VIVAD-DIOR! – CHE PALLE: LA SOPRINTENDENZA DI LECCE PROTESTA CONTRO L’ALLESTIMENTO DI DIOR, LAMENTANDO “LA SCENOGRAFIA ANACRONISTICA E RIDUTTIVA DELLO SCENARIO ARCHITETTONICO”. E CHI SE NE FREGA CHE 16 MILIONI DI PERSONE NEL MONDO ABBIANO VISTO (PROBABILMENTE PER LA PRIMA VOLTA) LA SPLENDIDA PIAZZA DUOMO, E DEI MILIONI DI EURO DI INDOTTO…

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1 – L’ALLESTIMENTO DI DIOR? NON C’ENTRA NULLA CON LECCE

Antonio Della Rocca per www.corriere.it

 

dior a lecce dior a lecce

La Soprintendenza rompe il silenzio con un giudizio tranciante sulle luminarie che avrebbero nascosto lo splendore barocco di piazza Duomo, a Lecce, per fare da cornice alla sfilata della maison Dior tenutasi ieri sera. L’articolazione territoriale del Mibact non sarebbe stata messa nelle condizioni di esprimere i necessari pareri, in quanto chiamata in causa dagli organizzatori solo dopo l’avvio degli allestimenti.

 

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Una scenografia sulla quale si abbatte la severa valutazione della soprintendente Maria Piccarreta che la ritiene «completamente avulsa dal contesto storico tutelato, anacronistica e riduttiva dello scenario architettonico presente nell’invaso della piazza di eccezionale rilevanza». Ciò mentre il sindaco Carlo Salvemini si dice sorpreso per l’asprezza delle critiche espresse da molti cittadini sull’eccessivo ingombro delle luminarie. La soprintendente ha espresso il suo ferma posizione in una lettera inviata ad Arcidiocesi (proprietaria del suolo e degli edifici della piazza), Comune e pure ai carabinieri.

 

maria grazia chiuri maria grazia chiuri

2 – LA SOPRINTENDENZA CONTRO DIOR

Dal “Corriere del Mezzogiorno”

 

Più equilibrio tra luci e barocco per non svilire piazza Duomo, ma piuttosto esaltarne la bellezza. Ecco come la Soprintendenza per i Beni culturali di Lecce e l' associazione «Italia Nostra» avrebbero immaginato in occasione della sfilata di Dior la piazza leccese e le sue luminarie, la cui installazione - comunicata quando i lavori erano ormai in corso - ha scatenato polemiche e suscitato la strigliata della dirigente dell' organo ministeriale nei confronti di Curia e Comune.

 

dior a lecce dior a lecce

«Le luminarie non hanno danneggiato l' immagine di piazza Duomo, si è scelto di oscurarla», sottolinea la Soprintendente Maria Piccarreta, che in una lettera agli enti - all' indomani della sfilata - ha espresso tutto il suo rammarico per il mancato rispetto della tempistica procedurale che consentisse agli uffici ministeriali di esprimere il loro parere.

 

«È stato dato risalto alle luci e non alla piazza, che immagino sia stata scelta perché luogo simbolo e contesto di eccezionale bellezza. Noi perseguiamo la compatibilità di ciò che si fa con i valori culturali del nostro eccezionale patrimonio - sostiene il funzionario - sicuramente avremmo posto l' obiettivo di perseguire il giusto equilibrio tra la tradizione salentina delle luminarie e della taranta ed il contesto unico ed eccezionale nel quale si è voluto fare la manifestazione».

 

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Dagli errori, però, si può sempre imparare. Anche perché altre maison avrebbero manifestato l' intenzione di scegliere Lecce come location per le loro passerelle d' alta moda. Ma per esaltare al meglio il patrimonio artistico-culturale della città - continua il Soprintendente - «bisognerà avere chiara qual è l' immagine che la città vuole dare di sé al mondo: molto probabilmente, da quanto visto, è quella proposta l' altra sera da Dior. Per valorizzare il patrimonio servirà il giusto equilibrio di tutte le cose, lavorandoci per tempo».

 

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Nella missiva indirizzata all' Arcidiocesi di Lecce ed al Comune, infatti, la Soprintendenza per i Beni culturali lamentava la comunicazione - tardiva e carente - sull' allestimento delle luminarie in piazza Duomo per l' evento della casa di moda francese, tenutosi mercoledì sera in diretta streaming e seguito da milioni di persone. Tardiva perché pervenuta soltanto tre giorni prima dell' evento e non con almeno trenta giorni di anticipo, carente perché priva di qualsiasi nota del Comune che facesse riferimento alla procedura autorizzativa richiesta.

 

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Per la Soprintendente non si tratta soltanto di una mancata collaborazione, perché «piaccia o no, chiedere l' autorizzazione per qualunque installazione si realizzi su uno spazio vincolato è un obbligo di legge. La piazza è dichiarata di interesse storico artistico con decreto ministeriale. Il perché non ci sia stata alcuna interlocuzione istituzionale, nonostante a quanto si legge stessero organizzando da novembre, è una domanda alla quale possono rispondere soltanto loro». Sia la Curia che il Comune, tuttavia, anche oggi hanno scelto la via del silenzio, ma il sindaco Carlo Salvemini ha annunciato un suo intervento sulla vicenda per la prossima settimana.

 

D' accordo con l'«equilibrio» auspicato dalla Soprintendenza, come detto, è anche «Italia Nostra» (sezione sud Salento), il cui presidente Marcello Seclì aveva presentato un esposto per verificare la regolarità delle luminarie. «Se ci fosse stata un' istruttoria - dichiara - probabilmente si sarebbe individuata una soluzione altrettanto valida, che avrebbe esaltato o dato importanza alla piazza».

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