charles michel jens stoltenberg ursula von der leyen nato joe biden usa ue

L'EUROPA E' IMBELLE, ECCO PERCHE' NON CREA UN SUO ESERCITO - GUARDATE ALL’UCRAINA: SE NON FOSSE STATO PER LE ARMI STATUNITENSI, KIEV SAREBBE GIÀ CADUTA – VON DER LEYEN, MICHEL E STOLTENBERG SI SONO INCONTRATI PER “RAFFORZARE” LA COOPERAZIONE TRA UE E NATO. MA, DI FATTO, L'EUROPA HA LASCIATO LA LEADERSHIP MILITARE AGLI USA – DALL'INIZIO DELLA GUERRA, WASHINGTON HA STANZIATO 22,9 MILIARDI DI DOLLARI PER INVIARE ARMI A ZELENSKY, CIRCA IL DOPPIO DEL BLOCCO EUROPEO, CHE INVECE HA SGANCIATO 40 MILIARDI IN AIUTI UMANITARI…

1 – «PIÙ ARMI ALL'UCRAINA» IL PATTO UE-NATO SANCISCE LA DIFESA A TRAZIONE USA

Estratto dell'articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

Charles Michel Jens Stoltenberg Ursula von der Leyen

Nato e Unione europea «rafforzano» la cooperazione. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sostiene che «bisogna dare a Kiev tutte le armi di cui ha bisogno», compresa l'artiglieria a lunga gittata e, nello stesso tempo, annuncia sanzioni contro la Bielorussia e l'Iran, i due fiancheggiatori di Mosca. Ma la leadership militare resta nelle mani degli Stati Uniti.

 

Lo stesso segretario della Nato, Jens Stoltenberg, ieri ha dato appuntamento al 20 gennaio, quando nella base militare di Ramstein in Germania, il capo del Pentagono, Lloyd Austin, riunirà il «gruppo di contatto» degli oltre 40 Stati che sostengono la resistenza di Kiev. […]

 

Charles Michel Jens Stoltenberg Ursula von der Leyen

Intanto i soldati ucraini impareranno a usare i missili terra-aria Patriot, promessi da Joe Biden, nella base di Fort Still in Oklahoma. Vedremo, invece, se il governo italiano offrirà il sistema di difesa anti aerea «Samp-T», messo a punto con i francesi. […]

 

Ieri il presidente del Consiglio europeo, Michel, ha twittato: «L'Unione europea si impegna a inviare armi all'Ucraina anche più di quanto stiano facendo gli Stati Uniti». Ma, al momento, la realtà è profondamente diversa, come per altro si desume dalla «dichiarazione comune» sottoscritta ieri a Bruxelles da Michel, von der Leyen e Stoltenberg. Ecco il passaggio cruciale, il punto numero 8 del documento: «La Nato resta il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri e resta essenziale per la sicurezza Euro-Atlantica. Noi riconosciamo il valore di una difesa europea più forte e più efficace che contribuisca positivamente alla sicurezza globale e transatlantica e che sia complementare e interoperabile con la Nato».

 

Charles Michel Jens Stoltenberg Ursula von der Leyen

In sostanza la guerra in Ucraina ha ridisegnato in modo chiaro gli equilibri militari in Europa. Gli Stati Uniti avevano iniziato, già negli anni di Barack Obama, ad alleggerire il presidio nel Vecchio continente. L'aggressione putiniana all'Ucraina ha indotto il presidente Biden a invertire la tendenza, inviando non solo armi a Kiev, ma anche circa 20 mila soldati in Polonia e negli altri Stati sul fianco Est della Nato.

 

Michel, soprattutto, ha insistito sulla «capacità di reazione» mostrata dall'Unione europea all'indomani del 24 febbraio, il giorno dell'attacco russo. Ma è evidente che l'Ucraina finora abbia resistito grazie all'intervento americano. Vero, come afferma ancora Michel, le istituzioni europee e i singoli Paesi messi insieme hanno mobilitato più risorse, rispetto agli Stati Uniti. Esattamente 51,8 miliardi di dollari, contro 47,8 stando alle cifre elaborate dal «Kiel Institute for the world Economy», un importante centro studi tedesco.

