sandrelli proietti

STEFANIA SANDRELLI A GIORNALI UNIFICATI RICORDA GIGI PROIETTI - "DUE MESI FA, MENTRE ERO DAL PARRUCCHIERE, MI MANDA VIA SMS LA CONIUGAZIONE DEL VERBO ANDARE AL PASSATO, RIVISTA E CORRETTA DA LUI. IO AGNEDI, TU ANNASTI, EGLI AGNEDE, NOI ANNASSIMO, VOI ANNASSIVO, ESSI AGNEDERO (O ANDORNO). QUEL MESSAGGINO ANCORA MI FA SBELLICARE” – E POI "BRANCALEONE", "IL MARESCIALLO ROCCA" E LE COCCOLE SUL SET - "ADORAVA FAR RIDERE, COME ACCADEVA A SORDI. ECCO, CI VORREBBE UN ADDIO COME QUELLO DI ALBERTONE, MA PURTROPPO…" - VIDEO

 

 

Stefania Ulivi per il “Corriere della Sera”

 

sandrelli proietti

«Io agnedi / tu annasti / egli agnede / noi annassimo / voi annasivo / essi agnedoro (o andorno). Baci Gigi». C' è tutto il senso di un' amicizia durata cinquant' anni nell' ultimo messaggio di Gigi Proietti a Stefania Sandrelli. L' amore per Roma e i suoi cantori (Belli, Trilussa), il desiderio di condividere le passioni, la voglia di ridere e far ridere, la tenerezza.

 

«Ci eravamo sentiti al telefono. Stava lavorando sui sonetti romaneschi, me li declamava. Ero dal parrucchiere, uscita per strada con le cartine in testa. Avevo riso moltissimo sentendo alcuni verbi, ma non avevo capito il passato remoto del verbo andare. Mi ha mandato la declinazione via whatsapp. Un regalo preziosissimo».

 

sandrelli proietti

Il maresciallo Rocca e Margherita Rizzo, una delle coppie più iconiche della nostra tv.

«Due personaggi speciali. Già ci conoscevamo non bene benissimo, eravamo anche vicini di casa. Era andato ad abitare, coincidenza, in quella che era stata la scuola elementare di mio figlio Vito. Mi fece leggere questo bellissimo progetto. Lo faccio volentieri, gli dissi, sarà un grande successo, gli avevo predetto, ma mi devi assicurare che il Maresciallo Rocca lo fai tu. Altrimenti non accetto».

 

«Brancaleone alle crociate», «Mi faccia causa», «Mai storie di amore in cucina». A cosa è più legata?

sandrelli proietti

«Tutto. Mi ricordo anche una piccola cosa in teatro, in costume. Misi il turbo, la preparai in due giorni. Il palcoscenico, a differenza sua, non era proprio la cifra. Brancaleone fu una folgorazione. Era il 1970. Io facevo la streghetta, Tiburzia da Pellocce e lui tre ruoli, Pattume in cui interagivamo, la Morte e lo stilita Colombino. C' era un tacito accordo con Monicelli, un altro che adorava ridere e far ridere. Quando non avevamo le scene insieme, mi mettevo accanto a Mario e ridevo come una matta, un cinema».

 

Cosa vi legava?

«Per me era un amico, un collega, ci siamo sempre trattati con grande affetto e grande stima. Avrò visto venti volte, A me gli occhi, please . E lui era sempre pronto a ricordare tutte le mie cose al cinema. La vita senza di lui è vuota, come succede sempre con i grandi artisti. Il lutto non è certo solo mio, ma di tutti gli italiani. Adorava far ridere, una missione, come accadeva a Sordi.

(…)

 

sandrelli proietti

2 - STEFANIA SANDRELLI "MI FACEVA RIDERE COME NESSUNO ERA IRRESISTIBILE E MOLTO PATERNO"

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

(…)

 

Poi, tanti anni dopo, avete lavorato fianco a fianco nel«Maresciallo Rocca».

