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VERDONE DA OSCAR- TRA I MEMBRI DELL’ACADEMY CI SARÀ ANCHE L’ATTORE-REGISTA: "NON ME L’ASPETTAVO, MIO PADRE SAREBBE STATO FIERO DI ME. ESSERE NELLA GIURIA E’ BELLISSIMO, NEL FUTURO LO SAREBBE ANCORA DI PIÙ AVERE LA NOMINATION. MA DOVREI..." – EFFETTO #METOO: METÀ DEGLI 842 GIURATI SONO DONNE E IL 29% DEI NUOVI COMPONENTI DELL'ACADEMY SONO PERSONE DI COLORE…

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Gloria Satta per “il Messaggero”

 

Nuovo passo avanti verso la parità, l'inclusività, l'equilibrio di genere. Lo ha compiuto l'istituzione cinematografica più importante del mondo: l'Academy, che ha invitato a far parte della giuria dell'Oscar 842 nuovi membri provenienti da 59 Paesi. E la metà sono donne che portano così al 32 per cento la presenza femminile totale. Un bel risultato se pensiamo che nel 2015 era appena al 25 per cento.

 

E se ricordiamo che nell'ultranovantennale storia dell'Academy è stata premiata una sola regista: Katryn Bigelow, nel 2010, per The Hurt Locker. Tra le new entry ci sono Lady Gaga, Adele, Sterling K. Brown, Claire Foy, Letitia Wright. E figurano anche artisti italiani: Carlo Verdone, Matteo Garrone, Giancarlo Giannini, Toni Servillo, mentre aumentano le persone di colore (29 per cento) che portano il totale al 16 per cento (contro l'8 di quattro anni fa).

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EFFETTO #METOO

Oscar sempre più femminile, dunque. L'effetto #MeToo non si arresta. A quasi due anni dalla nascita del movimento mondiale anti-molestie, a uno dalla spettacolare marcia delle attrici guidate da Cate Blanchett e Agnès Varda sul red carpet di Cannes, la notizia annunciata dall'Academy ha il valore di una piccola grande rivoluzione. E lascia sperare in una più equa distribuzione delle statuette sullo stesso palco del Dolby Theatre di Hollywood dal quale, nel 2015, la premiata Patricia Arquette lanciò il vibrante appello femminista: «Noi donne abbiamo combattuto per i diritti degli altri, è ora di ottenere la parità di retribuzione e di diritti per noi».

 

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Da quel giorno molte cose sono cambiate. Le accuse di molestie contro il produttore Harvey Weinstein, la mobilitazione mondiale e la nascita di movimenti neo-femministi (50/50-2020 in Francia, Dissenso Comune in Italia) hanno portato a far crescere le quote rosa un po' in tutti i settori della società. E il cinema continua a fare da apripista: ai Festival più importanti, come Cannes, è aumentato il numero delle registe, la giuria è diventata paritetica così come il comitato di selezione mentre a Venezia, quest'anno sarà Lucrecia Martel a guidare la Giuria.

 

LA VIRATA

Applaude la virata rosa dell'Academy Cristina Comencini, ultima italiana candidata agli Oscar (nel 2006 per La Bestia nel Cuore): «Non siamo ancora al 50 per cento, ma il segnale che viene da Hollywood è positivo», dice la regista. «Una giuria sempre più paritetica saprà valorizzare i film realizzati dalle donne che a loro volta animeranno lo scambio di vedute con i maschi dell'Academy. incoraggiare lo sguardo femminile arricchisce il cinema». Sulla stessa linea la produttrice Federica Lucisano: «Hollywood dà l'esempio, anche noi dobbiamo incrementare il numero delle registe». Anna Foglietta, fresca di Nastro d'argento, aggiunge: «È ancora più importante lottare perché aumenti il numero delle registe. Abbiamo un gran bisogno di pink-of-view, lo sguardo rosa sul mondo».

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2 - VERDONE: «NON ME L'ASPETTAVO, GRAZIE SORRENTINO E ORA LA NOMINATION»

Gl. S. per “il Messaggero”

 

«Non me l'aspettavo davvero e sono felicissimo dell'invito ad entrare a far parte dell'Academy», esclama Carlo Verdone, con Matteo Garrone uno degli 842 nuovi membri della prestigiosa istituzione americana che assegna gli Oscar. L'attore e regista romano ha festeggiato la notizia nelle Puglie durante le riprese della sua nuova commedia Si vive una volta sola insieme con i produttori Aurelio e Luigi De Laurentiis e gli altri interpreti del film Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Max Tortora.

 

LA GRANDE BELLEZZA

verdone coi baffi nel film di sorrentino

«Anche se alcuni miei film, come Sono pazzo di Iris Blond e Borotalco, sono stati distribuiti in America, credo che dietro l'invito dell'Academy ci sia il successo del film vincitore dell'Oscar La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, in cui interpretavo un giornalista fallito», osserva Carlo. A chi è andato il suo primo pensiero? «A mio padre (lo storico Mario Verdone, scomparso nel 2009, ndr): mi sarebbe piaciuto tanto comunicargli la notizia, sarebbe stato fiero di me».

 

Carlo, 68, assicura che affronterà il nuovo compito di giurato degli Oscar «con un grande senso di responsabilità, la pazienza di guardare tutti i film in lizza, la massima obiettività possibile e la ferma intenzione di resistere alle pressioni: immagino che me ne arriveranno tante...». E confessa un sogno: «Essere nella giuria dell'Oscar è bellissimo, ma nel futuro lo sarebbe ancora di più avere la nomination». Missione ambiziosa, ma non impossibile per l'autore di tante commedie che raccontano vizi e virtù dei nostri tempi e del nostro Paese... «Arrivare in finale alla notte delle stelle è difficilissimo, dovrei realizzare un film del tutto diverso da quelli che ho girato finora».

sergio leone verdonecarlo verdone paolo sorrentino antonio monda annalena benini furio murale verdoneCLAUDIA GERINI - CARLO VERDONE - VITTORIO CECCHI GORI

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