentivo quello che stavano tramando gli animali più grandi, così quando sono uscito da quel mondo - con grande sollievo - avevo un ricchissimo tesoro di operazioni immaginate, basate su sprazzi di realtà. Ma non ho mai fatto nulla di qualche rilevanza in quel mondo».

 

JOHN LE CARRE

Evgenij Primakov - ex capo del Kgb - venne in Gran Bretagna per una visita ufficiale, al termine della quale la sua unica richiesta fu di incontrare le Carré.

«Così io e Jane (sua moglie, ndt) ci siamo ritrovati nell' ambasciata russa circondati da russi, con Primakov davanti a me. Era un uomo estremamente intelligente, dalla grande cultura umanistica, anche se all' età di 18 anni lavorava già con l' Nkvd, che poi sarebbe diventato il Kgb. Era affascinante e siamo stati benissimo con lui, ma io ero terribilmente fuori posto, in realtà. Lui si immaginava, non so perché, che l' autore della Spia che venne dal freddo fosse sofisticato quanto lui. E questo a volte mi succede ancora: la gente è convinta che io conosca cose di cui non so assolutamente nulla ».

 

Parliamo degli ultimi libri, ambientati fra i super-ricchi, a base di brutte guerre in Paesi stranieri, di battaglie contro Big Pharma. È evidente che sei orgoglioso di queste opere, e del suo supporto alle forze del bene, per quel che valgono. Il che ci riporta, inevitabilmente, all' enigma di tuo padre.

JOHN LE CARRE

«Non faccio che scervellarmi per capire quali fossero le sue motivazioni. Mi chiedi che cos' è che lo divertiva. Credo che quello che lo divertiva fossero le grandi truffe che riusciva a mettere a segno».

 

Questo non faceva di Ronnie un artista, a modo suo?

«È questa la cosa che mi affascina, ovviamente: io sono semplicemente la versione fortunata di mio padre?».

Se è così, siamo noi, i lettori di John le Carré, quelli fortunati.

JOHN LE CARREJOHN LE CARRE

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO