d'annunzio

'STA CASA PUZZA DI POESIA – DALLA FINESTRA DI LEOPARDI AL RIFUGIO DI PETRARCA SUI COLLI EUGANEI, SONO PIÙ DI MILLE SOLTANTO IN EUROPA LE ABITAZIONI DI SCRITTORI FAMOSI TRASFORMATE IN MUSEI IMPERDIBILE IL VITTORIALE DOVE VISSE L'ULTIMO D'ANNUNZIO, COSI' FISSATO COL SESSO CHE INDOSSAVA UNA CAMICIA DA NOTTE “CON OBLÒ PROFILATO IN ORO A UN'ALTEZZA STRATEGICA”

Bruna Magi per “Libero Quotidiano”

d'annunzio

 

Forse nessuno di noi lascia mai completamente la casa (o le case) che ha amato, con i ricordi delle tappe che hanno segnato la nostra vita.

 

Ogni emozione, triste o allegra, è spesso collegata a un angolo particolare, una scrivania dove hai scritto lettere d' amore (oppure ti sei incavolata rivedendo i conti di casa), un divano dove si è seduto qualcuno arrivato per un caffè, vi siete baciati, ed è nata la passione, lui è diventato il fulcro della tua vita. Oppure un antico telefono fisso, in salotto, dove arrivò una notizia tragica che ha sprofondato nel baratro la tua esistenza. Non c' è scampo ai ricordi. Pensate quindi al "potere" dell' impronta che resta in quelle residenze dove hanno abitato i geni della scrittura. La loro "aura" si avverte ancora, impronte indelebili intrise di grandezze e sofferenze, gloria e sconfitte.

d'annunzio - vittoriale

 

Sono più di mille, in Europa, le visitabili, e quelle italiane inducono alla reverenza, contenitori di storie eccelse o miserande rese immortali dalla scrittura. Le racconta nei particolari più seducenti (e inediti) Mauro Novelli, docente di Letteratura e cultura nell' Italia contemporanea presso l' Università Statale di Milano, nel libro La finestra di Leopardi-viaggio nelle case dei grandi scrittori italiani (Feltrinelli editore, pag.204, euro 18), ampiamente illustrato.

 

vittoriale d'annunzio

itinerario sfaccettato Un itinerario sfaccettato e irresistibile, tenero, triste e divertente. In certi casi spassoso. Come nella casa diventata un mausoleo dedicato agli italiani e oggi visitato da 250.000 persone all' anno, il Vittoriale dove visse l' ultimo d' Annunzio, che imponeva di fare anticamera a Benito Mussolini.

 

novelli cover

Scrive Novelli: «Sempre schiavo di una sessualità compulsava. Nulla dies sine ictu (nessun giorno senza di lui, riferito al suo pene, ndr), era il suo motto sin dalla giovinezza."Il principino"- altresì detto Gonfalon selvaggio", "Catapulta perpetua", "Monaco di ferro" - andava soddisfatto quotidianamente, dovunque e comunque, magari indossando una camicia da notte con oblò profilato in oro a un' altezza strategica».

 

E Novelli ha girato l' Italia per i residenti di quelle case, che non possono più rispondere alle chiamate dei loro lettori appassionati. Attraversa il Canavese per ritrovare il Meleto, la villa-fattoria dove sospirava Guido Gozzano, dando vita a un salotto di metà Ottocento, traboccante di oggetti mentre scriveva L' amica di nonna Speranza. E infine il poeta che sospirava ai pleniluni, che si sdraiava nel trifoglio sognando invano un quadrifoglio, «lasciava la pagina ribelle per seppellire le rondini insepolte». L' autore passa per Asti, ritrova il palazzo dove il nobile Vittorio Alfieri dai capelli di fuoco che tanto piacevano alle donne, visse soltanto sino a cinque anni.

d'annunzio

 

Puntata a Milano («il grigio che incanta»), per entrare nella casa di Alessandro Manzoni. Novelli lo racconta come il giovane sposo che avrebbe dovuto affrontare vedovanze e occuparsi di dieci figli, si sofferma davanti ai suoi ritratti (ottantenne, «ha uno sguardo dalla forza insostenibile»), e ripensa alle turbe che lo affliggevano, le vertigini, l' agarofobia, la balbuzie.

 

Si riprende il cammino per arrivare ad Arquà, sui colli Euganei, e ritrovare l' ultima casa di Francesco Petrarca, una residenza in pietra. Qui (il suo rifugio prediletto quando lo convocavano tutti i grandi della terra, e lui non accettava inviti) si respirano le tracce dell' amore per Laura, ma si ritrovano anche le discussioni con il medico che gli consigliava di bere acqua (meglio il vino), e dei battibecchi con Boccaccio, che gli suggeriva di tirare i remi in barca per finalmente riposarsi.

 

 

leopardi infinito

Ma lui rispondeva infuriato (un sentito grazie a Petrarca, che lo scriveva alla fine del 1300!), anzi precisava: «Questa mia attività che tu mi inviti ad abbandonare è per me una fatica assai lieve, è anzi un dolce riposo che mi permette di dimenticare fatiche più gravi. Non vi è peso più lieve e gradevole della penna... quando la stringi fra le dita, dà gioia e quando la deponi dà soddisfazione. E torna utile non solo a colui che l' ha usata, ma anche a molti altri, spesso anche a quelli che sono lontani. E talvolta persino a coloro che nasceranno dopo mille anni. Posso dire dunque senza incertezze che fra tutti i piaceri concessi all' uomo su questa terra lo studio delle lettere è il più nobile».

 

intenso e commovente Scorre veloce, intenso e commovente, questo viaggio fra le case, dalla Venezia di Foscolo e Goldoni, alle nebbie emiliane di Guareschi, alla finestra aperta sull' infinito di Leopardi, alla splendida villa di Malaparte che brilla come una perla rosata nel mare di Capri. C' è persino il vagone ferroviario, trasformato in casa d' emergenza, che ospitò il bambino Salvatore Quasimodo con la sua famiglia dopo il terremoto di Messina.

leopardi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…