«Gigi mi fece leggere quel progetto bellissimo e, siccome il mio personaggio, Margherita, aveva tinte fosche, gli risposi che l' avrei accettato solo se lui mi avesse giurato che non avrebbe mai abbandonato il ruolo del protagonista. Gli dissi anche che sarebbe stato un gran successo, e infatti...».

 

Come fu, poi, la lavorazione sul set?

stefania sandrelli foto di bacco

«Chiedevo sempre molti consigli a Gigi, aveva in mano la storia, il personaggio di Margherita, il rapporto che un uomo di legge si trovava ad avere con lei. Anche allora facevo fatica a restare seria per le battute di Gigi, quella volta il regista che subiva era Giorgio Capitani. Lo stesso con cui poi abbiamo girato Mai storie d' amore in cucina, anche quella fu un' esperienza molto divertente».

 

L' impressione è che, dal cinema, Gigi Proietti avrebbe potuto avere maggiori soddisfazioni. Lei che ne pensa?

«Gigi ha dato talmente tanto al teatro che, per fare lo stesso con il cinema, avrebbe dovuto avere a disposizione un' altra esistenza. Con il grande schermo, comunque, ha fatto cose bellissime. Non voglio certo paragonarmi a lui, ma io, per esempio, ho recitato in cinque pièce teatrali e sono stata in giro con tre tournée, ma la mia vita l' ho consegnata al cinema. Penso sia stata un po' la stessa cosa per lui, con il teatro».

 

Riuscire a far ridere vuol dire anche sedurre. E' d' accordo?

stefania sandrelli

«La risata è preziosissima, diventa la cosa che più ti manca, perché quando l' hai avuta, non ne puoi più fare a meno».

 

Siete sempre rimasti in contatto. Che cosa vi legava?

«Ogni volta che Gigi faceva uno spettacolo andavo, avrò visto venti volte A me gli occhi, please. Era bello incontrarsi, dopo si andava al ristorante, facevamo le ore piccole, e giù a ridere. Se c' era qualcosa che trovavo irresistibile, me la rifaceva apposta. Con me aveva un rapporto paterno, protettivo, affettuoso».

 

stefania sandrelli

3 - STEFANIA SANDRELLI "AVEVA UN DONO SAPEVA PROTEGGERTI CON UNA RISATA"

S.Fum. per “la Repubblica”

 

Da "Brancaleone" a "Il maresciallo Rocca", l' attrice ricorda la loro lunga amicizia «Gli sono grata per le risate». Stefania Sandrelli fa una pausa. «Sa cosa significa ridere di cuore, sapere di poterti fidare, avere accanto un collega e un amico? So che manca a tante persone, ma a me manca tantissimo.

 

E so di essere privilegiata perché siamo diventati amici, ci siamo frequentati anche fuori dal set, andavamo a cena insieme, abbiamo condiviso un pezzo di vita». Da Brancaleone alle Crociate - era il 1970 - alla serie dei record, Il maresciallo Rocca - 1996 - in cui interpretava Margherita, moglie farmacista del carabiniere più amato d' Italia, Sandrelli ha conosciuto bene il mattatore.

 

Allora, com' è stato l' incontro?

«Il primo film che abbiamo fatto insieme è stato Brancaleone in cui lui aveva due ruoli, Pattume - e già il nome mi faceva ridere - e in quel caso ero in scena anch' io, Streghetta.

 

stefania sandrelli

Poi Colombino. Era veramente molto difficile restare seri, alla fine rideva anche Mario Monicelli. Su quel set Gigi ha capito quanto mi piacesse ridere e lui adorava far ridere tutti, era un po' la missione. Finito di girare le mie scene non volevo perdermi lo spettacolo».

 

Che faceva?

«Promettevo a Monicelli di stare buona, era molto difficile, e insieme alla troupe mi faceva assistere alle riprese con mia figlia. Mai conosciuto un attore così generoso».

