de benedetti scalfari mignanego

LA TERRA VISTA DAI GIORNALI - DOPO 37 ANNI A CAPO DELLA COMUNICAZIONE E DELLE RELAZIONI ESTERNE, STEFANO MIGNANEGO LASCIA IL GRUPPO GEDI - ORA LA DOMANDA È QUESTA: COME È RIUSCITO A PASSARE UNA VITA IN "QUEI BORDELLI DEL PENSIERO CHE SI CHIAMANO GIORNALI" (BALZAC) A FIANCO DI TIPINI IRRIPETIBILI COME CARACCIOLO, SCALFARI, DE BENEDETTI, ALLE PRESE CON DECINE DI MANAGER E GIORNALISTI DA ORIZZONTI DI BORIA? CI È RIUSCITO GRAZIE ALLA SUA PASSIONE PER LA VELA: ‘’SE FA BELLO, FA BELLO. SE C’È VENTO, C’È VENTO. E SE NON C’È VENTO, SI ASPETTA, SI SORVEGLIA. È UNA SCUOLA DI PAZIENZA”

 

https://www.primaonline.it/2020/12/11/317250/scendo-dalla-barca-vado-in-pensione-stefano-mignanego-lascia-gedi/

Stefano Mignanego

 

Stefano Mignanego, ha deciso di lasciare il gruppo Gedi dove lavorava dal 1983, come racconta nella bella lettera di commiato che pubblichiamo qui sotto. Trentasette anni di cui la maggior parte ad occuparsi della comunicazione e delle relazioni esterne. Una vita a fianco di personaggi straordinari, come Carlo Caracciolo, Scalfari e le decine di manager e giornalisti che hanno popolato la scena del migliore giornalismo italiano.

 

E anche Carlo De Benedetti che Mignanego ricorda con stima. Un ambiente a cui Mignanego era già abituato grazie a suo padre Piero Ottone, ex direttore del Secolo XIX e del Corriere della Sera, protagonista del rilancio e adeguamento a parametri europei del modo di fare i giornali.

 

Stefano Mignanego Scalfari

Mignanego ha deciso di andare in pensione, fortunato nell’avere tanti anni di contributi che gli permettono di utilizzare una finestra stabilita dalla legge Fornero. Ha deciso di non farsela scappare e di lasciare il mondo di lacrime e sangue che si prospetta nel 2021 per i media. Non farà collaborazioni ne consulenze, perché la legge non lo permette per questi casi di pensionamenti. Attività di volontariato sì, e soprattutto se ne starà tranquillo a Genova dove ha sempre vissuto la sua famiglia, avendo finalmente tutto il tempo che vuole da dedicare alla sua barca a vela.

 

 

SCENDO DALLA BARCA, VADO IN PENSIONE

paolo mieli stefano mignanego foto di bacco

 

In questi giorni rivedo spesso il nastro dei miei ricordi.

 

Il primo è quello del mio ingresso nel Gruppo.

Anno 1983, vigilia dell’estate.

Mi sono appena laureato alla Bocconi con una tesi sull’editoria. Mi affascinano i giornali, ma non vorrei fare il giornalista, mi piace il mondo che ci gira intorno, le persone, i numeri, i bilanci.

Porto la mia tesi, fresca di stampa, a Carlo Caracciolo nella sede di Milano dell’Espresso, allora in via Cino Del Duca.

 

stefano mignanego foto di bacco

Tra una sigaretta e l’altra la sfoglia, mi chiede cosa voglio fare nella vita. Gli dico che mi sto organizzando per andare in vacanza a Newport a seguire AZZURRA in COPPA AMERICA. Farei anche qualche articolo per un giornale di nautica. E poi mi cercherei un lavoro. La Bocconi è un buon biglietto da visita, stanno già arrivando proposte.

laura cioli stefano mignanego foto di bacco

 

Mi ascolta, e con naturalezza e leggerezza, come se mi offrisse un caffè, mi dice “ti assumiamo noi, da subito: vieni a lavorare a Roma, nel controllo di gestione dei giornali locali”.

Dico di sì prima ancora di pensarci. E lì comincia la mia lunga avventura in quello che tanti dicevano essere, all’epoca, un “club” più che un’azienda.

Il nastro dei ricordi potrebbe andare avanti all’infinito, ma mi fermo.

 

massimo cacciari stefano mignanego

Per me il Gruppo è stato una grande barca (naturalmente a vela) con un grande equipaggio: abbiamo vissuto, tutti insieme, colleghi ed ex-colleghi, poligrafici, giornalisti, dirigenti e collaboratori, momenti di successo e momenti difficili. Affrontato tempeste e bonacce. E quelli delle altre barche sempre a inseguirci, a prenderci come esempio.

 

stefano mignanego mario calabresi

Negli anni sono cambiati armatori e comandanti. Tutti hanno saputo cogliere lo spirito e il senso di appartenenza che ci hanno fatto essere speciali, unici.

E’ stata una navigazione splendida, irripetibile. Alcune volte con il vento in poppa, in discesa, sotto spinnaker, altre volte con il vento in prua, in salita, con la tormentina.

PIERO OTTONE E CARLO CARACCIOLO

Adesso però, dopo 37 anni, ho deciso: a fine anno mi tolgo cerata e scarpe da vela, e scendo. Vado in pensione.

 

stefano mignanego monica mondardini

Mi perdonerete se copio un passaggio dall’articolo di congedo dai suoi lettori di mio padre, scritto quattro anni fa, pochi mesi prima di lasciarci.

‘Da qualche settimana non alimento più la mia rubrica VIZI e VIRTU’ del Venerdì e forse la sospensione sarà definitiva. La ragione è semplice: ragione di età. In Germania, dopo la guerra, si cantava la canzone popolare Es Geht Alles Vorüber, Es Geht Alles Vorbel: tutto finisce a questo mondo e la canzonetta si applica anche a quel che scriviamo...’.

corrado corradi e stefano mignanego

 

Ecco: tutto finisce a questo mondo. Anche la mia avventura qui dentro. 

Sono arrivato in porto, prendo le mie cose e vado a dedicarmi alla mia famiglia e alle mie passioni.

Voi continuerete a navigare, in un mare che in questa stagione è agitato, in burrasca.

Ma ne uscirete bene, come sempre.

 

L’armatore e la sua squadra hanno fatto una difficile scommessa sulla sfida alle nuove frontiere (nessun altro avrebbe osato, in questi tempi) e la vinceranno, per le loro idee, per la loro passione, per la loro capacità e per questo equipaggio, straordinario come lo era quello di AZZURRA.

De Benedetti Caracciolo Scalfari

 

Non vado oltre, questo commiato è diventato un po’ troppo lungo per le mie abitudini.

Resterete tutti nel mio ricordo, e vale anche per chi ho solo intravisto in un ascensore o in un corridoio: la barca era la stessa.

Finisco copiando di nuovo una frase, l’ultima, di quel vecchio articolo di mio padre:

‘grazie per avermi seguito fin qui’.

 

Stefano Mignanego

 

De Benedetti Scalfaripiero ottone montanelliPIERO OTTONE eugenio scalfari carlo caraccioloGIANNI LETTA - MONTANELLI - PIERO OTTONE - GAETANO AFELTRA

Piero Ottone sullo Stealth di Gianni Agnelli

Giallonardo Mignanego Adriana Volpe Dago

 

PIERO OTTONE SCALFARIpiero ottone corrierepiero ottonepiero ottone eugenio montalegiulia maria crespi piero ottone

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?