giampiero mughini e i suoi libri

LA VERSIONE DI MUGHINI - CARO DAGO, LO SO CHE L’INVIDIA È UNA BRUTTA BESTIA EPPERÒ TI INVIDIO MOLTO, PER IL TUO PROGRAMMA SU SKY ARTE. TI INVIDIO PERCHÉ DA ANNI IO MI ASPETTO (O MEGLIO FINGO DI ASPETTARMI) CHE QUALCUNO MI PROPONGA UN QUARTO D’ORA TELEVISIVO IN CUI PARLARE DI LIBRI - NELL'OCEANO DI MERDA TELEVISIVA, MI SONO TROVATO A SBRAITARE SU RAI2 PERCHÉ DOPO AVERMI INVITATO…

 

Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

libro di giampiero mughini

 

Caro Dago, lo so che l’invidia è una brutta bestia epperò il fatto è che io ti invidio molto. Ti invidio per aver trovato un interlocutore che a Sky Arte ha accettato un tuo progetto televisivo nuovissimo e ardito, ci ha creduto e ne ha tratto una sequenza di puntate di cui non conta minimamente lo share conquistato e bensì la qualità e la novità. Non arriverò per ultimo a fartene i complimenti, che del resto ti sono arrivati copiosi.

 

Ti invidio perché da anni io mi aspetto (o meglio fingo di aspettarmi) che qualcuno mi proponga un quarto d’ora televisivo in cui parlare di libri. In trenta e passa anni che faccio la televisione popolare – credo di aver percorso da mattina a sera tarda l’intero palinsesto televisivo – purtroppo nessuno m’ha mai proposto una tale trasmissione, che farei benissimo.

 

GIAMPIERO MUGHINI E I SUOI LIBRI

Mai, dico mai. Lo ha fatto una volta il grande Sergio Valzania per un canale radiofonico Rai e, beninteso, offrendomi un cachet sontuoso. Ci lavoravo due giorni interi a settimana, laddove per andare a una puntata televisiva il maggior lavoro che faccio è pettinarmi. Durò un anno, un anno durante il quale mai una volta parlai dei libri che stavano in cima alla top ten dei libri venduti, libri che avevano il loro pubblico e che non avevano bisogno delle mie parole per volare.

giampiero mughini la stanza dei libri

 

Poi e siccome costavo troppo, non mi rinnovarono il contratto. Il mio posto lo prese una povera disgraziata che non sapeva neppure di che cosa stesse parlando, ma che evidentemente costava alla Rai due lire e mezza.

 

Nell’anno 2019 dell’era dopo Cristo, in tutto il palinsesto televisivo di tutti e 400 o 500 canali televisivi italiani, l’unica trasmissione dedicata ai libri è quella dell’ottimo Corrado Augias. Altrimenti dei libri si parla nel modo che sto per dirvi.

 

Nella trasmissione così o cosà si presenta Tizio che ha scritto un libro il quale viene ospitato gratis a partecipare alla trasmissione, salvo che uno o due minuti prima della fine della puntata il conduttore o la conduttrice agitano in favore di camera il fatidico libro di cui loro palesemente non hanno sfogliato una sola pagina. Poi, tutti a letto felici e contenti. Ovviamente una tale esposizione di un libro vale infinitamente meno di zero. E’ soltanto un gesto volgare.

giampiero mughini a via della mercede c'era un razzista

 

Eppure quella editoriale è una catena produttiva importante che dà da lavorare a molti e produce un reddito complessivo non indifferente.

 

Eppure i libri di carta continuano a vendere, o per lo meno i romanzi (i saggi vendono la metà o un terzo di un tempo).

 

Eppure si pubblicano in Italia 66mila libri all’anno, e non sarebbe un servizio di poco conto selezionare e trascegliere i migliori, quelli che non hanno niente a che vedere con la top ten. Eppure raccontare un bel libro, saperlo raccontare può essere – ve lo assicuro e ve lo giuro sulla memoria di mio padre – elettrizzante tanto quanto una telecronaca di calcio di Piccinini o di Pardo.

mughini bibi

 

Tutto sta a saperlo fare, tutto sta a inventarsi quindici minuti televisivi di qualità che stiano a paragone dei tuoi quaranta minuti, caro Dago.

 

D’altra parte non si può pretendere molto da una società di semianalfabeti, o meglio dominata dai semianalfabeti, i più importanti dei quali stanno al governo. L’ho detto e lo ripeto. Come mai le “jene”, anziché andare a rompere i coglioni a Luca Barbareschi, non piombano in casa di Luigi Di Maio e Matteo Salvini a sfogliarne li libri contenuti nelle oro biblioteche?

 

Niente. Non ti dico poi il supplizio di chi scrive un libro e magari gli farebbe piacere esserne interrogato in una trasmissione televisiva dove è di casa. A me non succede mai, proprio perché non ho nessuna voglia di andare in una trasmissione dove l’eventuale e semianalfabeta conduttore sfoderi a fine puntata la copertina del mio libro. Ovvero mi offenda. Ma siccome i casi della vita sono tanti, qualcosa del genere mi è successo di recente.

dago in the sky dal bordello alla tela 6

 

Mi chiamano a RaiDue per parlare del mio ultimo e assai poco piacione “A via della Mercede c’era un razzista”. Mi sorprende molto che un tale e impervio libro sia di loro interesse. Naturalmente mi fa piacere e accetto.

 

Arrivo in redazione, firmo la liberatoria con la quale dichiaro che lavorerò gratis (io che non vado gratis in televisione per nessuna ragione al mondo), prendo parte a un’ora di trasmissione sulle varie ed eventuali dove naturalmente faccio un figurone, e due minuti prima della fine uno dei conduttori agita la copertina del mio libro e invita i cinque o dieci telespettatori che hanno resistito sino a quell’ora delle notte a comprarlo.

dago in the sky lo scandalo fatto ad arte 3

 

Mi metto a sbraitare che cassino via questi due minuti di merda televisiva. Non so poi se l’abbiano fatto. Due minuti o poco meno, che diavolo contano nell’oceano di merda televisiva?

 

GIAMPIERO MUGHINI

 

dago in the sky lo scandalo fatto ad arte 2

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…