dagospia redazione dago oxford

VOGLIA DI SCOOPPARE - L'INTERVISTA DI DAGO A ''CHI'': ''GLI SCOOP DA FARE? IL MISTERO DI GIUSEPPE CONTE CHE STA CON LA PALADINO, MA NON HA ANCORA DIVORZIATO DALLA MOGLIE, L’AMICIZIA DELLA BOSCHI CON GIULIO BERRUTI. MA GLI SCOOP NON BASTANO, DAGOSPIA MUORE OGNI SERA E RINASCE LA MATTINA'' - IL PRATIGATE, LA VERA IDENTITÀ DI ELENA FERRANTE, LE NOMINE IN RAI E NEI GIORNALI: ''A VOLTE I DIRETTORI SONO COME I MARITI, GLI ULTIMI A SAPERE LE COSE''

 

 

Valerio Palmieri per “Chi”

 

dago a oxford 1

Dagospia ha cambiato il linguaggio dei giornali, la titolazione, l’uso degli aggettivi, ha unito alto e basso, dal Cafonal alla lectio magistralis a Oxford, dai morti di fama a La grande bellezza, ma soprattutto è stata una fucina di scoop. «Pensavo di fare solo un sito di costume. Ma, dopo una settimana, mi proposero una notizia bomba: lo smascheramento dell’operazione Enel-Telemontecarlo. Il simbolo dell’accordo era l’assunzione di Sonia Raule, moglie di Franco Tatò, come capo dei programmi di Tmc. Titolai: dal materasso alla Rete. L’operazione saltò, ma da quel momento fui sommerso da segnalazioni».

 

Domanda. Non voleva fare scoop, insomma.

Risposta. «Non volevo che fosse il pilastro del mio sito perché lo scoop lo fai adesso ma domani è un altro giorno, Dagospia muore ogni sera e rinasce la mattina. Lo scoop ti dà visibilità, ma quello che per me è importante è che la realtà bisogna interpretarla, riporto ogni giorno i pezzi più interessanti usciti sui giornali, ma poi ci metto il titolo che chiosa, perciò lo scoop è la ciliegina, non è la torta».

 

D. Ha fonti insospettabili.

dago con la redazione e gli studenti all'ingresso della dining hall dell'oriel college di oxford

R. «Di solito, come ben sa, se vuoi fare il ritratto di un personaggio devi rivolgerti al suo nemico più intimo e fare una tara di quello che ti dice, serve esperienza e occorre verificare con Google, i social, incrociare i dati. E, comunque, puoi sempre sbagliare, nessuno fa i dieci comandamenti. Ricordo un bellissimo film del 1950, Rashomon, dove cinque persone assistono a un delitto in un bosco ma, quando vengono convocate dagli agenti, raccontano cinque storie diverse. La verità è soggettiva, ognuno racconta la propria versione».

 

D. Ha mai avuto rimorsi?

R. «A volte gli scoop mettono malinconia, anni fa svelai una scappatella di una donna della tv e mi trovai in tribunale perché il marito voleva toglierle la potestà genitoriale, e mi sono pentito perché non accertai se la signora avesse una famiglia».

D. Un anno fa ha svelato il Pratigate.

R. «Ogni decade Pamela Prati si inventata un matrimonio, quando era in astinenza da copertine partiva con la foto dell’abito bianco accanto a qualche disgraziato, ma oggi, con il web, non funziona. La storia di Mark Caltagirone era talmente appoggiata sulla sabbia che emerse un meccanismo messo in piedi dalle due ex agenti della Prati per dare in pasto storie farlocche ai vari giornali e, quando è arrivata la gallina dalle uova d’oro, hanno tentato il colpaccio. Mi  è bastato chiamare l’ex fidanzato della Prati per capire che era una sorta di truffa».

 

D. Ha scoperto la vera identità della scrittrice di successo Elena Ferrante.

dago togato

R. «Sì, il grande mistero di questa scrittrice furoreggiava in ogni angolo del mondo e scoprii che era Anita Raja, la moglie di Domenico Starnone, che faceva la traduttrice e si inventò questo nom de plume perché magari sarebbe passata inosservata con il suo».

D. Il suo pezzo forte sono le nomine dei direttori della Rai e dei quotidiani.

R. «Quando scrissi che Carlo Verdelli sarebbe diventato direttore di Repubblica il suo predecessore, Mario Calabresi, allora in carica, stava facendo la sua solita riunione di redazione mentre i giornalisti lo guardavano imbarazzati, perché era l’unico a non saperlo. A volte i direttori sono come i mariti, gli ultimo a sapere le cose». 

 

D. Gli scoop da fare?

R. «Il mistero di Giuseppe Conte che sta con la Paladino, ma non ha ancora divorziato dalla moglie, l’amicizia della Boschi con Giulio Berruti».

D. La sua prima fonte fu Francesco Cossiga.

R. «Mi svelò che Banca Intesa, guidata da Giovanni Bazoli, voleva conquistare le Generali, l’operazione saltò solo perché la svelammo prima che si compisse».

D. Non teme le querele?

R. «La prima me la fecero Al Bano e Romina perché avevo scritto con Renzo Arbore un libro, Il peggio di Novella 2000, in cui raccontavo la storia d’Italia attraverso le loro canzoni, ripercorrendo la favola del contadino di Cellino che salva la diva di Hollywood dalla perdizione, solo che feci una delle mie solite battute stronze su Romina e lei ci querelò per diffamazione. Vincemmo, ma Arbore ci rimase male perché era pugliese come Al Bano, da allora ho chiamato la signora “Rovina Power”». 

dago e anna in treno 1

 

D. Ha ispirato il film premio Oscar La grande bellezza.

R. «Paolo Sorrentino vide il libro Cafonal e mi disse che voleva fare un film su questa Roma cafona e allora lo portai in giro per i salotti, dicendogli: “Ricorda che i romani sembrano disillusi, ma è solo perché conoscono bene la differenza fra la cronaca e l’eternità, sanno che la gloria passa in fretta e che molti che si atteggiano a eroi finiranno nel cestino della storia. Quindi questi personaggi che sembrano pupazzetti, caricature, in realtà conoscono il mondo meglio di chiunque altro”».

 

 

massimo sestini e dago

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”