binge watching televisione tv netflix

LO STREAMING IN SOCCORSO DEL CINEMA ''CONGELATO'' - ALCUNI PRODUTTORI E DISTRIBUTORI SONO PRONTI A FAR USCIRE SULLE PIATTAFORME ON DEMAND I FILM CHE NON STANNO USCENDO IN SALA, E ANCHE AD AIUTARE FINANZIARIAMENTE GLI ESERCENTI - PER ALTRI, L'ESPERIENZA DEL CINEMA NON SI PUÒ ''BYPASSARE'', MA C'È IL RISCHIO CHE QUANDO RIAPRIRANNO CI SIANO ''GOMITATE'' PER LE USCITE

NANNI MORETTI

 

Gloria Satta per “il Messaggero

 

Streaming in soccorso del cinema italiano. L' ipotesi, fino a ieri tabù, che un film inedito potesse scavalcare la sala per sbarcare direttamente sul web comincia a prendere corpo ora che l' emergenza coronavirus ha sigillato i cinema assestando una mazzata al box office in piena ripresa.

 

Sono stati, infatti, rimandati a data da destinarsi una settantina di titoli tra cui Si vive una volta sola di Carlo Verdone, Tre piani di Nanni Moretti, Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno, Tornare di Cristina Comencini, il premiatissimo Les Misérables di Ladj Ly per non parlare dei blockbuster americani, alcuni dei quali come Ghostbusters: Legacy, riprogrammati addirittura l' anno prossimo. Mentre le major si affrettano a far uscire in versione on demand titoli come L' uomo invisibile, Emma, Tornare a vincere, Mortal Kombat Legends.

andrea occhipinti 3

 

L' INIZIATIVA

Molte persone in quarantena, abituate in questo periodo a un' offerta streaming gratuita senza precedenti (cinema, serie, musei, teatro, didattica, cucina, fitness, giochi, e-book...) si chiedono perché non sia possibile vedere a casa, a pagamento, i film più nuovi e più attesi. Risposta non semplice, alla luce della crisi epocale che sta travolgendo il settore, in particolare i 3850 cinema del Paese.

 

Ma, sebbene consapevoli della gravità della situazione, ieri i produttori, i distributori e gli esercenti hanno presentato al ministero un documento unitario: chiedono la possibilità che alcuni film inediti italiani possano andare direttamente sulle piattaforme senza tuttavia rinunciare ai finanziamenti pubblici riservati a chi esce in sala. «Si tratta di un provvedimento limitato alla durata dell' emergenza», spiegano a una voce Francesca Cima, Luigi Lonigro e Mario Lorini, presidenti delle rispettive categorie, «e riguarda una dozzina di titoli medio-piccoli destinati ad uscire in questo periodo».

 

Francesco Rutelli Francesca Cima e Andrea Occhipinti

Se il ministero concederà la deroga, lo sbarco sul web salverebbe queste produzioni dal rischio di trovarsi schiacciate dai pezzi da novanta una volta che i cinema saranno riaperti. O venire cancellate del tutto.

 

Intanto il dibattito sullo streaming imperversa. «Andare sulle piattaforme è un ripiego, ma si rende necessario», afferma Andrea Occhipinti, titolare della Lucky Red che prima dello stop aveva in canna titoli d' autore come Les Misérables e Dopo il matrimonio. «I film vanno visti subito altrimenti si tratterà di un' occasione perduta tanto per noi quanto per il pubblico». E il futuro delle sale? «Una parte dei proventi dello sfruttamento digitale potrebbero andare agli esercenti in segno di solidarietà».

 

L' IDENTITÀ

paolo del brocco foto di bacco

Non pensa invece allo streaming RaiCinema che doveva far uscire in questo periodo Tre piani, Non ci resta che il crimine e aveva messo in circolazione Volevo solo nascondermi di Giorgi Diritti proprio alla vigilia della chiusura. «Non siamo contrari per principio allo sfruttamento digitale di alcuni film da noi coprodotti», spiega l' ad Paolo Del Brocco, «ma crediamo che soltanto la sala possa difendere il contenuto identitario del cinema italiano e non vogliamo perciò privarla del prodotto distribuito da 01. Quando si riaprirà, faremo uscire i titoli congelati e riproporremo Gli anni più belli di Muccino che, prima dello stop, stava incassando bene».

 

Tra debuttare sul web ed aspettare la riapertura dei cinema (con relativo ritorno in massa del pubblico) esiste una via di mezzo. Medusa ha anticipato la visione in streaming di cinque successi del 2019: Il primo Natale, Tuttapposto, Se mi vuoi bene, L' uomo del labirinto, Sono solo fantasmi, ora disponibili su diverse piattaforme.

 

«È solo una piccola iniziativa rispetto a quello che sta accadendo», spiega l' ad e vicepresidente dell' azienda Giampaolo Letta, «ma sono felice che tutti, specialmente le famiglie, possano vedere o rivedere le nostre produzioni recenti. Lo sfruttamento in streaming richiede buon senso e regole condivise da tutta la filiera per non svuotare le sale in futuro. Stiamo lavorando perché alcuni nostri film contagiati, cioè bloccati dall' emergenza sanitaria, possano essere visti sulle piattaforme».

 

GOMITATE

giampaolo letta foto di bacco

Riccardo Tozzi, primo produttore italiano a lavorare con Netflix (Suburra), non ha dubbi: «I film pronti devono andare subito in streaming», spiega, «non possono aspettare per mesi rischiando di fare a gomitate quando le sale torneranno del tutto praticabili». Esempio: a Wuhan, epicentro della pandemia, quando il contagio sembrava esaurito i cinema sono stati riaperti ma poi richiusi subito.

 

 «Stiamo vivendo un momento eccezionale», aggiunge Tozzi, «ma il futuro riconsegnato alla normalità dovrà prevedere anche lo sfruttamento solo digitale di alcune produzioni». E gli autori? È sulla stessa linea Daniele Luchetti, che aveva quasi pronto Lacci dal romanzo omonimo di Domenico Starnone. «Tutti noi preferiamo la sala, ma vogliamo anche che i nostri film siano visti», dice. «Lo streaming non toglie valore alle opere come ha dimostrato il caso del magnifico Marriage Story passato su Netflix».

 

APRIPISTA

cristina comencini

 E Cristina Comencini accetterebbe che Tornare, presentato in chiusura alla Festa di Roma, sbarcasse direttamente sul web? «Mi adeguerò alla decisione dei produttori (Lumière e RaiCinema) e della distribuzione Vision, ma non avrei nulla in contrario ad entrare direttamente nelle case degli spettatori», risponde la regista. Anche Carlo Verdone si rimette al produttore Aurelio De Laurentiis e a Vision. «Io ho consegnato il film, ora spetta a loro scegliere come farlo vedere. Ma personalmente preferirei la condivisione della sala: prima dello stop ho preso parte a 15 anteprime in tutta Italia incontrando una risposta formidabile», dice.

 

Conclude Francesco Rutelli, presidente dell' Anica che sta gestendo con sangue freddo ed equilibrio l' emergenza più grave mai affrontata dal cinema: «La nostra industria ha affrontato per prima la violenza del coronavirus e i suoi effetti devastanti», dice. «Adesso, muovendoci tutti insieme, stiamo mostrando la strada agli altri Paesi. L' Italia fa da apripista mentre il cinema combatte in tutto il mondo la sua guerra più dura».

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO