fuortes weiwei . -1164605_tn

AI WEIWEI ALL'OPERA: L'ULTIMO SCOOP DI FUORTES PRIMA DI ANDARE ALLA SCALA? – IL DISSIDENTE CINESE CURERÀ LA "TURANDOT" PER IL TEATRO COSTANZI DI ROMA – “IL CAPOLAVORO DI PUCCINI È LEGATO A UN IMMAGINARIO EUROPEO DELL'ORIENTE ORMAI TOTALMENTE CAMBIATO DAI TEMPI DEL COMPOSITORE“ - L’ARTISTA: ”NON HO MAI DIMENTICATO QUELLE COMPARSATE AL 'MET' CON MIO FRATELLO PER ZEFFIRELLI”

Giuseppe Videtti per la Repubblica

Fuortes Weiwei

 

La Traviata , che tre anni fa ha definitivamente fatto risplendere l' Opera di Roma, regia di Sofia Coppola e costumi di Valentino, è stato solo l' inizio della rinascita. La stagione 2019-20, con la nuova direzione musicale di Daniele Gatti, si annuncia anche più multidisciplinare e ambiziosa.

 

Se anche il sovrintendente Carlo Fuortes farà il lungo volo verso la Scala per subentrare a Pereira, come si saprà con certezza a giorni (nel prossimo cda del 18 giugno: in corsa con lui anche Dominique Meyer della Wiener Staatsoper), avrà lasciato un segno forte nella capitale. L' evento clou della nuova stagione è un' idea pazza, già in cantiere.

 

AI WEIWEI E I BOTTONIcarlo fuortes sovrintendente del teatro dell opera di roma

Una Turandot (debutto 24 marzo 2020) che resterà nell' albo d' oro della lirica accanto a quella di Zeffirelli: regia, scene e costumi di Ai Weiwei, il 61enne artista, designer, architetto e attivista cinese che si trasferì a New York nel 1981 e al rientro in patria affrontò un lungo periodo di detenzione per la sua opposizione al regime. «Il capolavoro di Puccini è legato a un immaginario europeo dell' Oriente ormai totalmente cambiato dai tempi del compositore », spiega Fuortes. Così ha azzardato l' impossibile: una lettera a Ai Weiwei con la proposta di esordire nel mondo della lirica. «Con grande sorpresa mi ha invitato nel suo immenso studio di Berlino, una vecchia fabbrica di birra. E scopro che l' artista è molto legato alla Turandot ; nel 1987, giovane immigrato a New York, partecipò come comparsa alla mitica produzione di Zeffirelli al Metropolitan».

studio ai weiwei

 

Pochi giorni fa, Ai Weiwei si è presentato a Roma per un sopralluogo e con le prime tavole, pieno di entusiasmo per la nuova avventura e un insospettato know-how teatrale. «Non avrei mai accettato se non si fosse trattato della Turandot », ha raccontato mentre curiosava come un bimbo a Disneyland nel laboratorio del Teatro in Via dei Cerchi, dove sono custoditi costumi - si è persino divertito a indossarne qualcuno - e cimeli del Costanzi. «Non ho mai dimenticato quelle comparsate al Met con mio fratello. Lo feci per mantenermi agli studi, l' opera era culturalmente lontanissima dai miei interessi».

 

È rimasto colpito dalla grandiosità del Teatro e dal versatile palcoscenico che gli consentirà di mettere in pratica qualsiasi bizzarria. Competenza musicale? Zero, giura lui, ma Turandot ha acceso una scintilla. «È emozionante immergersi nello sviluppo storico dell' opera e della drammaturgia, metterli in relazione con la mia esperienza personale e con la mia idea del palcoscenico, della performance, della narrativa, della rappresentazione.

turandot

 

 

L' opera lirica è una forma d' arte incredibilmente ricca che stimola le migliori qualità dell' ingegno umano, l' impegno, la maestria, l' eccellenza». Neanche a dirlo, sarà una Turandot che ricorderà solo musicalmente gli allestimenti del passato. «Sarà il mio punto di vista», assicura, «la lirica immersa nella contemporaneità; le lotte culturali e politiche del presente rappresentate attraverso la storia di Puccini».

Carlo Fuortes

 

Fuortes, nel tentativo ormai riuscito di internazionalizzare le produzioni dell' Opera di Roma, si fa forte della storia del Teatro, fondato nel 1880, del dialogo fra le arti e la contemporaneità che gli hanno permesso di superare le crisi degli ultimi decenni; messaggio raccolto dalla stampa estera, con lodevoli commenti sul New York Times e sul País , sull' Economist e poche settimane fa su Forbes . «Nei primi decenni del Novecento qui lavorarono Picasso, Cocteau e Bakst, così come Balla e Prampolini», dice il sovrintendente, ricordando i periodi più fecondi che quand' era ragazzo stuzzicarono la fantasia del melomane, «fino a De Chirico, Manzù, Kokoschka e Guttuso. In questi anni abbiamo lavorato con cineasti come Terry Gilliam, Werner Herzog, Sofia Coppola, Marco Bellocchio, Emma Dante e Mario Martone».

turandot

 

Per non dimenticare il glorioso passato del Costanzi, ha pensato a un' apertura autunnale, il prossimo 10 settembre, con una riedizione del Work in progress realizzato nel 1968 dallo scultore Alexander Calder (1898-1976): diciannove minuti, su musica registrata, in miracoloso equilibrio tra drammaturgia e materia in movimento. «Quest' anno ho voluto continuare questo dialogo invitando l' artista sudafricano William Kentridge, che due anni fa ha realizzato la bellissima Lulu di Berg, a studiare un progetto per una seconda parte da abbinare a Work in progress ».

 

ai weiweiAI WEIWEI

La serata Calder/Kentridge è già in fase di realizzazione; l' artista, 64 anni, è al lavoro nello studio di Johannesburg mentre via Skype ci racconta il progetto Waiting for the Sybil , sei scene di circa quaranta minuti, una performance con musicisti e due ballerini. «Voglio proporre qualcosa che sia al contempo leggero e rivoluzionario», spiega, «partendo dalla storia della Sibilla; la gente faceva file interminabili davanti all' antro per ascoltare i suoi vaticini.

 

Mi ha suggestionato - come suggestionò Dante e James Joyce - l' idea delle foglie mosse dal vento dai cui lei traeva responsi che, data la moltitudine, non si capiva mai bene a chi fossero indirizzati; una metafora sull' incertezza e l' impossibilità di conoscere il futuro. La musica che ho in mente varia da Stockhausen a suoni con variazioni minime di note e toni, oltre a pezzi tradizionali sudafricani rielaborati dal pianista jazz Kyle Shepherd». Una stagione indimenticabile prima della fuga alla Scala?

studio ai weiwei

 

Fuortes risponde con la saggezza di chi sa di vivere nell' italianissima certezza che, nelle arti, quel che oggi è già in cantiere domani è utopia (il suo contratto col Costanzi scade a fine marzo 2020): «Stia certo, per la Turandot sarò qui al mio posto».

ai weiwei human flow 6Carlo Fuortes

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO