fabio palotti

C'E' UN BUCO DI UN GIORNO TRA LA MORTE DI FABIO PALOTTI E LA SCOPERTA DEL SUO CADAVERE - L'OPERAIO RITROVATO CAVADERE IERI NEL VANO DELL'ASCENSORE DELLA FARNESINA NON DAVA PIU' NOTIZIE DAL GIORNO PRIMA - L'UOMO E' MORTO IN MODO ATROCE: DOPO ESSERE SALITO SULLA CABINA DELL'ASCENSORE, SAREBBE SCIVOLATO E RIMASTO INCASTRATO TRA LA CABINA E LA PARETE, E POI FINITO MASSACRATO DAL MOVIMENTO DELL'ASCENSORE...

Emiliano Bernardinin per "il Messaggero"
 

Fabio Palotti

«Era messo molto male» fa sapere chi per primo si è calato nel vano ascensore del palazzo centrale della Farnesina per recuperare il cadavere di Fabio Palotti di 39 anni, operaio che ha perso la vita in un tragico incidente. Ironia del destino proprio nel giorno in cui si celebrava la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. E a poche ore di distanza dalla morte di Bernardino Passacantilli, 61 anni, che ha perso la vita mentre stava lavorando alla ristrutturazione di un palazzo al civico 3 di via Toscana, a due passi da via Veneto.
 
Sul luogo sono intervenuti i carabinieri del gruppo Trionfale (mentre per i rilievi ha operato la VII sezione di via in Selci), i vigili del fuoco e i sanitari del 118. Secondo una prima ipotesi l'uomo sarebbe salito sulla cabina dell'ascensore del corpo centrale dell'edificio, quello che arriva fino all'interrato della mensa, e forse a causa di un malfunzionamento e di una imperizia sarebbe scivolato e rimasto incastrato tra la cabina e la parete.
 

Fabio Palotti 2

La morte sarebbe avvenuta a seguito dello schiacciamento e sul su e giù dello stesso ascensore che avrebbe massacrato il corpo. Successivamente Paolo sarebbe caduto nel vano. I primi a calarsi giù sono stati i pompieri del reparto speciale Usar e delle squadre Saf ma non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
 
Sulla morte dell'operaio 39 enne e padre di due bambini di 12 e 2 anni, ci sarebbe un piccolo giallo legato all'orario del decesso. Paolo, infatti, aveva iniziato il suo turno (14-22) mercoledì. Ma a quanto pare nessuno aveva più sue notizie dall'altro ieri. La stessa famiglia avrebbe dichiarato ai carabinieri che nella serata di mercoledì non lo avevano sentito.
 

farnesina

L'ALLARME A dare l'allarme sono stati altri dipendenti della stessa ditta dell'operaio e anche alcuni impiegati. In particolare un collega che era arrivato ieri mattina per prendere il suo posto. Gli investigatori della compagnia Trionfale e del Nucleo interno al Mae dell'Arma stanno indagando per ricostruire la vicenda insieme con i colleghi dell'ispettorato del lavoro e la Asl di zona per verificare il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro.
 
Non si esclude che il 39enne sia caduto in seguito allo spostamento involontario della cabina nonostante fosse inserito il sistema di manutenzione e quindi il blocco dell'apparecchio. Il procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo ha aperto un'inchiesta. Nel fascicolo si procede per l'ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti. Sul posto ha effettuato un sopralluogo anche il pm di turno con i carabinieri e l'area dove è avvenuto l'incidente è stata sequestrata.
 

INCIDENTE SUL LAVORO

Alla Farnesina, poco dopo la tragedia, sono giunti anche alcuni familiari dell'operaio deceduto, i genitori e tre ragazzi sconvolti, che si sono abbracciati subito dopo aver oltrepassato i cancelli del ministero. Provati anche alcuni colleghi della vittima che hanno lasciato la sede dopo essere stati sentiti dai carabinieri.
 
Sulla questione è intervento anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, in attesa che venga fatta piena chiarezza da parte della magistratura sulle esatte dinamiche dell'incidente, hs rivolgono un pensiero commosso ai famigliari della vittima e a loro si stringe in questo triste momento. 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”