 

antonio tajani jens stoltenberg

Tuttavia la somma, aggiornata al 20 novembre 2022, comprende anche gli aiuti finanziari e il soccorso ai profughi. Se si parla solo di armi, invece, i pesi si ribaltano. Gli Usa hanno stanziato 22,9 miliardi di dollari: circa il doppio del blocco europeo. La Germania sta aumentando lo sforzo, ma per ora è ferma a 2,3 miliardi; la Polonia a 1,8; la Francia a 500 milioni, l'Italia a 300.

 

Le figure di vertice della Ue, comunque, sono convinte che il conflitto rilancerà i progetti di difesa comune europea, sia pure in un ruolo «complementare» rispetto alla Nato. Un modo diplomatico per non dire «subordinato». Michel ha più volte citato la «Bussola Strategica», cioè il piano di sviluppo della difesa Ue, già approvato dai governi dei 27 Paesi.

 

volodymyr zelensky e jens stoltenberg 1

L'obiettivo principale è ridurre la frammentazione dell'industria militare europea. Sul piano operativo, però, la «bussola» sembra sfasata rispetto a una situazione di guerra ai confini. Si propone di costituire una «forza di reazione rapida» composta da cinquemila soldati, ma entro il... 2030.

 

2 – IL CONFLITTO RINSALDA I LEGAMI EUROPA-NATO. BRUXELLES ACCANTONA L’AUTONOMIA STRATEGICA

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin e Francesca Sforza per “La Stampa”

 

joe biden jens stoltenberg

L’invasione russa in Ucraina «ha rafforzato l'Unione europea, la Nato e le ha avvicinate sempre più». Le parole pronunciate ieri da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, sono la presa d'atto di un'evoluzione significativa. Per gli europei, persino per quelli più vicini a Emmanuel Macron, l'alleanza atlantica non è più «in stato di morte cerebrale» (copyright del capo dell'Eliseo, novembre 2019).

 

E anche la tanto inseguita "autonomia strategica" deve fare i conti con il fatto che la Nato «rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi alleati» ed è «essenziale per la sicurezza euroatlantica», come si legge al punto otto della dichiarazione congiunta Ue-Nato firmata nel quartier generale dell'Alleanza di Bruxelles. […]

 

zelensky e biden alla casa bianca

L'Europa non intende abbandonare la strada verso una maggiore capacità difensiva, ma l'esperienza della guerra iniziata il 24 febbraio ha dimostrato che l'Ue non può certo fare da sola sul piano militare. Ha bisogno della Nato e dunque degli Stati Uniti, il cui supporto è stato significativo per l'esercito di Kiev.

 

Anche per questo Emmanuel Macron si è lanciato in un forte pressing sulla Germania per far si che dia il via libera alla consegna dei moderni carri armati Leopard 2, considerati fondamentali per respingere l'invasione russa. Ma il governo guidato da Olaf Scholz ancora tentenna.

 

biden e zelensky alla casa bianca

Il presidente francese punta a ottenere il via libera di Berlino il prossimo 22 gennaio, in occasione del sessantesimo anniversario del Trattato dell'Eliseo. Sarebbe un ottimo modo per suggellare Tasse franco-tedesco nel campo della Difesa e dare cosi l'impressione di un'Europa forte che sa aiutare i suoi vicini senza per forza aver sempre bisogno del supporto americano.

 

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ieri ha ribadito che «l'Ucraina deve avere tutte le armi di cui ha bisogno», ma l'esito della trattativa con Berlino è tutt'altro che scontato. I Leopard sono utilizzati anche da Polonia, Grecia, Danimarca e Finlandia, però per la consegna agli ucraini serve comunque il via libera tedesco. […]

biden e zelensky alla casa biancaZELENSKY BIDEN ALLA CASA BIANCA 1ZELENSKY BIDEN ALLA CASA BIANCAzelensky biden alla casa biancajill biden volodymyr zelensky joe biden 6

 

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)