manifesti politici

LA STORIA D’ITALIA RACCONTATA SUI MURI – IN UN LIBRO MANIFESTI E POSTER CHE CATTURANO LO SPIRITO DEL PAESE A PARTIRE DAL 1946 – DALL’ICONOGRAFIA DEL DOPOGUERRA ALLA FANTASIA DEGLI “ANNI ‘68”, PASSANDO PER GLI SLOGAN PUBBLICITARI DEGLI ANNI ’80. IL TEMA DELLA CONTINUITA' TRA FASCISMO E ITALIA REPUBBLICANA NELLE ILLUSTRAZIONI DI MANLIO D'ERCOLI E IL PCI CHE PRENDE DI MIRA LA DC E FANFANI UTILIZZANDO "VOLARE" DI MODUGNO: "TROPPO IN ALTO, DAL BLU DIPINTO DI BLU FACCIAMOLO SCENDERE GIU'"

Manifesti politici, storie e immagini dell'Italia repubblicana

Giovanni De Luna per "la Stampa"

 

I muri hanno parlato. Per tutto il '900 scrivere sui muri è stato uno dei principali strumenti per gridare idee, rabbie, speranze, desideri e frustrazioni. Sui muri venivano incollati anche i manifesti che a quelle grida davano una forma, rinchiudendole in un formato standard, 70x100 centimetri, e arricchendole con una immagine eloquente almeno quanto il testo al quale si accompagnava. 

 

E proprio ai manifesti politici che quei muri «facevano parlare» Edoardo Novelli ha dedicato il suo nuovo libro, Manifesti politici, storie e immagini dell'Italia repubblicana (Carocci, pp. 264, 24): sono 100 e attraversano tutta nostra storia a partire dal 1946; un percorso in cui la suggestione delle immagini cattura lo spirito del tempo, restituendoci il sapore di una politica che si lascia guardare con un velo di nostalgia. 

manifesti politici elezioni 1948

 

UN POSTER RICICLATO 

Ognuna delle fasi che hanno scandito la nostra storia repubblicana viene riproposta con il proprio linguaggio, in una carrellata in cui le invettive reciproche che arroventavano la Guerra fredda lasciano il posto alla fantasia sfrenata degli «anni '68» per arrivare fino agli slogan «pubblicitari» che accompagnano l'iconografia dell'Italia «da bere» degli anni 80: anticipando così la grande slavina di Tangentopoli e della crisi istituzionale che provocò lo sconquasso del biennio 1992-1994. 

manifesti politici contro il vietnam

 

Il percorso, però, propone anche impennate interpretative che rompono la crosta del puro «rispecchiamento» e, in qualche caso, sottolineano alcuni nodi storiografici raccontandoli con uno stile tanto seduttivo quanto efficace. 

 

È così, ad esempio, per il tema della «continuità» tra fascismo e Italia repubblicana, una questione sulla quale si è acceso un dibattito storiografico affollato da interpretazioni contrastanti: da un lato chi sottolineava nell'avvento della democrazia e del pluralismo politico i segni di una drastica rottura con il ventennio mussoliniano; dall'altro chi enfatizzava gli aspetti sociali, istituzionali e culturali di una continuità che aveva visto l'Italia ereditare dal passato strutture, quadri mentali e assetti di potere, transitati intatti attraverso il crollo del fascismo per riciclarsi senza molta fatica nel nuovo Stato repubblicano. 

manifesti politici dc

 

PROPRIO IN QUESTO SENSO 

Novelli ci offre un esempio folgorante della continuità, pubblicando due opere firmate da Manlio D'Ercoli, un illustratore già molto attivo durante il Ventennio: il manifesto fascista del 1942 (dedicato alla Gioventù italiana del Littorio) e quello usato dalla Democrazia cristiana nel 1946 (nella campagna elettorale per la Costituente e per il referendum Monarchia/Repubblica) sono identici, riproducono lo stesso giovane che però la propaganda democristiana ha svestito della camicia nera (diventata azzurra), sostituendo anche il fucile modello '91 che lo affiancava con i più rassicuranti simboli del lavoro contadino (la zappa e la vanga). 

 

manifesti politici pci

IL PCI NEL BLU DIPINTO DI BLU 

Ma i manifesti proposti da Novelli non si limitano a recepire lo scontro ideologico o i temi politici che caratterizzano le varie campagne elettorali. Così colpisce, in pieno boom economico, l'irruzione, nel mondo solitamente plumbeo della propaganda del Pci, di un esplicito riferimento a «Volare», la canzone (Nel blu dipinto di blu) di Migliacci e Modugno che nel 1958 stravinse il Festival di Sanremo, mandando in soffitta definitivamente il sentimentalismo dolciastro di Nilla Pizza e Claudio Villa: il manifesto comunista affisso sui muri per le elezioni politiche proprio del 1958 («Troppo in alto, dal blu dipinto di blu facciamolo scendere giù») prende di mira Fanfani e la DC, strizzando l'occhio alla novità di una musica (rhythm and blues) molto americana. 

manifesti politici lotta continua

 

E colpisce ancora di più la dimensione colta del linguaggio del movimento studentesco («Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace») che si avvale di una citazione di Tacito in un manifesto pacifista che certifica le caratteristiche universitarie del suo retroterra culturale. 

 

LA STAGIONE POPULISTA 

L'aspetto più suggestivo della raccolta è quello che evidenzia il progressivo affievolirsi della capacità della politica di imporre il proprio linguaggio (mutuato dai programmi e dalle ideologie che ispiravano i partiti novecenteschi) insieme con la crescita costante di un mercato che - attraverso la pubblicità - è diventato sempre più invasivo, fino a sostituirsi alla politica (e siamo già alla fine del '900) nel definire i comportamenti e le scelte esistenziali degli italiani. 

 

manifesti politici lega nord

In alcuni casi il collegamento pubblicità-propaganda politica è esplicito; in altri è mediato dall'uso di altri linguaggi come i fumetti (con firme di autori famosi, da Crepax a Jacovitti); in altri ancora sfrutta (la Forza Italia di Berlusconi) la seduttività degli slogan elaborati dal marketing. 

 

Gli ultimi esemplari ci introducono infine alla stagione populista della nostra politica che significativamente parte dai manifesti leghisti degli anni 90 («Lumbard tas»), improntati a un vittimismo in quella fase vincente, passando attraverso l'«Italia dei valori» di Di Pietro e culminato nella vertiginosa ascesa elettorale dei «5 stelle». 

 

Nel frattempo, però, il manifesto politico ha perso la sua tradizionale incisività e l'avvento dei social ha fatto il resto. Oggi i muri tacciono, in un silenzio rotto solo da enormi cartelloni pubblicitari fatti per essere guardati non più dai militanti e dagli elettori novecenteschi ma dai consumatori e dai frequentatori del web. Un passaggio di testimone è avvenuto.

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…