jerry calà

VIDEO! LIBIDINE, DOPPIA LIBIDINE, LIBIDINE COI FIOCCHI! JERRY CALÀ RACCONTA L’ORIGINE DI UNO DEI SUOI TORMENTONI: FACEVA PARTE DI UNA SORTA DI GERGO DELLA NOTTE MILANESE AI TEMPI DEL DERBY CLUB DI MILANO” – IL RITORNO DI "SAPORE DI MARE" NELLE SALE CON UNA EDIZIONE RESTAURATA IN 4K (“TANTA ROBA”), LE BATTUTE IN “VACANZE IN AMERICA” SU LIVERANI ERMANNO, L’EX “SCHIANTATOPE” DIVENTATO GAY: “LA SCENA FACEVA MOLTO RIDERE, MA OGGI SAREBBE MESSA ALL’INDICE” – IL PROBLEMA AL CUORE: “CONDUCO UNA VITA DI STENT” - LA POLEMICA CONTRO MEDIASET – VIDEO

 

 

Giulia Cazzaniga per “La Verità” - Estratti

 

jerry calà vacanze in america

Ieri sera ha fatto cantare e ridere gli affezionati della Capannina di Forte dei Marmi, nella tradizionale serata agostana in onore del 95esimo compleanno del locale, con Manuela Arcuri. Il resto del mese lo dedica alla vacanza e alla famiglia, a casa sua a Poltu Quatu in Sardegna, a riposo dopo la tournée con Una vita da libidine concert-show, prodotto dalla The best organization, che ripercorre la carriera tra canzoni e gag.

 

Lo è sempre, la sua, una vita da libidine?

«Beh, mentre ci parliamo al telefono è un momento di grande libidine, per esempio. Sono in barca a vela, con amici cari, cullato dal vento e con il panorama della Costa Smeralda laggiù in fondo».

 

Vocabolario Treccani: libidine. «Impulso sessuale incontrollabile» o «desiderio smodato di qualcosa».  Per lei?

(Ride, ndr) «È il piacere, quello totale, che senti soprattutto nella mente. È godimento, sì, ma gli ho sempre dato un significato esteso».

 

mara venier jerry cala

Non c’è italiano che non conosca il suo tormentone.

«Faceva parte di una sorta di gergo della notte milanese ai tempi del Derby club di Milano. Si accompagnava spesso con un mugolio - “mmmm libidine” - ed era una cosa che piaceva molto a tutti. E iniziai a lavorare per il film con Bud Spencer, Bomber».

 

Era il 1982.

«A un certo punto il regista dice di aver bisogno di tre momenti in crescita durante l’incontro di pugilato, facevo la parte dell’allenatore. E allora mi viene in mente questo modo di dire milanese e mi invento quel “doppia libidine” e poi “libidine coi fiocchi”».

 

A ricordarli oggi, dalla barca a vela, quali sono stati i momenti di massima libidine?

«La più grande quando è nato mio figlio, un momento di apice totale. Lì la libidine era piena, colma di felicità e benessere, totalizzante davvero. Era il 2003 e io avevo 52 anni».

 

Era un desiderio, quello della paternità?

umberto smaila, nini salerno, jerry cala?? e franco oppini i gatti di vicolo miracoli

«Ero incerto, sa? L’ho capito solo quando ho conosciuto Bettina, mia moglie (Castioni, sposata nel 2002, ndr). Mi sono detto: finalmente».

 

Nella classifica dei momenti lavorativi invece c’è qualche film che primeggia?

«La lavorazione più divertente è stata senza dubbio quella del 1983, Vacanze di Natale. Cortina era tutta per noi, il gruppo di attori era molto affiatato e per così dire gaudente. Indimenticabile. Ma pure con Sapore di mare ci siamo divertiti parecchio».

 

Il film diretto da Carlo Vanzina con lei Christian De Sica, Isabella Ferrari, Marina Suma e Virna Lisi torna nelle sale dei cinema la prossima settimana, con una edizione restaurata in 4K. Livello di soddisfazione?

umberto smaila silvio berlusconi jerry cala

«Grandissima. Tanta roba. Vuol dire che questi film sono entrati nel cuore della gente, facendo pure la storia del cinema italiano».

 

È vero che fu grazie al rifiuto di Mauro Di Francesco che lei ebbe la parte nel film?

«Verissimo, sì, rifiutò per andare a fare Attila flagello di Dio con il mio grande amico Diego (Abatantuono, ndr). Mi trovai questo copione in mano e capii subito che sarebbe stato un film di grande successo».

 

Lo sente ancora, quel sapore di mare?

«Non è lo stesso. Perché in quel film raccontavamo le vacanze fatte apposta per socializzare, e oggi vedo invece ragazzi fermi sulle sdraio con gli occhi fissi sul cellulare. L’altra sera notavo che a passeggiare alla sera c’erano gruppi di maschi e di femmine separati, chissà perché. Noi ci si guardava, soprattutto guardavamo le ragazze».

