saviano eroina oppio afghanistan talebani

L'OPPIO DEI POPOLI - SAVIANO: “I TALEBANI, ASSIEME AI NARCOS SUDAMERICANI, SONO I TRAFFICANTI PIÙ POTENTI DEL MONDO: IL 90% DELL’EROINA MONDIALE È PRODOTTA IN AFGHANISTAN” – “NEL 2017, IL GIRO D’AFFARI DELLE DROGHE NEL PAESE FRUTTÒ CIRCA 6,6 MILIARDI DI DOLLARI. MENTRE LA PANDEMIA DI COVID-19 INFURIAVA, LA COLTIVAZIONE DEL PAPAVERO È AUMENTATA DEL 37%. I TALEBANI NON VENDONO SOLO AI CARTELLI, MA ANCHE ALLE CASE FARMACEUTICHE…”

ROBERTO SAVIANO

Roberto Saviano per il “Corriere della Sera”

 

Non ha vinto l'islamismo, in queste ore, dopo oltre vent' anni di guerra. Ha vinto l'eroina. Errore è chiamarli miliziani islamisti: i talebani sono narcotrafficanti. Se si leggono i report dell'Unodc, l'ufficio droghe e crimine dell'Onu, da almeno vent' anni troverete sempre lo stesso dato: oltre il 90% dell'eroina mondiale è prodotta in Afghanistan. Questo significa che i talebani, assieme ai narcos sudamericani, sono i narcotrafficanti più potenti del mondo. 

 

campi di oppio in afghanistan 1

Negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l'hashish e la marijuana. Se si cercano le dinamiche principali del conflitto, le fonti prime che lo finanziano, si arriva lì: quella in Afghanistan è una guerra dell'oppio. Prima delle scuole coraniche, dell'obbligo al burqa, prima delle spose bambine, prima di ogni altra cosa, i talebani sono narcotrafficanti. 

 

campi di oppio in afghanistan 11

Nel 2001 finsero di proibire la coltivazione di oppio e a questo si lega uno dei più gravi errori dell'amministrazione americana: nel 2002 il generale Franks, il primo a coordinare l'invasione in Afghanistan delle truppe di terra Usa, dichiarò: «Non siamo una task force antidroga. Questa non è la nostra missione». Il messaggio era rivolto ai signori dell'oppio, li si invitava a non stare con i talebani dicendo loro che gli Stati Uniti avrebbero permesso la coltivazione. 

 

campi di oppio in afghanistan 7

Lo stesso James Risen, nel 2009, segnalò sul New York Times che nella lista nera del Pentagono dei trafficanti di eroina da arrestare non veniva inserito chi si era schierato a favore delle truppe Usa. Non funzionò. I contrabbandieri d'oppio hanno bisogno di movimenti rapidi e veloci e invece con la presenza americana si vedono fermare, ispezionare, devono farsi autorizzare dai militari. 

 

campi di oppio in afghanistan 5

Mentre i talebani riescono a ottenere rapidità di approvvigionamento e movimento e iniziano a tassare il doppio i produttori che non lavorano per loro e a coltivare direttamente le proprie piantagioni. Non più racket sulla coltivazione, dunque, ma diretta gestione del traffico... Avevano già iniziato a farlo i mujaheddin, sostenuti dall'Occidente nella guerra contro i sovietici. Il Mullah Akhundzada, appena l'Armata Rossa nel 1989 si ritirò, capì che bisognava smettere di prendere il 10% come pizzo dai trafficanti di eroina e iniziare a tenere in mano il traffico. 

campi di oppio in afghanistan 6

 

Impose che la valle di Helmand fosse coltivata a oppio: chiunque si fosse opposto continuando a coltivare melograni o frumento prendendo sovvenzioni statali sarebbe stato evirato. Il risultato fu la produzione di 250 tonnellate di eroina. Akhundzada, oggi indicato come il maggiore leader talebano, è uno dei trafficanti più importanti al mondo. E i dirigenti talebani che scalano le gerarchie interne sono sempre di più i trafficanti rispetto ai capi militari e religiosi. 

 

rotta dell eroina dall afghanistan

L'eroina talebana rifornisce camorra, 'ndrangheta e Cosa nostra, i cartelli russi, la mafia americana e tutte le organizzazioni di distribuzione negli Usa a eccezione dei messicani che cercano di rendersi autonomi dall'oppio afgano (a fatica, perché l'eroina di Sinaloa è più costosa di quella afgana). Tramite la rotta Afghanistan-Pakistan-Mombasa i talebani riforniscono i cartelli di Johannesburg in Sudafrica. 

 

EROINA TALEBANI

E ancora, la vendono ad Hamas: altra organizzazione che si finanzia (anche) con hashish ed eroina e che infatti ha comunicato: «Ci congratuliamo con il popolo islamico afghano per la sconfitta dell'occupazione americana su tutto il territorio dell'Afghanistan e con i talebani e la loro leadership per la vittoria che giunge al culmine di una lunga battaglia durata 20 anni». Apparentemente un'alleanza politico-ideologica, in realtà un patto criminale. 

 

campi di oppio in afghanistan 9

Poi c'è l'Oriente. L'eroina talebana ha creato un'asse importantissimo con la mafia di Mumbai, la D Company di Dawood Ibrahim, sovrano dei narcos indiani protetto da Dubai e dal Pakistan e vero distributore dell'oro afgano. Il mercato cinese ancora non è conquistato ma le mire talebane guardano a Est, a prendersi Giappone (la Yakuza si rifornisce in Laos, Vietnam e Birmania) e Filippine, che hanno un mercato florido e da sempre sono in rotta con l'eroina birmana. 