 

(…)

 

La caratteristica di Proietti?

stefania sandrelli (2)

«Era un grande artista nel senso che sapeva fare tutto: aveva la metrica della parola, del ritmo, cantava e suonava. Adorava la musica. Non era solo un attore: accoglieva qualsiasi spunto e lo traduceva nel migliore dei modi. Lavorando con lui non smettevo di fargli domande, gli chiedevo qualsiasi cosa. Mi sono sentita protetta perché c' era lui.

Rendeva tutto facile. Era sensibile, amava la vita. Gli sono davvero riconoscente, mi ha dato sicurezza».

 

In che senso?

«Era lui a ricordarmi che avevo fatto tante cose belle al cinema, sa, a volte non ci si rende conto. Posso solo ringraziarlo per essere la persona che è stata. Lascia un vuoto immenso».

stefania sandrelli 4

 

L' aveva sentito ultimamente?

«Qualche mese fa avevo visto in tv dei pezzi sul Belli, una cosa sui poeti romaneschi. Gli lasciai un messaggio in segreteria: "Mi devi tradurre che significa questa frase, non l' ho ben capita". E lui mi richiamò subito, sempre così gentile. Ero dal parrucchiere, anche quella volta mi fece ridere».

 

Cosa rappresenta per Roma e per l' Italia?

stefania sandrelli

«Per me è un po' come Alberto Sordi. Ricorda come fu salutato Alberto? Ecco, meriterebbe una cosa simile. Adesso purtroppo per questo maledetto Covid è impossibile, però è quello che si aspetta la gente. Tutti vorrebbero applaudirlo e ringraziarlo. Quindi mi auguro che nel rispetto delle regole si possa fare».

 

4 - STEFANIA SANDRELLI: «AMICI PER CINQUANT' ANNI, FU SUA L'IDEA DI SCRITTURARMI PER IL MARESCIALLO ROCCA»

Gl. S. per “il Messaggero”

 

«È un giorno tristissimo. Dopo Alberto Sordi, la scomparsa di Gigi è un nuovo, enorme dolore per me», esclama Stefania Sandrelli nascondendo a stento la commozione per la morte improvvisa di Gigi Proietti. Erano colleghi ma anche amici, i due attori. Abitavano entrambi sulla Cassia, si frequentavano con i rispettivi coniugi. «Il nostro è stato un rapporto di amicizia e grandi risate», racconta l' attrice.

 

(..)

sandrelli

Il set venne allestito a Viterbo e le riprese si svolsero in grande armonia, racconta ancora Stefania. «Gigi ha sempre avuto un atteggiamento accogliente, paterno, protettivo nei miei confronti e non perdeva occasione per dimostrarmi quanto tenesse a me. Io, da parte mia, non facevo che chiedergli lumi su come impostare questa o quella scena e lui non si tirava certo indietro.

 

sandrelli 14

Non mi sono mai sentita tanto coccolata». La sera, finite le riprese, il sodalizio continua: «Andavamo a cena in quattro: lui con la moglie Sagitta, io con il mio Giovanni e spesso si aggiungeva la troupe. Poi abbiamo visto tutti gli episodi insieme, esultando il giorno dopo per lo share che superò addirittura quello del Festival di Sanremo».

 

(…)

Sandrelli s' intenerisce: «Gigi mi ricordava sempre il grande percorso che avevo fatto nel cinema mentre io tendo a dimenticarlo. Non posso che dirgli grazie ora che il dolore per la sua scomparsa accomuna tutti gli italiani. A cominciare dagli attori che in lui hanno trovato un collega generoso, attento, sensibile, profondo. Senza di lui rideremo di meno. E la vita di tutti sarà più vuota».

stefania sandrelli 5il libro di stefania sandrelli stefania sandrelli (4)stefania sandrelli e vittorio gassmanstefania sandrelli 3stefania sandrelli nel film di pietro germiSANDRELLIstefania sandrellistefania sandrellistefania sandrelli saverio ferraginastefania sandrellistefania sandrelli stefania sandrelli 1

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?