 

umberto smaila jerry cala

Solo guardare?

«Era tempo di intensi amori estivi, che a volte finivano e altre diventavano grandi amori per la vita».

 

Non ne nascono più?

«Spero di sì, spero che si riesca a trovare il tempo in queste vacanze-lavoro: prenota l’aperitivo, organizza la serata, cerchiamo un tavolo in tal locale… eh la Madonna, per dirla con Pozzetto».

 

Si era più leggeri?

«E più liberi. Durante i miei spettacoli vedo che il pubblico desidera sempre leggerezza, desidera ridere. E però forse si ride di meno, oggi. La mia generazione faceva battute a raffica, senza pensare alle conseguenze e senza temere che si potesse offendere qualche categoria o associazione».

 

Non vi importava?

«No, è che proprio non si offendeva nessuno, negli anni Ottanta.

jerry calà mara venier

Per carità, lo dico e scriviamolo: sono d’accordo che bisogna prestare maggiore attenzione. Certe esagerazioni però ce le potremmo risparmiare. C’è proprio la tendenza a esagerare. Alcune scene mi rendo conto che oggi non avremmo potuto nemmeno girarle».

 

Per fare un esempio?

«Vacanze in America, la scena sulla terrazza a New York. Salgo per una festa e si scopre che il Liveranni Ermanno non è più “lo schiantatope” dei tempi del liceo.

Ecco, lo sento che ride anche lei, faceva molto ridere, ma oggi sarebbe messa all’indice quella scena lì. Eravamo spudorati, ma sempre con simpatia».

 

Qualche anno fa fece discutere una sua frase: aveva detto che faticava a lavorare perché non era in odore di sinistra. Poi Giorgia Meloni la invitò ad Atreju…

«Scusi no la fermo subito, perché questo è un campo minato. Quell’invito non lo accettai, e da allora ho deciso di tenermi ogni idea minimamente politica per me, anche perché faccio l’attore che è tutt’altro mestiere. Non sa cosa si scatenò, ci furono persino delle minacce sui social rivolte a me e alla mia famiglia. Non ne parlo e anzi quasi mi viene da dirle che ritratto tutto, che ho detto una stupidata. A proposito di saper ridere delle cose…».

jerry calà

 

(…)

L’avete trovata. I suoi come la presero?

«Mia mamma mi ha sempre appoggiato, mi riconosceva il talento artistico perché fin dai 13 anni suonavo in complessini della Verona beat, sulla quale poi scrivemmo anche una canzone con i Gatti di vico miracoli. Con mio padre fu più dura, mi pensava ingegnere, perlomeno laureato. Poi capì che era una cosa seria, bastò invitarlo alla nostra prima serata a teatro».

 

Un altro punto di svolta c’è stato?

«Sì, e per diventare l’uomo che sono ora. Più che una svolta, un taglio netto. L’incidente stradale nel 1994».

 

Le cronache raccontano la rottura dell’arteria femorale, l’operazione d’urgenza. Sei mesi in sedia a rotelle.

chi ha rapito jerry cala? 1

«Dopo essermi salvato per un pelo la vita, ripartii da capo. Ho fatto il reset della classifica dei valori. Quando accadde, ero diventato troppo maniaco del lavoro, davvero insopportabile».

 

A che livello?

«Per dirgliene una, ogni sera telefonavo ai cinema per sapere come erano andati gli incassi dei miei film».

Dopo?

«Dopo ho messo in cima alla classifica la vita stessa. Un taglio di mentalità. Sono riuscito a prendere questo lavoro con calma, ed è rinata la voglia di sperimentare, proporre cose nuove. Ero arrivato al punto che rifiutavo di esibirmi dal vivo, perché ero fissato per il cinema. E poi invece tornare in scena mi ha consentito di divertirmi ancora, di ricevere dalle persone quella sensazione bellissima portata dalle loro risate».

 

Non fu l’unico problema di salute.

jerry cala alla festa dei 40 anni di vacanze di natale 2

«No, le sfighe poi non sono finite. L’anno scorso l’infartino a Napoli, e però la sanità pubblica nonostante ne parlino tanto male mi ha salvato ancora una volta la vita. Ho tre stent cardiaci, conduco una vita di stent (ride, ndr)».

 

Troppe prescrizioni dei dottori?

«Ci provo, si sono raccomandati. Se sono a casa, sono iper controllato.

Certo, quando si è in giro per lavoro è più complicato… ma mi trattengo, sono arrivato ormai a una certa e voglio arrivare a una ancora più alta. Perché la vita è così bella che vale la pena viverla tutta a pieno».

jerry cala tortaMARA VENIER JERRY CALA' NICOLA CARRARO PIER FRANCESCO FORLEO ELISABETTA FERRACINIjerry cala alla festa dei 40 anni di vacanze di natale 5

 

 

marina suma jerry calà sapore di marejerry cala umberto smailaJERRY CALA' fratelli d'italiaSABRINA SALERNO JERRY CALAjerry cala 1

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?