 

campi di oppio in afghanistan 8

Quest' ultima, come l'eroina cinese, è gestita dai militari e quindi può contare su una produzione veloce e efficiente che spesso i cartelli, costretti alle tangenti e alle mediazioni, non riescono a eguagliare. Il massimo storico stimato per la produzione di oppio in Afghanistan è stato raggiunto nel 2017, con 9.900 tonnellate, per un valore di circa 1,4 miliardi di dollari ma, come riferisce l'Unodc, se si tiene conto del valore di tutte le droghe -hashish, marijuana - l'economia illecita complessiva del Paese, quell'anno, sale a 6,6 miliardi. 

 

campi di oppio in afghanistan 4

Gretchen Peters, la reporter che ha seguito il legame tra eroina e talebani, osserva nel suo libro Semi di terrore : «Il più grande fallimento nella guerra al terrorismo non è che Al-Qaida si stia riorganizzando nelle aree tribali del Pakistan e probabilmente pianifichi nuovi attacchi all'Occidente. Piuttosto, è la spettacolare incapacità delle forze dell'ordine occidentali di interrompere il flusso di denaro che tiene a galla le loro reti». 

 

campi di oppio in afghanistan 3

Così i talebani hanno cambiato lo scacchiere internazionale. Cosa nostra e i marsigliesi, dagli Anni 60 al Duemila, importavano l'eroina dal sud-est asiatico; il monopolio dell'oppio era in Indocina, nel triangolo d'oro Birmania-Laos-Thailandia. Ora i talebani hanno preso il loro posto, lasciando al sud-est asiatico una fetta di mercato residuale, dall'1% al 4%. 

 

È paradossale: gli Stati Uniti combattevano investendo miliardi di dollari - spenderanno 8 miliardi (fonte Reuters) solo per sradicare le piantagioni di papavero - contro una guerriglia che si finanziava vendendo eroina proprio ai loro cittadini. 

 

campi di oppio in afghanistan 2

E ai nostri: il primo e il secondo mercato di eroina in Europa sono Regno Unito e Italia. Eppure i governi occidentali ignorano il dibattito sulle droghe. Non solo: l'anno scorso, mentre la pandemia di Covid-19 infuriava, la coltivazione del papavero è aumentata del 37% (fonte Unodc). E i talebani non vendono solo ai cartelli: senza oppio non si possono realizzare farmaci analgesici; senza oppio niente morfina né fentanil. 

 

campi di oppio in afghanistan 4

Ora, le case farmaceutiche comprano oppio da produttori autorizzati, ma questi sempre più spesso acquistano da società indiane che si approvvigionano dall'Afghanistan. I talebani decidono anche delle nostre anestesie e dei nostri psicofarmaci. Nel 2005, l'allora presidente Karzai aveva sentenziato: «O l'Afghanistan distrugge l'oppio, o l'oppio distruggerà l'Afghanistan». È andata esattamente come prevedeva la seconda ipotesi. 

 

campi di oppio in afghanistan 10

Ma Karzai stesso era uno dei signori dell'oppio e gran parte dei suoi proclami erano di facciata. L'ex presidente è stato tra i maggiori proprietari di raffinerie di droga e in realtà, stava dicendo: «Distruggeremo l'oppio gestito dai talebani e terremo il nostro». Dal monopolio di questo stupefacente non è possibile prescindere, hanno solo vinto i trafficanti migliori. Con un cambio di rotta rispetto al passato: la droga, fino a vent' anni fa, i talebani la vendevano solo fuori dai confini nazionali, ora vendono anche all'interno. 

 

TALEBANI IN AFGHANISTAN

La tossicodipendenza in Afghanistan è un'epidemia che nessuno ha preso in considerazione e cresce di anno in anno. I talebani ne approfittano: le giovani reclute sono riempite di hashish e hanno la possibilità di accedere all'eroina: entra nei nostri gruppi e potrai farti è il «non detto» dei reclutatori. E l'Afghanistan si è trasformato in un narcostato. 

 

Guardando l'esercito americano, i suoi blindati e i suoi elicotteri, vi sarà sembrato un'armata ricchissima contro pastori dalle barbe lunghe e dai coltelli arrugginiti. Ebbene, gli Stati Uniti hanno speso 80 miliardi in vent' anni di guerra per addestrare un esercito afghano, creare ufficiali, truppe, poliziotti e giudici locali; i talebani, in vent' anni, hanno guadagnato oltre 120 miliardi dall'oppio. 

 

Quale era l'esercito più ricco? In ogni caso i talebani vincitori non avranno pace; i loro prossimi nemici saranno gli iraniani. L'Iran ha bisogno di eroina come di benzina, e quella consumata a Teheran viene tutta dall'Afghanistan. I trafficanti iraniani vogliono poterla controllare direttamente, prendere il posto di turchi, libanesi e kurdi, che oggi sono i mediatori con l'Europa. 

 

TALEBANI

Vogliono espandersi e non avere solo Hezbollah come strumento del traffico di hashish ed eroina, vogliono controllare l'oppio afgano e presto i talebani saranno nemici da sconfiggere. Ma questa è un'altra storia. Però con chi mi sta leggendo vorrei fare un patto, chiamiamo i talebani con il loro nome: narcotrafficanti.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?