ubisoft

UBISOFT PORN – ABUSI, MOLESTIE, BATTUTE SPINTE: TERREMOTO AI VERTICI DEL GIGANTE FRANCESE DEI VIDEOGIOCHI - TOMMY FRANÇOIS, VOLTO PUBBLICO DELL’AZIENDA, SI SBIZZARRIVA IN BACI E STRUSCIAMENTI CONTRO LA VOLONTÀ DELLE DIPENDENTI - ALLONTANATO IL CAPO CREATIVO E NUMERO DUE DEL GRUPPO SERGE HASCOET, IL SUO VICE E LA RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE YANNIS MALLAT – LA REAZIONE DEL FONDATORE: “OGNI COMPORTAMENTO TOSSICO È IN OPPOSIZIONE TOTALE CON I VALORI SUI QUALI NON TRANSIGO”

A. A. per “il Messaggero”

 

ubisoft

Era probabilmente solo questione di tempo. Seppur con un certo ritardo, dopo il mondo del cinema e quello della letteratura, anche il settore dei videogiochi è finito al centro di un #metoo. E c'è finito con uno dei suoi principali colossi mondiali, Ubisoft (fondata in Francia e oggi presente in 30 Paesi, fra cui l'Italia, con 18 mila dipendenti), che ha sfornato negli anni alcuni dei titoli di maggior successo, dalla saga di Assassin's Creed fino a quelle di Far Cry, Tom Clancy e Rayman.

 

La bufera, scoppiata dopo un'inchiesta del quotidiano francese Libération, ha travolto alcuni dei principali vertici dell'azienda: il direttore creativo e numero 2 del gruppo, Serge Hascoët, il responsabile degli studios canadesi, Yannis Mallat, e la direttrice delle risorse umane, Cécile Cornet, che hanno dato le dimissioni. Poche settimane fa, la stessa sorte era toccata ai vicepresidenti Maxime Béland e Tommy François, braccio destro di Hascoët.

 

TOMMY FRANÇOIS ubisoft

L'INCHIESTA Le accuse, sulle quali l'azienda ha comunicato tramite il suo ceo e fondatore Yves Guillemot di aver avviato un'inchiesta interna, sono di «cattiva condotta e comportamenti inappropriati». Si parla di «battute sessiste», «aggressioni» e vere e proprie «violenze sessuali». Il coinvolgimento di Hascoët è particolarmente sconcertante: in azienda fin dalla sua fondazione nel 1986 viene considerato un pioniere del settore videoludico.

 

«Fu lui ad assumermi nel 2005, qui in Italia», ricorda Massimo Guarini, fondatore ed ex ceo della casa di sviluppo Ovosonico e oggi ceo della concept house Guarini Design, «ho lavorato in Ubisoft, nella sede di Montreal, per quattro anni e sono stato benissimo. C'era un vero melting pot sociale e culturale». Eppure oggi Hascoët è il destinatario della maggior parte delle denunce, che gli imputano di aver creato «un clima tossico». Addirittura molti raccontano che «ringhiava come un cane» davanti alle collaboratrici, incoraggiando i colleghi a fare altrettanto.

TOMMY FRANÇOIS ubisoft

 

Si tratta di comportamenti che purtroppo, dopo Weinstein e decine di altri casi, quasi non sorprende che siano stati messi in atto dal management di un'industria ricchissima come quella dei videogiochi, che a livello mondiale vale più di 120 miliardi di dollari. Certo è che questo scandalo non mette soltanto Ubisoft di fronte a una crisi manageriale importante, ma l'intero settore dei videogiochi, che ha dimostrato di poter creare prodotti culturali che nulla hanno da invidiare a forme d'arte come cinema e letteratura, davanti a un grosso problema culturale.

 

L'azienda francese, che l'anno scorso ha superato i 2 miliardi di dollari di fatturato, proprio ieri ha presentato online i suoi nuovi, attesissimi titoli Far Cry 6, Watch Dogs Legion e Assassin's Creed Valhalla (che uscirà il 17 novembre).

 

LE DIFFERENZE E pensare che quest' ultimo è il nuovo capitolo della saga ecumenica per eccellenza, che ha messo insieme negli anni personaggi di varie religioni, etnie e periodi storici differenti vendendo più di 140 milioni di copie in tutto il mondo. «Ultimamente nei prodotti si punta di più all'apertura verso le differenze», spiega Guarini, che nella sua ventennale esperienza nel settore ha lavorato anche per la Grasshopper Manufacture, in Giappone, «ma quella dei videogiochi resta, fondamentalmente, un'industria sessista. La maggior parte delle persone che ci lavorano sono uomini che rispondono a un profilo ben preciso: maschi, bianchi, più o meno adolescenti, con una spiccata passione per i giochi di ruolo fantasy.

 

Serge Hascoet ubisoft

Non dimentichiamoci che i videogiochi sono stati inventati da ingegneri, e solo più tardi sono diventati prodotti di intrattenimento. C'è una sorta di cameratismo maschile, a differenza di altre tipologie di aziende tecnologiche». E ciò spesso si ripercuote sugli stessi videogiochi. «Le tematiche sono nella maggior parte dei casi adolescenziali. E chi acquista videogame oggi cerca il machismo, l'eroe invincibile, quello che, magari per una buona causa, fa una strage, un po' come gli eroi del cinema degli anni '80 e '90».

 

Il caso più recente ed eclatante è quello di The Last of Us 2, bellissimo titolo per PlayStation 4 uscito il 19 giugno e finito al centro di una campagna di boicottaggio negli Stati Uniti perché la protagonista, oltre ad avere il peccato originale di essere donna, è anche omosessuale. Bisogna capire se il terremoto di Ubisoft costringerà il settore a esprimersi e a prendere le distanze da certi fenomeni. Anche se ciò potrebbe voler dire mettere a rischio una parte della clientela.

YANNIS MALLAT ubisoft

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."